Il territorio si estende su 157 km² ed è suddiviso in 28 parrocchie.
Storia
La diocesi fu eretta nell'XI secolo.[1] Non è nota la data esatta della sua fondazione; alcuni autori ritengono che la diocesi di Acerra sia la continuazione dell'antica sede di Suessola, le cui vetuste rovine si trovano quasi interamente nel perimetro comunale di Acerra. Suessola appare tra le comunità appartenenti alla giurisdizione del vescovo di Nola in un rescritto di papa Pelagio I del 558. Nella bolla ad Alone di Benevento del 983, papa Giovanni XIV concede al metropolita beneventano la facoltà di consacrare i suoi vescovi suffraganei, tra cui appare per la prima volta anche quello di Suessola; questa disposizione viene ripetuta dai papi successivi fino a papa Leone IX nel 1053. La documentazione coeva tuttavia non ha restituito alcun nome di vescovo di Suessola, cosa che per Kehr e Klewitz mette in dubbio la sua reale esistenza storica.[2]
Nella bolla di papa Stefano IX al metropolita Vodalrico di Benevento del 1057 la diocesi di Suessola non è più presente. Secondo lo storico Gaetano Caporale è attorno a questi anni che venne eretta la diocesi di Acerra, costituita dalla parte in pianura della diocesi di Suessola, mentre la parte montagnosa venne annessa alla diocesi di Sant'Agata de' Goti. Lo stesso storico ritiene che tra il 1059 e il 1060 la diocesi fu istituita personalmente da papa Niccolò II, venuto a consacrare nella novella diocesi Pietro, vescovo di Isernia, e il cardinale Oderisio.[3] «Ma la tesi dello storico ottocentesco è alquanto fragile».[4]
«Il travaglio della vita civile non influenzò la vita religiosa degli Acerrani; alla diffusione di pratiche religiose individuali si affiancavano anche forme di religiosità collettiva. Soprattutto dopo la pestilenza di metà secolo XIV, anche ad Acerra sorse una compagnia di battenti legata all'attività dell'Annunziata ovvero alla cura dei bambini abbandonati. Stando strettamente alla testimonianze documentali, negli anni settanta del Quattrocento sorse la Confraternita della Pace che, nata come associazione di penitenti, per molti secoli successivi si è impegnata nella cura dei bambini abbandonati o poveri, nella diffusione della cultura religiosa.»[4]
In seguito ai decreti di riforma del concilio di Trento, iniziò una nuova fase per la vita della diocesi. I vescovi, costretti all'obbligo della residenza, iniziarono a restaurare il palazzo vescovile. Nel 1653 il vescovo Mansueto Merati fondò il seminario vescovile nell'antico convento dei padri agostiniani. Il vescovo Domenico Antonio Biretti (1725-1760) ampliò l'edificio, allargando le presenze a seminaristi di altre diocesi, e dette all'istituzione un nuovo regolamento e un nuovo programma di studi.
Nel 1577 il vescovo Scipione Salernitano organizzò la diocesi in parrocchie territorialmente ben definite. Ne istituì cinque, quattro ad Acerra (Santa Maria la Bruna nella cattedrale, San Pietro Apostolo, San Giorgio, San Lorenzo) e una a Licignano (Vergine Annunziata).[6]
Agli inizi del Settecento il canonico Giuseppe Romano fondò il monte frumentario, sorto per alleviare i disagi delle classi sociali più disagiate. Verso la fine del secolo fu decisa la ricostruzione della cattedrale, dopo il crollo di parte del tetto nel 1787. Il nuovo edificio venne consacrato nel 1796, ma necessitò di continue attenzioni e rifacimenti.
Il primo vescovo della rinata diocesi fu Giuseppe Gennaro Romano (1855-1864), che, come altri vescovi della Campania, ebbe notevoli difficoltà con i nuovi governanti italiani dopo le imprese di Garibaldi; il vescovo veniva accusato di essere venale e fiancheggiatore dei briganti. Alla sua morte la diocesi restò vacante per otto anni, fino alla nomina di Giacinto Magliulo nel 1872, che si impegnò per la riorganizzazione della vita ecclesiale; a lui si deve in particolare l'indizione di un sinodo diocesano, un secolo dopo quello celebrato da Gennaro Giordano (1776-1789), e la fine dei lavori di ristrutturazione della cattedrale.
Il successore Francesco De Pietro (1899-1932) si attivò soprattutto per «una pastorale di solidarietà che fece di Acerra una delle diocesi più avanzate nell'attuazione della nuova cultura sociale cattolica»[4]; alla sua azione si deve la fondazione, nel 1906, della Società Cattolica Agricola del Cuore di Gesù, che aveva finalità prettamente religiose, ma anche sociali.
Nel 1933 divenne vescovo acerrano Nicola Capasso, che governò la diocesi fino al 1966. Per la sua attività durante la seconda guerra mondiale, «fu proposto per una medaglia d'oro al valore civile che decisamente rifiutò».[4]
Il 3 dicembre 2004 è stato inaugurato il museo diocesano negli ambienti dell'ex chiesa del Corpus Domini. Dal 2010 la struttura del seminario è stata predisposta per accogliere la biblioteca diocesana, l'archivio storico ed altri uffici diocesani.
