Le informazioni biografiche relative a Conlaedo sono desunte dalla Vita di santa Brigida scritta nel VII secolo da Cogitosus e da alcuni martirologi irlandesi.[1]
Conduceva vita eremitica nei pressi del Liffey e santa Brigida se lo associò spiritualmente nel governo dei suoi monasteri (Cell Dara e le sue filiazioni e dipendenze); divenuto vescovo, esercitò il suo ministero dall'interno del monastero, sempre alle dipendenze della badessa.[1]
Poiché la diocesi di Kildare, nell'organizzazione ecclesiastica, succedette al monastero di Cell Dara come organo giurisdizionale sul territorio circostante, Conlaedo ne è considerato il primo vescovo.[1]
La tradizione gli attribuisce anche miniature e opere di oreficeria, come il pastorale di san Finbarro conservato nel museo della Royal Irish Academy.[2]
Una leggenda afferma che morì divorato dai lupi perché deciso a recarsi a Roma nonostante l'ordine contrario di Brigida.[2]
Culto
Si hanno tracce del suo culto sin dal VII secolo, quando il suo corpo, chiuso in un'urna di marmo e metalli preziosi collocato a sinistra dell'altare maggiore, era venerato nella chiesa abbaziale di Kildare.[2]
Il suo culto come santo fu confermato da papa Leone XIII con decreto del 19 giugno 1902.[3]
Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.