La Classe Enotria era una serie di due motonavi miste merci-passeggeri costruite per l'Adriatica di Navigazione nel 1951 e nel 1952. Rimasero in servizio per la compagnia statale fino al 1975.
Caratteristiche
Le due unità della classe avevano una stazza lorda di poco superiore alle 5 000 tonnellate (5 173 l'Enotria e 5 207 la Messapia) e disponevano di sistemazioni per 81 passeggeri in prima classe, 44 in seconda e 180 in terza classe[3]. Riprendevano il progetto della Calino, unità entrata in servizio poco prima dell'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale ed affondata durante lo stesso[4][3]. Con la sfortunata motonave le due unità della classe avevano in comune anche il progettista degli interni, l'architetto veneziano Nino Zoncada[4].
Gli spazi comuni riservati ai passeggeri di prima classe, posti sul ponte superiore delle navi, comprendevano, da prua a poppa, una veranda con bar, un vestibolo con scalone per i ponti inferiori, una saletta per i bambini, una galleria con uno spazio dedicato alla lettura e il salone da pranzo[4]. Il locale veranda sull'Enotria era decorato da un dipinto di Giovanni Majoli, ispirato alle principali architetture della città di Venezia, che ne occupava tutta la parete poppiera; sempre su disegno di Majoli fu realizzato un mosaico che occupava la parete posta a sinistra dell'ingresso, mentre le tende delle vetrate erano realizzate su disegno di Oscar Saccorotti[4]. Poltroncine e divanetti erano realizzati dalla Cassina su disegno dello stesso Nino Zoncada, mentre le pareti della sala da pranzo, posta a poppa nave, erano decorate con motivi floreali realizzati da Oscar Saccorotti[4]. Sempre Saccorotti realizzò i dipinti, ispirati a Venezia, che decoravano il salone da pranzo della gemella Messapia, sulla quale le pareti dello scalone che portava al vestibolo era interamente rivestito da un mosaico di Giovanni Majoli[4].
Servizio
Nel secondo dopoguerra, l'Adriatica di Navigazione affrontò una prima fase di ripristino delle linee di sua competenza, impiegando a questo scopo le pochissime unità sopravvissute al conflitto, alcune unità recuperate dall'affondamento e diverse altre noleggiate da armatori privati[5]. In seguito, sfruttando gli incentivi concessi dalla Legge Saragat dell'8 marzo 1949, la compagnia statale ordinò alcune unità di nuova costruzione: dopo due unità da carico (Udine e Vicenza) fu il turno di due motonavi miste merci - passeggeri, Enotria e Messapia[1]. La prima fu varata, presso i cantieri navali Luigi Orlando di Livorno, il 3 dicembre 1950, venendo consegnata all'Adriatica l'anno seguente[1]. Il 5 gennaio 1952 l'Enotria partì per il suo viaggio inaugurale, con scali a Genova, Alessandria d'Egitto e Beirut, andando ad affiancare l'Esperia sulla linea per l'Egitto, con partenze alternate da Genova e Trieste[1].
La gemella Messapia fu varata il 23 marzo 1952 ai Cantieri navali di Taranto, venendo consegnata all'Adriatica nel novembre dello stesso anno[1]. Fu destinata alla linea per Grecia, Cipro e Israele, con partenze alternate da Genova e Trieste e scali al Pireo, Limassol e Haifa; dopo l'entrata in servizio della Messapia, anche l'Enotria fu spostata su questa linea, abbandonando il collegamento celere per l'Egitto[1][6][3]. Le due gemelle rimasero in servizio su questa linea, occasionalmente allungata con scali di interesse turistico come Rodi, Heraklion, Mykonos e Corfù, fino al 1975, quando l'ormai dirompente successo del trasporto aereo e le ricorrenti crisi politiche nel Medio Oriente avevano reso non più conveniente l'esercizio delle tradizionali navi di linea, imponendo una radicale ristrutturazione della flotta di Stato italiana[7]. Enotria e Messapia furono tra le prime unità di linea tradizionali a essere fermate, venendo poste in disarmo rispettivamente il 29 aprile e il 5 maggio[7]. Entrambe le navi furono vendute al termine della stagione estiva: l'Enotria prese bandiera cipriota e venne ribattezzata Kowther, mentre la Messapia fu ceduta alla saudita Orri Navigation Lines e rinominata Zamzam. La Kowther fu posta in disarmo all'inizio del 1979 e naufragò il 31 dicembre dello stesso anno, spezzandosi in due mentre veniva rimorchiata verso la Spagna per la demolizione[3][8]; la Zamzam fu invece cancellata dai registri nel 1993.
^(EN) MV Kowther (+1979), su wrecksite.eu. URL consultato il 15 gennaio 2023.
Bibliografia
Francesco Ogliari, Achille Rastelli, Giorgio Spazzapan e Alessandro Zenoni, Trasporti marittimi di linea, volume sesto - Gli anni della Fenice, il Gruppo Finmare, le compagnie sovvenzionate dal 1945 al 1985, Milano, Cavallotti Editori, 1985, SBNRMS2396174.
Pasquale Trizio, Adriatica Venezia (1932-2004), Bari, Gelsorosso, 2008, ISBN978-88-89735-28-2.
Vittorio Marchi e Michele Cariello, Cantiere Fratelli Orlando - 130 anni di storia dello stabilimento e delle sue costruzioni navali, Livorno, Belforte Editore Libraio, 1997, ISBN88-7997-026-7.