La limetta persiana (Citrus × latifolia (Yu.Tanaka) Tanaka, 1951) è un agrumeibrido, conosciuto anche come limetta senza semi[1], limetta di Bearss[2], limetta di Tahiti[1].
È un ibrido artificiale tra la limetta (Citrus × aurantiifolia) e il limone (Citrus × limon)[3].
Esistono altre specie di agrumi che sono chiamate genericamente "limetta" o, commercialmente, "lime" (pronuncia: /ˈlaim/, dall'inglese[ˈlaɪm]).
Descrizione
L'albero è quasi senza spine, il frutto ha un diametro di circa 6 cm, spesso con le estremità leggermente appuntite, e normalmente si vende ancora verde, mentre a completa maturità diventerebbe giallo. Comunemente è disponibile anche secco, che corrisponde al modo di utilizzo normale nella cucina persiana. Si tratta di un frutto più grande, con una buccia più spessa e aroma meno intenso di quello della limetta (Citrus aurantifolia). I vantaggi della limetta persiana rispetto al lime sono legati alla dimensione maggiore, l'assenza di semi, l'assenza di spine dall'albero, la maggiore resistenza e la più prolungata conservabilità. I frutti sono meno acidi di quelli della limetta e non hanno quello spunto amaro che costituisce una caratteristica della limetta.
Coltivazione
Le piante sono propagate per innesto o per margotta[4]. Una grande quantità di limetta persiana è coltivata, trasformata e esportata ogni anno principalmente dal Messico[5] verso i mercati americani, europei e asiatici[6].
Le limette persiane sono originarie del Medio Oriente e sono state coltivate su larga scala in Iran e nell'Iraq meridionale[7].
Note
^ab(EN) Dianxiang Zhang and David J. Mabberley, 21., su Flora of China Online, efloras.org. URL consultato il 30 giugno 2016.
^(EN) USDA GRIN Taxonomy, su npgsweb.ars-grin.gov. URL consultato il 30 giugno 2016.
^(EN) Citrus × latifolia, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 13 marzo 2023.
^(EN) Agnes Perez, Susan Pollack, Fruit and Tree Nuts Outlook /FTS-333/ (PDF), su webarchives.cdlib.org, Economic Research Service, United States Department of Agriculture, 30 luglio 2008, p. 16.