La squadra ha vinto nove campionati (otto prima della fusione e un Super Bowl). I Bears detengono i record per il maggior numero di membri introdotti nella Pro Football Hall of Fame, 27, e di numeri di maglia ritirati, 15. Inoltre sono secondi per vittorie nella stagione regolare dietro agli storici rivali dei Green Bay Packers.
Al 2024, secondo la rivista Forbes, il valore dei Bears è di circa 6,4 miliardi di dollari, noni tra le franchigie della NFL.[1]
Originariamente chiamato Decatur Staleys, il club fu fondato dalla impresa alimentare A. E. Staley di Decatur (Illinois) nel 1919 come squadra dell'azienda. Esso fu un genere di inizio tipico per le prime franchigie di football professionistico. La compagnia assunse George Halas e Edward "Dutch" Sternaman nel 1920 per condurre la squadra, di cui essi presero il pieno controllo nel 1921[2]. Le fonti ufficiali della squadra e della lega indicano Halas come fondatore quando raccolse la squadra nel 1920 diventando membro della NFL[3].
La squadra si trasferì a Chicago nel 1921, dove venne rinominata Chicago Staleys. Dopo l'accordo raggiunto da Halas e Sternaman con Staley, Halas acquisì i diritti sulla franchigia per 100 dollari, cambiando nuovamente nome in Chicago Bears. La squadra si trasferì al Wrigley Field, casa anche dei Chicago Cubs di baseball. Come diverse franchigie NFL di quell'epoca, i Bears derivarono il loro nome dalla squadra cittadina di baseball (alcune direttamente, altre indirettamente, come i Bears, Orsi, che da giovani vengono chiamati "cubs"). Ad Halas piacquero le tonalità brillanti di arancio e blu della divisa del suo college, l'Università dell'Illinois, così i Bears adottarono gli stessi colori, seppur in versione più scura.
I Bears dominarono la lega nei suoi primi anni. La loro rivalità coi Chicago Cardinals, la più vecchia nella NFL (oltre che un derby cittadino dal 1920 al 1959), fu uno dei fattori chiave in quattro delle prime sei stagioni della lega. Durante quei sei anni, i Bears persero due volte contro i Canton Bulldogs (entrambe le sconfitte costarono il titolo ai Bears) e quattro volte contro i Cardinals (con un record di 4–4–2 negli scontri diretti in quel periodo). Nessun'altra squadra riuscì a battere i Bears nemmeno una volta in quel periodo.
La rivalità dei Bears coi Green Bay Packers, una delle più antiche e ricche di avvenimenti della storia dello sport professionistico americano, nacque 1921. In un famoso incidente occorso quell'anno, Halas fece espellere i Packers dalla lega per evitare che essi ingaggiassero un particolare giocatore e in seguito li riammise dopo che i Bears avevano ingaggiato quel giocatore[4].
La franchigia giunse al successo in breve tempo sotto la gestione di Halas, vincendo il titolo NFL nel 1921 e rimanendo competitiva nel corso del decennio. Nel 1924 i Bears dichiararono di aver vinto il titolo dopo aver battuto i Cleveland Bulldogs il 7 dicembre, ponendo anche la scritta "Campioni del mondo" nella loro foto di squadra del 1924. La NFL però fece presente che le gare disputate dopo il 30 novembre non avrebbero contato per il titolo e i Bears dovettero accontentarsi del secondo posto dietro a Cleveland[5]. La loro unica stagione con un record negativo avvenne nel 1929.
Dopo le perdite finanziarie della stagione 1932, il socio di Halas Dutch Sternaman lasciò l'organizzazione. Halas conservò il pieno controllo dei Bears fino alla sua morte nel 1983. Egli inoltre allenò la squadra a fasi alterne per 40 stagioni, un record NFL. Nel 1932 i Bears vinsero il loro secondo titolo NFL dopo aver sconfitto i Portsmouth Spartans nella prima gara di football disputata al coperto allo Chicago Stadium.
