La comunità ebraica di Trani nel medioevo contava numerosi appartenenti e disponeva di quattro sinagoghe e di un cimitero fuori della cinta muraria.[2][3]
Il periodo normanno-svevo fu il più felice nella storia degli ebrei di Trani. Con Enrico VI di Svevia nel 1195 conferma l'autorità dell'arcivescovo di Trani sulla giudecca, tuttavia gli ebrei tranesi godono della protezione dell'imperatore che proibisce le conversioni forzate e l'estorsione di denaro da parte di funzionari o cristiani nei loro confronti.[6] Come ci tramanda il giurista tranese Cesare Lambertini essi ebbero il privilegio del monopolio del commercio della seta dall'imperatore Federico II e giunsero ad avere quattro sinagoghe, l'ultima delle quali fu completata nel 1247. Ci fu in questo periodo una eletta fioritura di studi, soprattutto talmudici, come prova la presenza di due dei più grandi maestri dei secoli XII-XIII: Isaia ben Mali "l'Anziano", nato verso il 1180, e suo nipote Isaia ben Eliyah "il Giovane".
Le conversioni della fine del XIII secolo, tuttavia, non distrussero del tutto in Trani la presenza ebraica. Essa pian piano si riprese e con gli Aragonesi, divenuti nel 1442 nuovi signori del regno, la comunità ritornò una delle più importanti di Puglia. La situazione precipitò nuovamente quando nel 1495Carlo VIII di Francia invase il Regno: i beni di ebrei e neofiti furono sequestrati e ben 120 famiglie fuggirono a Barletta, Giovinazzo e altri paesi vicini. In cambio dell'aiuto ottenuto contro i francesi, nel 1496Ferdinando II di Napoli cedette in pegno Trani a Venezia, che la tenne sino al 1509. Fu questo un periodo di relativa calma per la comunità giudaica di Trani, ma già nel 1510 gli ebrei e i neofiti della città dovettero lasciarla per volontà di Ferdinando II di Aragona, detto il Cattolico, nuovo sovrano del regno di Napoli. A questa data i nuclei ebraici stabili erano 15, quelli avventizi 32; alcuni neofiti riuscirono a dimostrare la loro fede cattolica e poterono restare. In tutto il Regno fu permesso anche di restare a circa duecento famiglie ebraiche facoltose per sovvenire ai bisogni del popolo. Le necessità economiche spinsero gli spagnoli, di lì a qualche anno, a favorire il ritorno degli ebrei e a legalizzare la loro presenza.
La rinascita ebraica di Trani avviene nel 2004 grazie agli ebrei pugliesi e al Rav Shalom Bahbout. Il 15 luglio 2004 viene indetta l'Assemblea costituente degli Ebrei di Trani; contestualmente il Comune di Trani restitusce la sinagoga Scolanova ad uso religioso. La comunità di Roma fornisce 2 Sefarim. Nel 2006 la Comunità Ebraica di Napoli formalizzava l'elevazione di Trani a Sezione, beneficiando dei fondi derivanti dalla legge n.175 finalizzati al pieno recupero della Sinagoga Scolanova. Nel maggio 2007 la comunità madre di Napoli dona alla Sezione tranese un Sefer.[7][8][9]
Note
^Fonte: Un quartiere ebraico mediterraneo e la sua eredità architettonica: La Giudecca di Trani, Italia (1000–1550) , Mauro Bertagnin, Ilham Khuri-Makdisi e Susan Gilson Miller).
^Gli ebrei a Trani|Sinagoga Trani, su sinagogatrani.sistemab.it. URL consultato il 31 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014).