Il padre di Rivel, Pedro Jaime Andreu Pausas, era figlio di un ebanista di Barcellona. Nel 1880, all'età di quindici anni, Pedro e suo fratello Juan abbandonarono la famiglia per seguire il Circo Milá, dove impararono le arti del trapezio.[1]
In seguito, Pedro conobbe e sposò un'acrobata francese, Marie-Louise Lasserre Seguino, decidendo di trasferirsi in Francia, e proprio durante questo viaggio nacque Charlie Rivel.[1][2][3]
Sin da piccolo Charlie Rivel si addestrò in danze acrobatiche, atti di bilanciamento delle mani, cavalcate e a suonare la chitarra, il violino e il mandolino, e nel 1906, esordì come clown.[1][3]
Josep, presentò il suo personaggio di Charlie nel 1916, un'esibizione intitolata "Charlot et les Rivels" e da quel momento, Josep si sarebbe chiamato Charlie Rivel.[1][2][3][4]
Il 15 gennaio 1920, a Valencia, in Spagna, Charlie sposò Carmen Busto, un'attrice nel circo della sua famiglia e ben presto formò un trio comico-acrobatico di successo che si esibì in numerosi circhi e teatri di varietà, come il London Coliseum nel 1923 e, l'anno successivo, il Cirque d'Hiver a Parigi, poi il Bertram Mills Circus all'Olympia di Londra.[1]
Charlie Rivel si caratterizzò trasformandosi in un personaggio eccentrico con grande trucco e costume, con i capelli rossi, il grande naso rosso quadrato, la maglietta rossa lunga, le scarpe nere oversize e il comportamento infantile.[1][3][4]
Però nel 1935, a Francoforte sul Meno, Charlie Rivel decise di separarsi da suo padre e dai suoi fratelli e di costruire una carriera con i suoi figli e sua moglie, soprattutto in Germania, dove recitò anche in un film di successo diretto da Wolfgang Staudte, intitolato Akrobat Schööön! (1943).[1][3][5]
Dopo la seconda guerra mondiale Charlie Rivel passò ad uno spettacolo come solista, abbandonando per sempre il suo trapezio volante, e sviluppando uno show musicale con sedia e chitarra e la sua parodia di una diva dell'opera, che diventarono i pezzi centrali del programma natalizio del Cirque Medrano.[1][3][4]
Charlie Rivel ha pubblicato la sua autobiografia in Danimarca nel 1971, dal titolo Stakkels Klovn (Povero clown), tradotta in numerose lingue.[1][2][3]
Negli ultimi anni ottenne premi e riconoscimenti, ma soffrì di problemi respiratori e il 26 luglio 1983 morì nell'ospedale di Sant Pere de Ribes, in Catalogna, in Spagna.[1][3][5]
(DA) Adi Holzer, "clown!" hommage a charlie rivel, Sorø, Verlag Ho + Storm, 1991.
(ES) Jordi Jané, Charlie Rivel, Barcellona, Generalitat de Catalunya, 1996.
(ES) Jordi Jané, Jordi, Centenari Josep Andreu i Lasserre, Charlie Rivel: 1896-1996, Barcellona, Generalitat de Catalunya. Departament de Cultura, 1996.
(DE) Thomas Klinger, Charlie Rivel: Schööön!. "Zum 85jährigen Geburtstag d. grossen Clowns". Zus. mit Hans Albrecht Lusznat, Francoforte sul Meno, Eichborn Verlag, 1981.
(DA) Charlie Rivel, Stakkels Klovn, Copenhagen, Nordisk Forlag a.s., 1971.
(EN) Charlie Rivel, Poor Clown, Londra, Michael Joseph, Ltd., 1973.
(FR) Tristan Rémy, Les Clowns, Parigi, Bernard Grasset, 1945.
(ES) Josep Vinyes Sabatés, Charlie Rivel, Barcellona, Thor, 1983.
(DE) Toni Meissner, Variationen über das Scheitern: Charlie Rivel, in Die grossen Clowns, Königstein im Taunus, Athenäum, 19.