La colonia agricola e penale di Mettray fu uno stabilimento penale creato nel 1839 per rieducare i delinquenti più giovani, situata a Mettray, nel dipartimentoIndre e Loira. Chiuso un secolo dopo, nel 1939, questo impianto, a dispetto dei principi idealistici a cui era stato ispirato - educare e rieducare giovani delinquenti attraverso il lavoro della terra - è considerato il primo esempio di colonia penale per ragazzi.
Storia
Creazione
La creazione dello stabilimento, definito fin dalla sua nascita come "colonia agricola e penale", è legata alle riflessioni nate nel movimento filantropico sulla condizione dell'infanzia nell'universo carcerario, in quanto all'epoca non esisteva alcuna separazione tra detenuti maggiorenni e minorenni. Creatori e protagonisti di questa esperienza furono tra gli altri Alexis de Tocqueville, il conte d'Argout, il giurista Charles Lucas, l'architetto Abel Blouet.
Tocqueville, magistrato riformista e deputato influente, relatore in diverse commissioni e autore di disegni di legge sulle prigioni, nel 1831 si recò negli Stati Uniti insieme a Gustave de Beaumont[1]
per studiarne il sistema penitenziario. Al termine del soggiorno, durato 10 mesi, con anche una puntata nel Canada meridionale, i due pubblicarono nel 1833 un opuscolo intitolato Écrits sur le système pénitentiaire en France et à l'étranger, (o Du système pénitentiaire aux États-Unis et de son application en France)[2],
nel quale indicavano, per riformare le prigioni francesi, due sistemi carcerari: quello della prigione di Cherry Hill, basato sull'isolamento individuale secondo il principio del Panopticon, e quello della prigione di Auburn - che servirà poi da modello a Mettray - fondato sul silenzio, il lavoro in comune e la reclusione solo notturna.
Il 3 dicembre 1832 una circolare del conte d'Argout, ministro del Commercio e dei Lavori pubblici, ricordava ai prefetti i loro obblighi in materia di "destinazione all'apprendistato dei fanciulli condannati in virtù dell'articolo 66 del codice penale del 1810". Quest'articolo, mai applicato, riguardava i delinquenti minori di 16 anni che avessero agito senza consapevolezza, e stabiliva una netta distinzione tra la sanzione penale applicata ai condannati adulti e la misura educativa, considerata l'unica adeguata ai minori.
Charles Lucas, ispettore generale delle prigioni del Regno (1833), che era favorevole alla separazione tra fanciulli e adulti in carcere fondandola anzitutto sulla separazione degli spazi residenziali delle due tipologie di detenuti, sosteneva la creazione di colonie agricole, immaginate come istituzioni destinate a "salvare il colono grazie alla terra, e la terra grazie al colono".
Il compito di realizzare quest'idea fu assunto dal visconte Louis-Hermann de Bretignières de Courteilles e da Frédéric-Auguste Demetz. Il primo, ricco proprietario di Turenna, presidente della commissione per la riforma delle prigioni dipartimentali, mise a disposizione del progetto una sua proprietà di 700 ettari situata a Mettray, che ospitava anche un castello, detto Château du Petit-Bois. Demetz, avvocato e consigliere di Corte d'appello, aveva viaggiato con Blouet anche in Inghilterra, Belgio, Olanda e Germania per raccogliere idee utili alla costruzione dell'edificio e del sistema educativo della futura colonia, alla cui direzione si dedicò fino alla fine della vita.
Il 4 giugno 1839 nasceva la Société Paternelle, associazione filantropica finalizzata a realizzare e gestire il progetto della colonia[3].
I soci fondatori erano 489 nel 1841, divenuti 769 dieci anni dopo (ma va detto che l'iscrizione erta definitiva e irrevocabile, non si cancellavano nemmeno i soci defunti).
La struttura (privata, si ricorda) comprendeva, oltre al refettorio e ai dormitori, una cappella, officine, stalle, fattorie-scuola, vasti terreni coltivati e anche una cava di pietra. Accoglieva giovani assolti dai tribunali per aver agito inconsapevolmente o condannati a pene detentive tra 6 mesi e 2 anni, minori detenuti su richiesta del padre, ragazzi affidati alla pubblica assistenza e, dopo una legge del 1912, ragazzi affidati direttamente dai tribunali.
La gestione economica e finanziaria della colonia fu affidata alla Banque Goüin[4]; la famiglia fu costantemente rappresentata nel consiglio d'amministrazione della Paternelle[5].
Capisquadra, coloni e sorveglianti
L'edificio messo in funzione per primo nel luglio 1839, situato vicino ai padiglioni dei futuri coloni, fu la scuola dei capisquadra, una ventina di istruttori scelti per la loro moralità che ricevettero insieme una formazione generale e una formazione professionale. In origine, i capisquadra avevano un ruolo preponderante: presenti ventiquattro ore su ventiquattro, erano incaricati della formazione professionale, dell'insegnamento e della gestione quotidiana.
