La Compagnia dei Corrieri Veneti, ufficialmente Compagnia dei Corrieri della Serenissima Signoria per Roma[1], era una corporazione privata che ebbe un ruolo prevalente nel servizio postale della Repubblica di Venezia.
Storia
Nella seconda metà del Duecento a Venezia sono attestate due servizi di messaggerie. I messaggeri di stato (cursores) dipendevano dalla magistratura cittadina dei sopracursores ed esercitavano l'attività di corrieri per le amministrazioni della Serenissima, portando dispacci da e verso la Dominante.
Dalla magistratura dei "Sopracconsoli dei Mercanti" dipendeva il dispaccio della corrispondenza commerciale. Probabilmente, tuttavia, i corrieri adibiti ai due servizi erano gli stessi[2].
Nel 1306 una deliberazione del Maggior Consiglio abolì la carica di sovracursore e pose i corrieri sotto il controllo dei Provveditori di Comun della Repubblica di Venezia. I corrieri erano in buona parte stranieri, in quest'epoca erano soprattutto fiorentini. Portavano lettere private solo in via straordinaria[2].
Il vero e proprio servizio postale nacque solo nel Rinascimento con la diffusione della posta dei cavalli
[2].
In seguito alla pace di Ferrara del 1428 la Repubblica veneta annetté anche il territorio di Bergamo. Nel decennio successivo i corrieri
della Bergamasca (soprattutto della Val Brembana con la famiglia Tasso)[3] vennero a Venezia a esercitare il loro mestiere, in cui erano già famosi[4].
Verso la fine del secolo i Tasso si organizzarono in corporazione con il nome di Compagnia dei Corrieri dei Roma[4][5].
Gli statuti e le deliberazioni della Compagnia erano riportati su di un codice miniato, chiamato Mariegola[3], che inizia nel 1490[6].
A capo della Compagnia era un "Gastaldo", poi sostituito dal "Corrier Maggiore"[7].
Nel Cinquecento la Compagnia organizzò servizi postali regolari per le principali località estere: Roma, Genova, Milano[4][3], Bologna e Mantova[1]. Mentre le poste interne alla Repubblica erano gestite da organizzazioni incaricate dalle autorità locali[5], dette "Cavallerie".
La strada postale per Innsbruck e Bruxelles ("via di Fiandra") e quella per Vienna ("valigia di Vienna"), infine, erano gestite in esclusiva, la prima dai Thurn und Taxis, la seconda dai Paar[7].
Nel 1747 le poste interne furono nazionalizzate[5]. Nel 1794 l'appalto delle poste fu vinto da un'altra ditta e così terminò l'attività della secolare Compagnia dei Corrieri. Nel 1806, infine, anche il nuovo appaltò cessò e la gestione del servizio postale passò alle "Regie Poste d'Italia" del Regno d'Italia napoleonico[5].
Note
Bibliografia
- Luigi Weiss, I corrieri della Serenissima, Padova, Elzeviro
Voci correlate