La città è la maggiore al mondo per la presenza di edifici realizzati secondo i principi del Movimento Moderno.
Nel 2003 l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha proclamato la Città Bianca di Tel-Aviv Patrimonio Culturale dell'Umanità, come «un sorprendente esempio dell'urbanistica e architettura di una nuova città del primo XX secolo»[1].
La citazione riconosce l'eccezionale adattamento di una tendenza architettonica moderna internazionale alle condizioni culturali e climatiche della città.
Storia
Il progetto di una nuova città giardino, da chiamare Tel-Aviv, fu sviluppato tra le dune di sabbia fuori Giaffa nel 1909[2].
L'urbanista inglese Patrick Geddes, che aveva già lavorato al progetto urbanistico di New Delhi, fu incaricato dal sindaco della città, Meir Dizengoff, di realizzare il masterplan per la nuova città. Geddes iniziò a lavorare al progetto nel 1925 e fu accettato solo nel 1929.[3] La posizione dell'autorità britannica si dimostrava favorevole.
L'ingegnere Ya'acov Ben-Sira contribuì significativamente allo sviluppo del progetto a cui partecipò tra il 1929 e il 1951.[4]
Oggi la "Città Bianca" è significativamente un luogo di attrazione turistica ed un quartiere molto frequentato.
^Barbara E. Mann, A place in history: modernism, Tel Aviv, and the creation of Jewish urban space, Stanford University Press, 2006, p. XI. ISBN 0-8047-5019-X
^Selwyn Ilan Troen, Imagining Zion: dreams, designs, and realities in a century of Jewish settlement, Yale University Press, 2003, p. 146. ISBN 0-300-09483-3