I primi 8 coloni, provenienti dal carcere di Fontevrault, arrivarono a Mettray il 22 gennaio 1840 e sul frontone del portale d'ingresso trovarono incisa la massima "Meglio prevenire che reprimere". La colonia ebbe presto un vivo successo. Nel 1842 Demetz creò l'"Agenzia della Paternelle", finalizzata a raccogliere fondi, a collocare e a seguire i giovani coloni dopo la liberazione, e nel 1852 divenne unico direttore della colonia. Nel 1855 aprì una sezione riservata ai figli di buona famiglia - una sorta di correzionale privato denominato la Maison Paternelle[6]: il soggiorno - breve e costoso - accoglieva rampolli di famiglie nobili, e fu il principale supporto economico della colonia fino al 1910.
I coloni erano di due tipi, i sedentari e i contadini, classificati secondo le loro attitudini. Chiunque cercasse un apprendista poteva consultare gli elenchi e l'albo d'onore dei coloni per trovare le competenze di cui aveva bisogno.
Regolamento
La colonia di Mettray era organizzata in gruppi (chiamati "famiglie") di 24 ragazzi raggruppati "per età e per condotta".
Ogni famiglia era divisa in due sezioni, ognuna con un capo scelto dagli allievi nel loro gruppo. Ogni "famiglia" aveva un caposquadra responsabile, il "capofamiglia", e risiedeva in un padiglione con al primo piano un ampio dormitorio di amache.
Coprifuoco alle 21:15, sveglia alle 5 da aprile a settembre, alle 6 negli altri mesi.
Gli ospiti erano sotto costante sorveglianza, con uniforme e testa rasata ogni mese.
Gli allievi erano alloggiati, nutriti e istruiti gratis, ma dovevano provvedere a tutte le altre spese. A questo scopo si annotavano su un libretto le somme che erano loro dovute come salario per il loro lavoro, e se ne defalcavano le loro spese allo spaccio della comunità; la retribuzione del loro lavoro era fissata "in modo che l'importo annuo del loro guadagno non superasse di una determinata percentuale l'importo necessario per sostenere le spese sostenute dall'allievo" (regolamento, art. 109).
L'istruzione consisteva in un'ora al giorno, con un po' di calcolo, di lettura e di scrittura, e finiva quando il personale riteneva che il livello raggiunto fosse sufficiente, "per non dare agli allievi conoscenze che, allo stato attuale di istruzione del popolo, sarebbero inadeguate alla condizione che li attende uscendo dalla Colonia" (regolamento, art. 55).
Il lavoro era penoso, il nutrimento mediocre: 750 grammi di pane raffermo distribuito in 4 pasti, un litro di zuppa "di magro" a pranzo e a cena, accompagnata (ma solo a volte) da legumi secchi. Il giovedì e la domenica i ragazzi avevano diritto alla zuppa "di grasso", accompagnata da 75 grammi di carne disossata.
Le infrazioni erano punite con sanzioni economiche (multe, trattenute); la reclusione in cella a pane e acqua interveniva in caso di insubordinazione o cattiva condotta. Il regolamento prevedeva tuttavia che "gli allievi non possono mai essere picchiati" (regolamento art. 148), che "nessun tipo di lavoro potrà essere usato come punizione" (regolamento art. 150), ma pure che "nessuna punizione consentirà all'allievo punito l'esenzione dal lavoro" (regolameento, art. 152).
Malgrado la presenza di un'infermeria e di un servizio medico, la morte per malattia, incidente, assassinio o suicidio non era infrequente[8].
Declino, chiusura, attività attuali
Demetz morì il 2 novembre 1873, dopo aver conservato per 35 anni l'ideale filantropico de La Paternelle. Il suo successore, Louis-Nicolas Blanchard, uscito dalla scuola dei caposquadra, riuscì a mantenerlo per altri 10 anni. Sotto la spinta dell'industrializzazione i direttori dei successivi 20 anni, dal 1884 al 1905, virarono però verso una disciplina militaresca, nella la quale l'insegnamento passava dall'agricoltura all'industria, e nell'organigramma si specializzavano due tipi di figure: i capisquadra diventavano capireparto d'officina, e i sorveglianti educatori specializzati. I tempi erano cambiati e l'istituzione, sostenuta alla nascita dall'entusiasmo dei suoi promotori, cominciò ad avere problemi finanziari e a deperire fino ad essere oggetto di campagne di stampa contro i cosiddetti "bagnes d'enfants" (cioè, bagni penali per fanciulli), e chiusa nel 1939.
In quasi 100 anni di attività la Colonia di Mettray aveva ospitato più di 17mila ragazzi, tra i quali il figlio di Jules Verne, Michel nel 1877, e Jean Genet dal 1926 al '29.
