Nacque a Palermo il 24 giugno 1838 da Giuseppe, VI principe di Niscemi, e dalla nobildonna Caterina Tomasi Wochinger dei principi di Lampedusa, di cui era figlio primogenito.
Nel 1860, il Valguarnera entrò nel comitato rivoluzionario che organizzò l'insurrezione di Palermo, e la sera del 7 aprile fu arrestato dalla polizia borbonica e condotto a Castellammare, mentre si trovava a Palazzo Monteleone assieme ad altri aristocratici palermitani, anch'essi arrestati in quanto componenti attivi del comitato.[2][3] Dopo lo sbarco e l'occupazione della Sicilia da parte di Garibaldi, fu uno dei pochi nobili palermitani che prese parte alla spedizione dei Mille[4]; il Valguarnera seguì Garibaldi anche nella spedizione in Aspromonte del 1862, dove fu arrestato dai soldati del Regio Esercito.[5]
Morì a Napoli il 13 gennaio 1903, all'età di 64 anni.
Matrimonio e discendenza
Il 16 aprile 1866[5], sposò la sedicenne Maria Antonietta Favara Camminneci (1850-1912), unica figlia di Vincenzo, un patriota e politico di famiglia borghese originaria di Partanna, da cui ebbe quattro figli.[6]