A Roma cominciò a lavorare nel circolo di Michelangelo, il quale si servì della sua influenza presso il papa Paolo III per assicurare a Daniele il posto di superintendente delle opere in Vaticano, una posizione che mantenne fino alla morte del papa nel 1549.
Michelangelo gli fornì anche degli schizzi sui quali Daniele basò alcuni dei suoi dipinti.[1] La sua prima commissione importante furono gli affreschi della Cappella Orsini nella chiesa di Trinità dei Monti a Roma, nel 1541; è situato lì la sua opera forse più famosa, la Discesa dalla croce (1545 circa), che secondo un'ipotesi oggi rigettata sarebbe basata su disegni di Michelangelo.[2]
Altre opere notevoli includono un dipinto di Davide che uccide Golia (1555 circa), ora al Louvre (basato su disegni di Michelangelo[3] e a lungo creduto opera del maestro[4]), la Strage degli innocenti (1557), ora agli Uffizi, un ritratto di Michelangelo e un busto dello stesso che creò dalla sua maschera funeraria.
Censura nel Giudizio Universale di Michelangelo
Ricciarelli è, suo malgrado, famoso per aver coperto con vestimenti e foglie di fico i genitali dell'affresco del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, nel 1565, appena un anno dopo la morte del Buonarroti e 25 dalla realizzazione degli affreschi, dopo che il Concilio di Trento aveva condannato la nudità nell'arte religiosa; questo gli valse l'epiteto di "Braghettone". Grazie al suo intervento censorio, però, gli affreschi non vennero rimossi del tutto, come era invece previsto inizialmente, e poterono quindi conservarsi fino ad oggi.
Egli rimosse a colpi di scalpello e ridipinse anche la maggior parte di santa Caterina e l'intera figura di san Biagio dietro di lei, poiché nell'originale quest'ultimo sembrava guardare alla schiena nuda della donna.
Non suoi, invece, i perizomi ed i panneggi nella metà inferiore dell'affresco. Il lavoro del Ricciarelli sul Giudizio Universale fu interrotto alla fine del 1565 dalla morte di Pio IV; infatti l'impalcatura che usava dovette essere rimossa in fretta poiché la cappella serviva per l'elezione del nuovo papa.
^Alcuni esempi in: Paul Barolsky, Daniele Da Volterra: A Catalogue Raisonné, Garland Publishing, 1979, pp. 22-23.
^ Roberto Paolo Ciardi e Benedetta Moreschini, Daniele Ricciarelli. Da Volterra a Roma, Volterra, Cassa di risparmio di Volterra, 2004, p. 131.
^ Roberto Paolo Ciardi e Benedetta Moreschini, Daniele Ricciarelli. Da Volterra a Roma, Volterra, Cassa di risparmio di Volterra, 2004, p. 224.
^ Paul Barolsky, Daniele Da Volterra: A Catalogue Raisonné, Garland Publishing, 1979, p. 91.
Bibliografia
Fabrizio Mancinelli, The Painting of the Last Judgment: History, Technique and Restoration. In Loren Partridge, Michelangelo: The Last Judgement - A Glorious Restoration. New York: Harry N. Abrams, 2000. ISBN 0810981904.
Daniele da Volterra, amico di Michelangelo, cat. della mostra a cura di V. Romani, (Firenze, Casa Buonarroti), Firenze 2003.