Il territorio si estende su 4.386 km² ed è suddiviso in 100 parrocchie.
Storia
Incerte e avvolte nell'oscurità sono le origini della diocesi di Capodistria, suffraganea del patriarcato di Aquileia. Storici locali, tra cui Francesco Babudri[1] e Pietro Kandler,[2] pongono l'origine della diocesi nella prima metà del VI secolo con il vescovo san Nazario, cui sarebbero succeduti Massimiliano e Agatone.[3] Altri autori fanno risalire l'origine della diocesi a Gregorio Magno, che in alcune lettere del 599 parla di una diocesi nell'insula Capritana, identificata con Capodistria, e di un anonimo vescovo.[4] Infine secondo altri autori, tra cui Pio Paschini,[5] la diocesi risalirebbe solo all'VIII secolo, eretta o ristabilita da papa Stefano II nel 756:[6] a quest'epoca sono ascrivibili i vescovi Giovanni e Senatore. In seguito non si hanno più notizie di una sede episcopale a Capodistria, fino alla seconda metà del XII secolo.
La diocesi fu ristabilita, su richiesta del doge venezianoVitale II Michiel, da papa Alessandro III nel 1166,[7] ma a questa decisione si opposero il patriarca di AquileiaUlrico di Treven e il vescovo di Trieste Bernardo, da cui territorio la nuova diocesi doveva essere smembrata. Nel 1177 il papa confermò l'erezione della diocesi, ma solo dopo la morte di Bernardo,[8] avvenuta nel 1186. In quest'anno papa Urbano III eresse a cattedrale la collegiata di Santa Maria;[9] il primo vescovo della restaurata sede, suffraganea del patriarcato aquileiese, fu Adalgero, già eletto nel 1184, deceduto nel 1216.
L'11 gennaio 1206papa Innocenzo III concesse al patriarca di Aquileia la facoltà di unire la diocesi di Capodistria con la diocesi di Cittanova, ma l'unione non fu realizzata.
Il capitolo della cattedrale ebbe il privilegio di eleggere i propri vescovi fino al 1301, quando, dopo la conquista veneziana, il diritto di presentare i vescovi di Capodistria divenne prerogativa dei dogi veneziani.[10]
Tra i vescovi di Capodistria, nel XV secolo si distinse in particolare Simone Vosich, promosso arcivescovo di Antivari nel 1461, legato pontificio in Ungheria nel 1463, amministratore di Suacia, infine arcivescovo di Patrasso e vescovo di Capodistria dal 26 novembre 1473. Vice-cancelliere a Roma, dove morì nell'agosto del 1482.[10] Il successore, Giacomo Valaresso, fece ricostruire il palazzo vescovile; fu amministratore del patriarcato di Aquileia e della diocesi di Pola.
Diversi vescovi di Capodistria, tra XV e XVII secolo, risedettero per la maggior del loro episcopato lontani da Capodistria, a Venezia o a Roma; alcuni, data la povertà della mensa episcopale, furono nominati ausiliari di Bergamo, Girolamo Rusca fu per un certo periodo vicario generale della diocesi di Padova.[11]
Da questo momento la diocesi seguì le sorti della diocesi triestina; la cattedrale divenne una semplice parrocchia, con un prevosto, un decano e tre canonici residenti; l'ex diocesi fu divisa in 4 decanati per un totale di 12 parrocchie.[13]
Il 17 ottobre 1977 con la bolla Prioribus saeculi di papa Paolo VI la diocesi di Capodistria è stata separata dalla diocesi di Trieste diventando suffraganea dell'arcidiocesi di Lubiana. Inoltre, con la medesima bolla, sono state introdotte delle modifiche territoriali per far coincidere i confini delle diocesi con quelli degli Stati. Così la diocesi di Capodistria ha ceduto alla diocesi di Trieste quelle parrocchie che si trovavano in Italia in seguito al trattato di pace del 1947 e alla diocesi di Parenzo e Pola quelle nel territorio della Repubblica Socialista di Croazia. Contestualmente si ampliò notevolmente con l'acquisizione delle parrocchie delle diocesi di Trieste, di Parenzo e Pola, di Fiume e di Gorizia e Gradisca che si trovavano nella Repubblica Socialista di Slovenia.[14]
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 251.300 persone contava 174.900 battezzati, corrispondenti al 69,6% del totale.
anno
popolazione
presbiteri
diaconi
religiosi
parrocchie
battezzati
totale
%
numero
secolari
regolari
battezzati per presbitero
uomini
donne
1980
200.000
242.000
82,6
195
173
22
1.025
34
120
208
1990
207.017
258.332
80,1
190
167
23
1.089
29
88
206
1999
206.898
263.499
78,5
182
156
26
1.136
31
88
207
2000
204.788
261.118
78,4
174
149
25
1.176
30
82
207
2001
201.551
258.158
78,1
172
151
21
1.171
26
80
207
2002
202.900
258.380
78,5
172
145
27
1.179
32
80
207
2003
200.203
254.244
78,7
169
144
25
1.184
36
85
207
2004
204.602
257.280
79,5
170
145
25
1.203
29
82
207
2006
204.602
257.280
79,5
153
127
26
1.337
36
72
195
2013
181.230
266.403
68,0
156
126
30
1.161
2
36
52
189
2016
185.450
258.958
71,6
149
123
26
1.244
2
31
41
189
2017
177.000
251.300
70,4
144
118
26
1.229
2
29
33
189
2019
176.193
250.150
70,4
148
122
26
1.190
2
29
27
100
2021
174.900
251.300
69,6
150
124
26
1.166
3
29
27
100
Note
^S. Nazario, patrono di Capodistria nella storia e nella tradizione, Capodistria, 1901. Cronologia dei vescovi di Capodistria, in «Archeografo triestino», 23, 1910, pp. 173-239.
^Sillabo dei vescovi d'Istria, in Indicazioni per reconoscere le cose storiche del litorale, Trieste, 1855, pp. 118-129.
^Secondo Lanzoni, le prove addotte per l'esistenza di questi tre vescovi e la loro attribuzione a Capodistria non sono decisive.
^Rajko Bratož, Cristianesimo in Istria. Una sintesi e alcune riflessioni, in: Il cristianesimo in Istria fra Tarda Antichità e Alto Medioevo. Novità e riflessioni, a cura di Emilio Marin e Danilo Mazzoleni, Città del Vaticano, 2009, pp. 27 e seguenti. (SL) Rajko Bratož, Koprska škofija od prve omembe (599) do srede 8. stoletja, Acta Histriae, 9, 2001, pp. 37-64. Lo stesso Kehr (Italia pontificia, volume VII, parte seconda, pp. 215-217) sostiene un'origine gregoriana della diocesi di Capodistria. Tuttavia l'identificazione dell'insula Capritana con Capodistria non è univoca; altri autori la identificano con Caorle (per es. G. Fedalto, Il vescovado di Caorle dalle origini al Trecento, in «Antichità altoadriatiche», 33, 1988, pp. 27-49.
^abJadin, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 883.
^Jadin, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, coll. 883-884.
^Jadin, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 885.
^Jadin, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 886.
^Questi territori, fin dal 1947, erano affidati ad un amministratore apostolico; dal 1964 ricopriva l'incarico Janez Jenko, vescovo titolare di Acufida, nominato nel 1977 vescovo di Capodistria.