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Simboli
Come descritto nello statuto, il comune «adotta lo scudo sannitico moderno, al centro, nel posto d'onore, è raffigurato un cervo slanciato verso destra, sullo sfondo il cielo è di colore azzurro. Nei cantoni destro, sinistro e nella punta sono raffigurate tre montagne di colore verde.»[4]
Il gonfalone è un drappo di azzurro riccamente decorato d'argento.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di Maria Santissima della Visitazione.
La chiesa, intitolata anche a sant'Elisabetta e a san Felice[non chiaro], si trova nei pressi dei ruderi della rocca medievale del centro storico. È costruita interamente in pietra locale, possiede un antico campanile e un portale d'ingresso del XV secolo. L'interno contiene tesori d'arte: alla prima metà del Seicento risale il quadro ad olio su tela che rappresenta la Visitazione, attribuito a Vincenzo Manenti di Orvinio, e al medesimo periodo appartiene anche l'altro dipinto, posto sull'altare maggiore, che raffigura la Madonna del Carmine. Sotto l'altare maggiore è conservato il corpo di un martire della chiesa, dono di Pio VI a Cervara, trovato nelle catacombe di San Callìsto a Roma. Vicino fu trovata una lapide con l'iscrizione "Felix" così gli fu dato il nome di San Felice che è il protettore del paese.
Chiesa di Santa Maria della Portella.
La chiesa prende il nome dalla posizione presso le porte del paese. È situata in posizione dominante la valle dell'Aniene. Fu istituita nel 1702 dai Padri Gesuiti "in occasione delle sante missioni che fecero in detta terra"; ma la sua costruzione potrebbe porsi tra il 1514 e la fine degli anni sessanta. All'interno si conserva una statua in terracotta raffigurante una Madonna con Bambino.
Chiesa di Sant'Emidio
Chiesa di San Rocco, santo protettore dalle epidemie e in particolare della peste, posta sulla via di Camerata e "della porta in montagna".
Parco di Campaegli, definito di grande interesse archeologico prof. Cannata, Piano d'assetto- Comunità Montana dell'Aniene 1968 - Dolina Carsica chiamata Grotta Stoccolma
Al 31 dicembre 2013 a Cervara di Roma risultano residenti 34 cittadini stranieri[6].
Lingue e dialetti
Una vasta area tra il gruppo sabino e il gruppo romanesco dei dialetti mediani si insinua dalla valle dell'Aniene dove la distinzione preromanza fra -ô e -ö si contestualizza in un sistema vocalico per cui l'-ö resta o se la tonica è e od o, diventa u se invece la tonica è i, a od u. L'area è generalmente inclusa nel gruppo sabino ad eccezione dei colli albani, e tali condizioni fonetiche vengono definite cervarole, dal nome di Cervara di Roma.
Tradizioni e folclore
15 agosto Processione dell'Inchinata caratteristico incontro tra due processioni.[senza fonte]
16 agosto Festa di San Rocco con ballo della "Mammoccia", pupazza di carta intorno alla quale avvengono i festeggiamenti.[senza fonte]
fine agosto "Palio di Campaegli", Torneo cavalleresco, "campo d'arme" di Campaegli[senza fonte]
Cultura
Istruzione
Musei
Museo della Montagna: transumanti e pitturi. Il museo si sviluppa su due piani, si articola nelle principali sezioni dedicate alla pastorizia, ai grandi cicli cerimoniali, all'attività femminile, ai costumi locali, con relativa oreficeria, "topoi" del bel costume italiano, all'agricoltura, all'artigianato, alla religiosità, a Munistrigliu, località che ospitava sia il santuario rurale della Madonna della Portella che la fonte e il lavatoio, importante punto di ritrovo delle donne del paese. Offre attualmente al visitatore un apparato didattico consistente in schede in italiano, in inglese ed in Braille.
Arte
Le caratteristiche naturali di Cervara sono state spesso motivo di richiamo. Fin dai primi anni del 1800 fu inserita nell'itinerario degli artisti stranieri che, nel loro soggiorno romano, oltre ad ammirare le vestigia antiche e le opere d'arte conservate nei musei, presero a perlustrare i dintorni.
Il primo a realizzare un'opera a Cervara fu Joseph Anton Koch, pittore di origine tirolese che, soggiornando nella Campagna Romana (ad Olevano Romano) per più di trent'anni nel periodo estivo, vi giunse nel 1810 e ne lasciò una testimonianza in un'incisione.
