La chiesa fu costruita a partire dal 1909 nel nuovo borgo basso di Costamezzana, per sostituire l'ormai inadeguata cappella medievale posta all'interno del castello; i lavori furono completati nel 1917, ma la facciata fu innalzata solo nel 1930, su progetto dell'architetto Camillo Uccelli.[1]
Nel 1953 fu costruita la monumentale scalinata di fronte alla facciata,[1] su progetto dell'ingegner Celeste Merini.[2]
Nel 1954 le due cappelle principali e l'abside furono decorate con affreschi dal pittore nocetano Pietro Furlotti.[1]
Descrizione
La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da tre cappelle per lato, con ingresso a nord-est e presbiterio absidato a sud-ovest.[1]
La simmetrica facciata a capanna, interamente rivestita in laterizio, è preceduta da un ampio sagrato raggiungibile attraverso una monumentale scalinata in pietra a due rampe; dal prospetto aggetta un nartece suddiviso in tre parti, di cui la centrale, più alta, coronata da una cuspide ornata con un motivo a denti di sega; nel mezzo si apre un'arcata a tutto sesto, retta da due pilastri, mentre ai lati si trovano due trifore scandite da colonnine in marmo con capitelli riccamente scolpiti; nel mezzo del portico si affaccia l'ampio portale d'ingresso, delimitato da una cornice intonacata; più in alto è posta una finestra a lunetta, incorniciata in pietra. La parte superiore della facciata è tripartita da quattro paraste coronate da capitelli, su cui si impostano tre grandi arcate a tutto sesto; al centro è collocata una trifora, sormontata da un ampio rosone in marmo bianco traforato; ai lati si trovano due trifore cieche. A coronamento corre lungo i due spioventi del tetto un motivo a scalini.[1]
Dai fianchi aggettano le cappelle; le prime due si sviluppano su una pianta poligonale, con fronti in laterizio decorate con cornici e illuminate da alte monofore ad arco a tutto sesto; le successive sono rivestite, come il campanile, in pietra, frammista a mattoni in corrispondenza degli spigoli. La torre si eleva al termine del prospetto destro; la cella campanaria si affaccia sui quattro lati attraverso aperture rettangolari, sormontate da architravi in pietra; in sommità si staglia sopra al cornicione perimetrale modanato la cupola di coronamento.[1]
Dal retro aggetta l'abside in pietra e mattoni, illuminata da due monofore laterali e da una trifora centrale.[1]
All'interno la navata, coperta da una volta a botte, è affiancata dalle ampie arcate a tutto sesto delle cappelle laterali, scandite da lesene in marmo.[1]
Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale a tutto sesto e chiuso da una balaustra marmorea; l'ambiente, coperto da una volta a botte dipinta, ospita l'altare maggiore a mensa, retto da quattro colonnine in marmo, e l'ambone, ornato con un medaglione raffigurante un'Aquila;[1] sul fondo l'abside è chiusa superiormente dal catino, decorato con un affresco rappresentante l'Ultima Cena, realizzato da Piero Furlotti.[2]
La prima cappella sulla destra, dedicata al battistero, è ornata con un affresco raffigurante il Battesimo di Cristo, anch'esso opera di Furlotti; dello stesso autore è il Martirio di Sant'Agata, posto nella cappella di fronte intitolata a sant'Agata.[2]