Il Codice di Ur-Nammu è un'antica tavola contenente un codice di leggi, il più antico fino ad oggi conosciuto, redatto in lingua sumera alla fine del III millennio a.C. all'inizio della terza e ultima dinastia di Ur.[1]
Sebbene il prologo attribuisca direttamente le leggi al sovrano Ur-Nammu della città di Ur (2112-2095 a.C.), diversi studiosi, sulla base soprattutto di indizi grammaticali, propendono tuttavia ad attribuire il codice al figlio di Ur-Nammu, Shulgi.
Il primo esemplare del codice fu rinvenuto in due frammenti a Nippur e poi tradotto da Samuel Noah Kramer nel 1952. Lo stato di conservazione dell'esemplare non permette di leggere che il prologo e cinque leggi. Altre tavolette furono trovate a Ur e tradotte nel 1965, permettendo la ricostruzione di 40 leggi sulle 57 che compongono il testo. Un altro esemplare scoperto a Sippar contiene delle leggere varianti.
Il codice, oltre a prevedere le pene per diversi reati, stabilisce le misure standard di capacità e di peso.
Note
^ a cura di Lucio Milano, Il Vicino Oriente antico, dalle origini ad Alessandro Magno, 2ª ed., EM Publisher SS, 2022, p. 131, ISBN9788898828241.
Bibliografia
Samuel Noah Kramer, History begins at Sumer, Phladelphia, University of Pennsylvania Press, 1952
Martha T. Roth, "Law Collections from Mesopotamia and Asia Minor", in Writings from the Ancient World, vol. 6, 1995 Society of Biblical Literature, ISBN 0788501046.
Claus Wilcke, Der Kodex Urnamma (CU): Versuch einer Rekonstruktion, in T. Abusch, Riches Hidden in Secret Places: Ancient Near Eastern studies in memory of Thorkild Jacobsen, University Park, Pennsylvania, Eisenbraus, 2002, pp. 291-333 ISBN 1575060612.