Nel 1933, la prima stagione in cui la lega adottò la formula dei playoff per determinare la squadra campione, i Bears sconfissero in finale i New York Giants per 23–21 giungendo al loro terzo titolo. Le due squadre si incontrarono in finale anche nell'anno successivo e i Giants, indossando scarpe da ginnastica, sconfissero i Bears 30–13 in uno stadio Polo Grounds congelato.
Dal 1940 al 1947 il quarterbackSid Luckman guidò i Bears alla vittoria in quattro delle cinque finali NFL disputate. La squadra acquisì dall'Università di Chicago il loro vecchio soprannome "Monsters of the Midway" e la loro caratteristica "C", tuttora il simbolo della squadra, oltre che un nuovo tema musicale chiamato "The Pride and Joy of Illinois". Una famosa vittoria durante quel periodo fu il 73–0 inflitto ai favoriti Washington Redskins al Griffith Stadium nella finale del 1940; tale punteggio è ancora oggi il record NFL per il maggior scarto durante una partita. Il segreto dietro quel risultato a senso unico fu la nuova formazione offensiva messa a punto da Halas. La T-formation, come Halas la chiamò, consisteva nell'utilizzo di due running back al posto del singolo canonico. Luckman stabilì diversi record come quarterback dei Bears, alcuni dei quali durarono molto a lungo, fino all'era di Jay Cutler negli anni 2010.[6]
Dopo il declino avvenuto nel corso degli anni cinquanta, la squadra si rialzò nel 1963 quando vinse il suo ottavo titolo NFL, l'ultimo fino al 1985. Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta si misero in mostra grandi giocatori come Dick Butkus, Gale Sayers e Brian Piccolo, che morì a causa di un carcinoma nel 1970. La rete televisiva ABC trasmise un film sulla vita di Piccolo nel 1971 intitolato La canzone di Brian, interpretato da James Caan e Billy Dee Williams nei ruoli di Piccolo e Sayers rispettivamente; Jack Warden vinse un Emmy Award per la sua interpretazione del ruolo di Halas. Il film fu in seguito trasmesso nei cinema dopo essere stato mostrato in televisione.
Halas si ritirò dal ruolo da allenatore nel 1967 e trascorse il resto dei suoi giorni nella dirigenza. Egli divenne l'unica persona a far parte della NFL nel corso dei primi 60 anni della sua esistenza. Fu anche un membro della prima classe di introdotti nella Pro Football Hall of Fame nel 1963. Essendo rimasto l'unico membro fondatore della NFL nel febbraio del 1970, periodo della fusione tra NFL e American Football League, gli altri proprietari resero omaggio a Halas eleggendolo primo presidente della National Football Conference, un incarico che ricoprì fino alla sua morte nel 1983. In suo nome, la NFL chiamò il trofeo della NFC Championship George Halas Memorial Trophy.
1970–2003
Dopo la fusione, i Bears terminarono la stagione 1970 all'ultimo posto della loro division, come era capitato nell'annata precedente. Nel 1975 i Bears scelsero nel draft il running back Walter Payton dalla Jackson State University come prima scelta. Egli vinse il premio di MVP della NFL nella stagione 1977[7][8]. Payton superò lo storico record di Jim Brown di yard corse in carriera nel 1984, prima di ritirarsi nel 1987, e detenne tale primato fino al 2002, quando fu sorpassato da Emmitt Smith dei Dallas Cowboys[9]. La personalità e la carriera di Payton cattivarono i cuori dei tifosi dei Bears, che lo chiamavano "Sweetness" (dolcezza). Egli morì per una rara forma di cancro al fegato nel 1999 all’età di 45 anni.
Il 1º novembre 1983, un giorno dopo la morte di George Halas, la sua prima figlia, Virginia McCaskey, prese il controllo della quota di maggioranza della proprietà. Suo marito, Ed McCaskey, succedette al comando della squadra[10]. Il loro figlio Michael divenne il terzo presidente della storia della società[11]. L'impatto della signora McCasey sulla squadra fu tale che la famiglia la soprannominò la "First Lady degli Sport" mentre il Chicago Sun-Times la classificò come una delle donne più potenti di Chicago[12].
