Choro Q (videogioco 1984)

Choro Q
videogioco
Schermata: il telaio è appena stato spinto giù
Titolo originaleチョロQ?
PiattaformaMSX
Data di pubblicazione1984
GenerePiattaforme
TemaGioco
OrigineGiappone
SviluppoTaito
PubblicazioneNidecom (Giappone), Electric Software (Europa), Sony (Spagna, come Buggy), Philips (Italia)
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputJoystick, tastiera
SupportoCartuccia, cassetta, Softcard[1][2]
Requisiti di sistema
  • Cartuccia/Softcard: MSX 16k
  • Cassetta: MSX 32k

Choro Q (チョロQ?) è un videogioco a piattaforme sulla linea di automobiline Choro Q della Takara, sviluppato nel 1984 per MSX dalla Taito e pubblicato dalla Nidecom in Giappone e poi da vari editori in Europa.[3]

È uno dei primi, insieme a Choro Q Holiday Puzzle (チョロQホリデーパズル?) per PC-88, di una lunga serie di videogiochi sulle automobiline Choro Q.[4]

Modalità di gioco

Il titolo è ambientato in una fabbrica di automobiline Choro Q simili a Maggiolini. Il giocatore controlla un Maggiolino giallo e deve assemblare altre automobiline. L'ambiente è bidimensionale a scorrimento orizzontale, composto dal pavimento e da tre piani di piattaforme sospese, con alcuni buchi che permettono di passare da un piano all'altro. L'auto può viaggiare a destra e sinistra, impiegando un breve tempo per accelerare e per fermarsi, e può saltare.

I nemici sono altre automobiline: fuoristrada, camion, e più avanti autoblindo (queste ultime possono anche sparare). Sono letali in caso di scontro, a meno che il Maggiolino gli salti sopra, nel qual caso solo il nemico viene distrutto. Le auto avversarie viaggiano similmente al protagonista, seguendo percorsi imprevedibili; possono anch'esse saltare su e giù dalle piattaforme e sono pericolose anche in caso di scontro a mezz'aria.[5] Man mano che vengono distrutte ne entrano in gioco altre.

L'obiettivo di ogni livello è assemblare due automobiline, ciascuna composta da tre parti che si trovano sui tre piani, all'estremità sinistra e all'estremità destra dello scenario. Il Maggiolino deve spingere giù dal bordo delle piattaforme, in quest'ordine, il telaio, la chiave per la carica a molla, e la carrozzeria, così l'automobilina si assembla automaticamente al piano terra. Quando la prima automobilina è completata rilascia una moneta power-up, che se raccolta trasforma temporaneamente l'auto del giocatore in un Maggiolino rosso impennato che distrugge i nemici al contatto.

Completate entrambe le automobiline, si passa a un nuovo livello. Tutti i livelli hanno la stessa struttura generale, a parte la diversa disposizione dei buchi, le parti da assemblare distribuite in ordine diverso sui piani, e i nemici più numerosi e agguerriti.[6]

Si perdono vite sia in caso di scontro, sia spingendo in ordine sbagliato o schiacciando accidentalmente le parti di automobile, sia terminando una barra dell'energia che si consuma gradualmente. L'energia avanzata a fine livello si converte in punteggio. Perciò per aumentare i punti può essere conveniente attardarsi a schiacciare nemici, oppure affrettarsi per risparmiare energia.[6]

Accoglienza

Sulla stampa europea Choro Q ricevette almeno due recensioni medie[5][7] e due decisamente buone.[6][8] Secondo la rivista Zzap! (voto 80%) era un gioco simpatico e semplice, ma impegnativo anche per gli esperti.[6] Secondo MSX News grafica, musica e suoni erano geniali e il gioco molto originale.[8] Per MSX Computing il gioco era ben fatto e una sfida sia per novizi sia per esperti, ma il giudizio fu medio per via del prezzo in proporzione troppo alto.[5]

Note

Bibliografia

  • Choro Q (JPG), in Zzap!, anno 3, n. 29, Milano, Edizioni Hobby, dicembre 1988, p. 55, OCLC 955306919.
  • (FR) Choro Q (JPG), in MSX News, n. 3, Parigi, Sandyx, aprile/maggio 1987, p. 9, ISSN 0984-9629 (WC · ACNP).
  • (FR) Choro Q (JPG), in Micros MSX, n. 8, MIEVA, giugno 1987, pp. 18-19, ISSN 0295-5814 (WC · ACNP).
  • (NL) Choro Q (JPG), in MSX Computer & Club Magazine, n. 81, Aktu Publications, febbraio 1996, p. 18.
  • (EN) Choro Q (JPG), in MSX Computing, Haymarket, dicembre 1985/gennaio 1986, p. 64.

Collegamenti esterni

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