Il 16 dicembre 2018 è stato inaugurato il Museo diocesano di Sant'Alfonso Maria de Liguori negli ambienti del palazzo vescovile di Arienzo, dove il santo ha dimorato da vescovo di Sant'Agata de' Goti.[11]
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2022 su una popolazione di 127.687 persone contava 124.000 battezzati, corrispondenti al 97,1% del totale.
anno
popolazione
presbiteri
diaconi
religiosi
parrocchie
battezzati
totale
%
numero
secolari
regolari
battezzati per presbitero
uomini
donne
1950
59.900
60.000
99,8
71
46
25
843
35
80
20
1959
59.800
60.000
99,7
71
46
25
842
30
75
21
1970
67.974
67.980
100,0
70
41
29
971
47
106
22
1980
84.152
86.430
97,4
59
40
19
1.426
36
67
23
1990
86.720
89.515
96,9
53
33
20
1.636
32
65
24
1999
96.616
99.786
96,8
48
30
18
2.012
43
74
24
2000
96.616
99.786
96,8
48
30
18
2.012
41
72
24
2001
96.968
100.138
96,8
47
29
18
2.063
41
72
24
2002
97.000
101.138
95,9
47
29
18
2.063
26
72
24
2003
97.021
101.160
95,9
48
29
19
2.021
28
74
25
2004
103.860
108.291
95,9
52
28
24
1.997
35
75
26
2006
105.000
108.160
97,1
49
28
21
2.142
26
50
26
2011
112.800
116.600
96,7
56
36
20
2.014
21
46
28
2012
121.763
123.887
98,3
53
33
20
2.297
4
26
47
28
2015
121.810
125.657
96,9
50
36
14
2.436
4
18
40
28
2018
124.00
127.687
97,1
38
30
8
3.263
4
10
16
28
2020
123.665
127.330
97,1
42
34
8
2.944
4
12
16
28
2022
124.000
127.687
97,1
60
35
25
2.066
4
29
28
28
Note
^Caporale, Ricerche archeologiche topografiche e biografiche su la Diocesi di Acerra, pp. 52-53.
^Kehr, Italia pontificia, vol. IX, p. 125. Altri autori ritengono che la diocesi di Suessola, a causa della distruzione della città, non aveva più vescovi propri, ma era amministrata in questo periodo dai vescovi di Sant'Agata de' Goti (Camardo e Rossi, Suessula: trasformazione e fine di una città, p. 177).
^Caporale, Ricerche archeologiche topografiche e biografiche su la Diocesi di Acerra, pp. 37-54.
^Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, decreto 3 ottobre 2013, Prot. 573/13/L, vedi NotitiaeArchiviato l'11 gennaio 2023 in Internet Archive., 2014, nn. 569-570, p. 49
^Ughelli fa iniziare la serie episcopale di Acerra con Concordio, che avrebbe preso parte al concilio romano del 499. Ma nessun vescovo di quel nome partecipò al concilio indetto da papa Simmaco, e nei due successivi concili simmachiani (501 e 502) era presente un Concordio, che fu tuttavia vescovo di Miseno. Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza 1927, p. 252
^abcdefghKamp, Kirche und Monarchie…, vol. I, pp. 334-337.
^abIn base al necrologio di Montecassino, che registra la morte di un vescovo Gentile di Acerra il 2 novembre di un anno sconosciuto, Ughelli inserisce Gentile tra Tommaso e Guglielmo, all'inizio del XIV secolo. Ignora tuttavia, così come gli autori che da lui dipendono, la presenza certa e documentata di Gentile tra il 1241 e il 1243; secondo Kamp, potrebbe essere questo Gentile il vescovo deceduto il 2 novembre, senza aggiungere un altro vescovo omonimo. Cappelletti assegna a Gentile "circa l'anno 1306", ma senza documentazione a sostegno.
^Tra Teodino e Tommaso, Cappelletti e Gams inseriscono il vescovo Luca, che tuttavia non fu vescovo di Acerra, ma di Acerno (Eubel e Kamp).
^Prima di Giovanni (assegnato gli anni 1332-1342), Cappelletti e Gams inseriscono il vescovo Pietro (1331), che tuttavia non fu vescovo di Acerra, ma di Acerno (Eubel).
^Il 14 febbraio 1393, a causa della sua anzianità, Giovanni di Patti fu affiancato da un vescovo ausiliare nella persona del francescano Nicolò di Napoli (Eubel, Hierarchia catholica, vol. I, p. 69, nota 3).
^Descari è ignoto ad Eubel. Le bolle pontificie da lui consultate presso l'Archivio Vaticano indicano che la nomina di Bertrando fu occasionata dalle dimissioni di Nicola, cosa che escluderebbe Nicola Descari.
^Secondo Gams, Carlo degli Ariosti muore prima del 13 marzo 1532, e Giampietro Carafa gli succede in qualità di amministratore apostolico già nel 1532.
^Alcuni autori, tra cui Gaetano Caporale, distinguono Gianvincenzo Carafa amministratore dal 1537 al 1539, da Giampietro Carafa, futuro papa Paolo IV, che sarebbe stato amministratore di Acerra dal 1535 al 1537. Tuttavia non è documentata alcuna nomina del futuro pontefice ad Acerra, mentre le bolle pontificie, riportate da Eubel, parlano di Johannes Vincentius nella nomina del 1535.
^Gams riporta come data di decesso quella di febbraio 1789, Eubel il 1776.
^Nel periodo dell'unione tra Acerra e Sant'Agata de' Goti, i vescovi risiedettero stabilmente a Sant'Agata, visitando solo occasionalmente la sede di Acerra.
(DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 334–337
Studi sul territorio dell'antica città di Suèssola a cura del prof. Alfonso Morgillo [Nota A] in varie recensioni sul periodico VALLE DI SUESSOLA, dal 1988 al 2013
Domenico Camardo e Amedeo Rossi, Suessula: trasformazione e fine di una città, in Giovanni Vitolo (dir.), Le città campane fra tarda antichità e alto medioevo, Laveglia Editore, 2005, pp. 167–192