Vi fu perfino Samuel Morse, pittore, storico, ma soprattutto conosciuto per essere l'inventore del famoso codice Morse; caricati i bagagli su due muli giunse da Subiaco il 24 maggio 1830 ("Il paesaggio è grandioso, passato un querceto, appare Cervara dove si arriva per un sentiero di capre. Nessuna carrozza ci passerebbe mai...C'è qualcosa di stranamente maestoso nella calma di un posto come questo. Vi regna, per lo più, un silenzio perfetto").
E ancora il pittore tedesco Ernst Willers, che nel 1836 realizzò un quadro conservato oggi nella Kunsthalle (pinacoteca) di Brema, scrittori quali Edward Lear, che eseguì nel 1838 alcune litografie; il critico letterario francese Théophile Gautier, il pittore realistaJean-Baptiste Camille Corot, Karl von Blaas, che fu influenzato dai Nazareni, gruppo di pittori romantici tedeschi attivi a Roma e Provincia nel XIX secolo; l'austriaco Robert Wellmann, che fu il primo artista a giungere nel 1900, il quale acquistò in contrada "la Maddalena" una villa in cui visse ed operò per alcuni anni. E infine Oskar Kokoschka, pittore e drammaturgo austriaco che studiò a diretto contatto con Gustav Klimt nel periodo della Secessione viennese, giungendovi nel 1930.
Dopo la seconda guerra mondiale, fu solo negli anni sessanta che il legame tra gli artisti e Cervara tornò a saldarsi. Sante Monachesi il fondatore del "Movimento Futurista Marche", il neorealistaDomenico Purificato e Aldo Riso, furono tra i primi ad avventurarsi per le stradine del centro storico. In questi anni spicca sicuramente il poeta spagnolo Rafael Alberti, dove una sua poesia domina la piazza principale. Simbolo di una poesia incentrata sull'impegno politico e civile, fu costretto a trascorrere buona parte della sua vita in esilio tra Francia, Messico, Argentina e dal 1964 visse in Italia in provincia di Roma, per poi far ritorno nella sua terra natìa solo dopo la morte di Francisco Franco.
Negli anni settanta numerosi artisti (tra cui Eric Hebborn, Giuseppe Ciotti e Julianos Kattinis) vollero lasciare sui muri traccia del loro paesaggio con affreschi e murales. Agli inizi degli anni ottanta il maestro Vincenzo Bianchi, titolare della Cattedra di Scultura dell'Accademia di belle arti di Firenze, coadiuvato dai suoi allievi, realizzò forme scultoree sulla roccia calcarea a strapiombo sulla piazzetta, definita "La Montagna D'Europa" dedicata alla pace nel mondo, modellata con sculture simbolo di fratellanza, pace e solidarietà.
Ma tra tutti gi artisti che hanno soggiornato e lasciato una loro testimonianza del paese, il pittore che ha immortalato il piccolo comune rendendolo famoso in Italia e in Europa fu Ernest Hébert (Grenoble, 1817 – La Tronche, 1908). Innamorato delle "cervaroles", fu il cantore di ogni loro espressione, di ogni loro gesto. Si installò nel paese ed iniziò a vivere la vita semplice, rude ed austera dei paesani. L'ambiente circostante ed il paesaggio crearono in lui una serenità d'animo ed una forza ispiratrice tanto che realizzò opere altamente significative, quasi tutte, in seguito, esposte con largo consenso della critica: Rosanera alla fontana, Le pic de Cervara (Il picco di Cervara), Une rue a' Cervara (Una strada di Cervara), Porteuse d'eau de Cervara (Portatrice d'acqua), Les Cèrvaroles (Donne di Cervara).
Il quadro che più di tutti eccelle è Les Cèrvaroles ora esposto a Parigi al Museo d'Orsay.
Musica
Ennio Morricone ha composto musiche inedite dal titolo "Notturno per Cervara" e "Passacaglia per Cervara" nel 1998, dirette da Andrea Morricone con Roma Sinfonietta a Cervara il 2 luglio 1998.
Cinema
Cervara è uno dei luoghi dove è stato girato il film di Checco ZaloneQuo vado? del 1º gennaio 2016 col finto nome di Castrovizzo.
Gemellata con l'Isola di Marstrand (Göteborg, Svezia), dove la Forteresse è connessa alla frazione Campaegli con il nome del movimento di difesa della identità storica partigiana e popolare "Castello Cervara".