Mike Ditka, che aveva giocato come tight end per i Bears dal 1961 al 1966, fu assunto come capo-allenatore da George Halas nel 1982. Nella stagione 1985 la rivalità tra Bears e Packers si accese di nuovo quando Ditka usò il defensive tackle "Refrigerator" Perry (del peso di 143 kg) come running back in una giocata da touchdown al Lambeau Field, contro i Packers. A fine stagione, i Bears vinsero il loro nono titolo NFL, il primo dalla fusione tra AFL e NFL, nel Super Bowl XX dopo un'annata di assoluto dominio nella lega. L'unica sconfitta stagionale dei Bears giunse nel tredicesimo turno, un Monday Night Football in cui furono superati dai Miami Dolphins. All'epoca si parlò molto del fatto che i Dolphins del 1972 erano stati (e sono tuttora) l'unica squadra a chiudere imbattuta sia la stagione regolare che i playoff. I Dolphins furono vicini a incontrare di nuovo i Bears nel Super Bowl, ma persero contro i New England Patriots nella finale della AFC.
Dopo il titolo del 1985, i Bears rimasero competitivi per tutti gli anni ottanta ma non riuscirono più a fare ritorno al Super Bowl sotto la gestione di Mike Ditka. Dopo il licenziamento di Ditka alla fine della stagione 1992, i Bears raggiunsero i playoff con tre diversi allenatori: Dave Wannstedt dal 1993 al 1998, Dick Jauron dal 1999 al 2003 e Lovie Smith. Prima che Bears assumessero Jauron nel gennaio 1999, Dave McGinnis (coordinatore difensivo degli Arizona Cardinals ed ex assistente allenatore ai Bears con Ditka e Wannstedt) era stato contattato per il posto da allenatore capo. I Bears avevano annunciato una conferenza stampa per proclamare la sua assunzione prima che McGinnis acconsentisse ai termini contrattuali propostigli[13]. Poco dopo l'assunzione di Jauron, la signora McCaskey esonerò suo figlio Michael dall'incarico di presidente, sostituendolo con Ted Phillips e promuovendo Michael a direttore generale. Il periodo di McCaskey come presidente venne ricordato come un "disastro"[14]. Phillips, l'attuale presidente dei Bears, divenne il primo uomo al di fuori della famiglia Halas-McCaskey a condurre la squadra[15].
In occasione del centenario della squadra, il 20 maggio 2019 venne pubblicata una lista dei migliori 100 giocatori in assoluto dei Chicago Bears, votati e selezionati dai curatori della Hall of Fame Don Pierson e Dan Pompei, due dei più famosi giornalisti ad essersi occupati del club nel corso della loro carriera.[17]
I Bears hanno ritirato quattordici numeri, il massimo per una squadra della NFL, e al quarto posto dopo i Boston Celtics (21), i New York Yankees (16) e i Montreal Canadiens (15) negli sport professionistici nordamericani.
Il primo ruolo è il principale mentre gli eventuali successivi indicano i ruoli secondari.
(IR) sta per Injured Reserve ed indica la lista ristretta per un solo giocatore infortunato che può tornare ad allenarsi dopo la settimana 6 e a rientrare in prima squadra dopo che questa ha giocato 8 partite.
(NF-Inj.) / (NF-Ill.) stanno rispettivamente per Non-Football Injured e Non-Football Illness ed indicano le liste dove viene inserito un giocatore che ha un infortunio o una malattia non dipendente dal football americano.
(PUP) sta per Physically Unable to Perform ed indica la lista dove viene inserito un giocatore mentre è in attesa di recuperare la condizione fisica. Nella stagione regolare dopo la sesta partita giocata dalla propria squadra, il giocatore ha tempo tre settimane per riprendere ad allenarsi, più tre settimane aggiuntive dal suo rientro agli allenamenti per rientrare in prima squadra.
^Ranking best Bears of all time, su chicagobears.com, 23 maggio 2019. URL consultato il 26 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2020).