Il cavolfiore è una cultivar di cavolo.[1] Il cavolfiore è caratterizzato da un'infiorescenza, detta corimbo, testa o palla, costituita da numerosi peduncoli fiorali, molto ingrossati e variamente costipati. L'infiorescenza a corimbo, che può assumere una varia colorazione (bianca, paglierina, verde, violetta) costituisce la parte commestibile dell'ortaggio.
Varietà
Il cavolfiore ha numerose varietà, che vengono distinte in base all'epoca di maturazione, per cui vi sono varietà precocissime (raccolte ad ottobre), precoci (raccolte a novembre-dicembre), invernali (raccolte a gennaio-febbraio) e tardive (raccolte da marzo a maggio).
Bianco
Il cavolfiore bianco presenta il colore più comune, con un'infiorescenza bianca, circondata da foglie verdi.[2]
Arancia
Il cavolfiore arancione contiene beta-carotene come pigmento. Questo tratto ha avuto origine da una mutazione naturale rinvenuta in un campo di cavolfiori in Canada.[3] Le cultivar includono "Cheddar" e "Orange Bouquet".
Verde
Il cavolfiore verde è disponibile nella forma normale dell'infiorescenza oppure con un infiorescenza frattale chiamata broccolo romanesco. Entrambi sono disponibili in commercio negli Stati Uniti e in Europa dall’inizio degli anni ’90. Le varietà a testa verde includono "Alverda", "Green Goddess" e "Vorda". Le varietà romanesche includono "Minareto" e "Veronica".
Viola
Il colore viola di questo cavolfiore è causato dalla presenza di antociani, pigmenti idrosolubili che si trovano in molte altre piante e prodotti a base vegetale, come il cavolo rosso e il vino rosso. Le varietà includono "Graffiti" e "Purple Cape".
Cavolfiore bianco e verde
Broccolo romanesco
Cavolfiore arancione
Cavolfiore viola
Coltivazione
Il cavolfiore preferisce terreni freschi, profondi, di medio impasto. La semina avviene in semenzaio tra maggio e luglio; per le produzioni primaverili avviene a gennaio. Il trapianto in campo delle piantine viene effettuato 40-50 giorni dopo la semina. Prima del trapianto, il terreno viene preparato con un'aratura, con cui si esegue anche la concimazione, preferibilmente organica. I lavori successivi al trapianto consistono in una o due sarchiature. L'irrigazione è praticata dopo il trapianto (a luglio-agosto) e durante la crescita dell'infiorescenza se si verifica siccità. La raccolta viene effettuata tagliando il torsolo alla base.
Il cavolfiore può essere consumato bollito, fritto, arrostito , cotto al vapore o crudo. Può essere usato come contorno, in insalate o anche come piatto principale, nella preparazione di zuppe di verdura. Contrariamente a ciò che si pensa, questo ortaggio può essere mangiato anche crudo, misto alle insalate.
Si deve prendere solo la parte superiore del "fiore", le cosiddette testine (il resto si può usare cotto come al solito), e tagliarle a fettine sottili il più possibile. Queste, aggiunte alle verdure miste, saranno una prelibatezza. Un buon misto può essere fatto da varietà diverse di cicorie, lattughe e indivie. E ancora, spinaci, cavolo cappuccio o verza, sempre tagliati sottili, cetriolo, pomodoro, rucola, valerianella o gallinella che dir si voglia, erba cipollina, tarassaco e infine cipolla, sempre tagliata sottile e da aggiungere alla fine. Il tutto condito con sale, limone e olio d'oliva.
Il cavolfiore è anche l'ingrediente principale di molti piatti della cucina Siciliana, tra cui la celebre pasta con i broccoli "arriminati".[4]
Note
^(EN) Brassica oleracea L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 febbraio 2021.