Completate fra il 1921 ed il 1922 dai Cantieri Odero di Sestri Ponente, queste unità costituivano un miglioramento della precedente classe Rosolino Pilo, dalla quale differivano per migliore assetto e maggiore velocità. Furono gli ultimi cacciatorpediniere italiani a tre fumaioli ("tre pipe").
Nel 1929, essendo ormai superate, furono declassate a torpediniere, e nel 1936 equipaggiate per potere effettuare il dragaggio di mine[1].
Durante la seconda guerra mondiale prestarono servizio di scorta ai convogli soprattutto sulle rotte per Grecia e Albania e su quelle di cabotaggio fra i porti della costa libica; andarono tutte perdute.
Impostato nel 1919 e varato nel 1921, fu la prima unità della classe[1].
Durante la seconda guerra mondiale operò dapprima in Dalmazia - prendendo parte all'occupazione di alcune isole - e poi in Grecia e Nord Africa. Il 22 agosto 1942 saltò su una mina, mentre navigava da Bengasi a Tobruk[2].
Nel 1927 corse un serio rischio per un incendio in uno dei depositi munizioni, che poté essere domato.
Durante la seconda guerra mondiale effettuò servizio di scorta in Nord Africa e nelle acque costiere italiane sino al 9 settembre 1943, quando, in seguito all'armistizio, si autoaffondò a La Spezia[4].
Impostato nel 1919, entrò in servizio nel 1921[5].
Durante la seconda guerra mondiale fu adibito alla difesa al traffico con il Nord Africa sino all'affondamento, avvenuto il 28 marzo 1941 per urto contro una mina al largo di Palermo[6].
Durante il secondo conflitto mondiale effettuò servizio di scorta ai convogli, principalmente in Libia. Danneggiato da un attacco aereo su Napoli l'8 febbraio 1943, all'armistizio si trovava ancora in riparazione a La Spezia e lì si autoaffondò il 9 settembre 1943. Recuperata dai tedeschi, fu da questi nuovamente affondata nello stesso porto il 4 ottobre 1944[8].
Nel corso del secondo conflitto mondiale fu adibita alla scorta dei convogli e operò in Nord Africa, Grecia, Tirreno e Basso Adriatico.
Il 31 gennaio 1943, uscito dal porto di Bengasi per soccorrere la corvetta Procellaria, saltata su una mina, urtò a sua volta una mina e affondò rapidamente[10] con la morte di 84 uomini[11].
Nella seconda guerra mondiale effettuò servizio di posa di mine e difesa del traffico in Nord Africa (e poi nel Tirreno), speronando e affondando, il 30 luglio 1941, il sommergibile britannico HMS Cachalot. Nel dicembre 1941 recuperò l'unico sopravvissuto dei 767 membri dell'equipaggio dell'incrociatore inglese HMS Neptune, saltato su mine.
Il 9 settembre 1943, in seguito all'armistizio, fu catturata dai tedeschi a Genova e ribattezzata SG. 20, venendo affondata nel porto di Oneglia dagli stessi tedeschi, il 25 aprile 1945[13].