L'associazione La Paternelle tuttavia sopravvisse rinascendo nel 1953 come istituto terapeutico e pedagogico, mentre il sito è stato riconosciuto monumento storico nel 2003[9].
Note
^Gustave Auguste Bonnin de la Bonninière de Beaumont (Beaumont-sur-Dême 1802 - Tours 1866) fu un magistrato e politico riformista francese. L'amicizia con Tocqueville datava dall'inizio delle rispettive carriere in magistratura, fondata sulle origini aristocratiche e sul comune interesse per il diritto e l'economia politica. Per tutta la vita lessero e studiarono insieme, e alla morte di Tocqueville fu Beaumont che diresse la pubblicazione dell'opera omnia del suo amico. Il viaggio con Tocqueville negli Stati Uniti servì a raccogliere elementi di riferimento per la costruzione della casa di correzione della Petite-Roquette, che fu aperta a Parigi nel 1836.
^Du Système pénitentiaire aux États-Unis et de son application en France, suivi d'un appendice sur les colonies pénales et de notes statistiques, par MM. G. de Beaumont et A. de Tocqueville[1]
^La Société Paternelle aveva un illustre precedente nella Société Royale des Prisons, creata vent'anni prima per iniziativa di Luigi XVIII dal duca Decazes, che si ritroverà tra i fondatori della Société Paternelle. Queste organizzazioni di beneficenza costituiscono una vera e propria rete tra le famiglie dell'alta società della restaurazione, in cui si intrecciano funzioni amministrative, politiche, culturali e finanziarie. Si veda in proposito Mettray et le réseau des membres fondateurs cit., dove le ragioni della rete vengono efficacemente sintetizzate: "Questo raggruppamento di grandi notabili attorno al progetto di Mettray evidenzia come, a metà del XIX secolo, la mobilitazione delle élites sociali è sorretta da una spinta di carità non meno che da un riflesso di difesa sociale, cioè dal timore della minaccia al restaurato ordine sociale e morale rappresentato dalle crescenti masse povere.".
^La Banque Goüin è stata un'antica banca privata francese, fondata a Tours nel 1714. Banca locale, ma favorita dai rapporti con i banchieri parigini, con clientela distribuita fra la regione di Tours, Parigi e l'Inghilterra, era la banca dall'aristocrazia locale (grandi proprietari terrieri, banchieri, industriali). Rimase a controllo completamente familiare fino al 1958, quando si fuse con la CIC (Crédit industriel et commercial Ouest).
^presieduto per più di vent'anni, tra i 1881 e il 1904 da Eugène Goüin, detto il Pereire di Turingia.
^Il Codice civile consentiva infatti ai padri di far incarcerare per un periodo da 1 a 6 mesi i figli che procurassero gravi motivi di scontento in famiglia.
^Eugène Nyon (1812-1870) è stato uno scrittore francese, autore soprattutto di vaudeville, di romanzi storici e di racconti per giovani.
^Si veda in Idelette Ardouin-Weiss et Georges-François Pottier, Les décès des enfants de La colonie agricole et pénitentiaire de Mettray in Histoire de la Touraine. Ardouin-Weiss e Pottier dimostrano che il consiglio d'amministrazione e le successive direzioni si impegnarono in tutti i modi possibili, nei rapporti annuali, a minimizzare il numero dei decessi.
^Qui la scheda del Ministero della Cultura francese [2]
Bibliografia
Anne Bignan, Épître aux fondateurs de la colonie agricole de Mettray, 1843 disponibile in Gallica.
Roger Martin du Gard l’évoque, sous le nom de « Fondation Oscar Thibault », pensionnat de Crouy, dans sa suite romanesque les Thibault (Template:2e roman, le Pénitencier (1922).
L’écrivain français Henry Bonnier le décrit dans le Moko (1983) deuxième volume du très beau Cycle de René-Étienne (le premier tome étant L’enfant du Mont Salvat)
Luc Forlivesi, Georges-François Pottier et Sophie Chassat, Éduquer et punir. La colonie agricole et pénitentiaire de Mettray (1839-1937), Presses universitaires de Rennes, Template:Date-.
Le philosophe français Michel Foucault en parle longuement dans la troisième partie (III Le carcéral - p. 343) du quatrième chapitre (IV Prison) de Surveiller et punir, édition Gallimard 1975.
La Colonie agricole et pénitentiaire de Mettray - Souvenirs d’un colon 1922-1927 - Punir pour éduquer ? (Raoul Leger - Suivis des contributions historiques par Jacques Bourquin et Eric Pierre), l’Harmattan.
Idelette Arnouin-Weiss et Georges-François Pottier, Les décès des enfants de la Colonie agricole et pénitentiaire de Mettray.
Histoire des prisons en France 1789-2000, édition Privat, 2002.