Il Castello (in tedesco: Schloss) di Saarbrücken è un complesso nobiliare barocco nel capoluogo della Saarland, Saarbrücken. Si trova nel quartiere detto Alt-Saarbrücken (vecchia Saarbrücken) sulla riva sinistra della Saar. La struttura attuale ha sostituito l'iniziale castellomedioevale e un secondo castello di età rinascimentale.
Il castello è oggi occupato prevalentemente da uffici amministrativi, nonché in parte dal Museo Storico della Saar. Sotto la Piazza del Castello sono stati messi in luce resti del Castello Medievale con alcune casematte.
Storia
Fino al XVI secolo
Le fonti storiche nominano nel 999Castell Sarabruca[1], che nel 1009 viene indicato con il nome di Veste (= fortezza) Sarebrugka[1]. Enrico IV donò Castel Salentburca ad Adalberone III,[1] vescovo di Metz. La fortezza fu distrutta nel 1168 per ordine dell'imperatore Federico Barbarossa.[1] Successivamente, nel 1277, documenti di archivio menzionano Castel e Bourg.[1]
Un documento datato 1485 riporta che il conte Giovanni III di Nassau-Saarbrücken aveva ricevuto nel precedente 1459 "entrambe le città" da fortificare e difendere.[2] Giovanni IV della medesima linea di conti costruì nel 1563 ulteriori fortificazioni e un ponte levatoio.[3]Filippo IV nel 1575 costruì la Sommerhaus(casa d'estate).
Seicento e Settecento
Il castello fu distrutto da truppe imperiali il 16 maggio 1677[4] e fu ricostruito nel 1696 a cura dell'architetto Josef C. Motte, per la contessa Eleonora Clara, vedova di Gustavo Adolfo di Nassau-Saarbrücken.
Dopo la morte di Federico Luigi di Nassau-Saarbrücken nel 1728 il Castello passò ai conti di Nassau-Usingen, che affidarono all'architetto Friedrich Joachim Stengel numerose attività in tutta la città, tra cui anche (1748) il rifacimento del Castello con funzioni esclusivamente residenziali e non più difensive.
XIX e XX Secolo
Nel 1793, all'epoca della Rivoluzione Francese, il Castello fu gravemente danneggiato da un incendio. Nel 1810 fu ricostruito e assegnato a otto famiglie della borghesia cittadina. Infine tra il 1908 e il 1920 il Castello passò all'amministrazione pubblica del Circondario di Saarbrücken.
Nel frattempo, ulteriori lavori avevano cambiato alcuni aspetti del Castello, che rimaneva comunque molto più piccolo del complesso di età barocca.
Nel 1938 fu aggiunta una facciata in stile neobarocco per la parte centrale del cortile.
Sotto il Nazismo il Castello fu usato come base della Gestapo (la circostanza è ricordata oggi dalla Piazza del Memoriale Invisibile, in tedesco Platz des Unsichtbaren Mahnmal, di fronte al Castello).
Durante la Seconda Guerra Mondiale l'ala occidentale fu gravemente danneggiata ma fu ricostruita poco dopo, nel 1947/48.
A causa del deterioramento dell'edificio, le autorità di Saarbrücken decisero nel 1981 di procedere a un risanamento dell'edificio, con la costruzione di un nuovo padiglione centrale di aspetto moderno. I lavori si conclusero nel 1989; vi contribuì tra gli altri l'architetto Gottfried Böhm, che creò un padiglione centrale secondo canoni artistici contemporanei.[5][6][7]
Note
^abcdeHermann Jungk: Regesten zur Geschichte der ehemaligen nassau-saarbrückischen Lande bis 1381. (DE)
^Albert Ruppersberg: Geschichte der Grafschaft Saarbrücken. (DE)
^Hessisches Hauptstaatsarchiv Wiesbaden: 1002, 4, p. 414. (DE)
^Adolph Köllner: Geschichte der Städte Saarbrücken und St. Johann. (DE)
^Architektengemeinschaft G. Böhm, N. Rosiny, K. Krüger, L. Rieger, E. Fissabre mit A. W. Maurer, Baumeister Mai 1997 Zeitschrift für Architektur, ISSN 0005-674X (DE)
^(FR, EN, DE) Le château de Sarrebruck, su Saarbrücken. URL consultato il 22.12.2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
Bibliografia
Erich Fissabre, Alfred Maurer: Gestaltbild Barockschloss Saarbrücken 1739-1748. Methoden, Arbeitsweisen, Quellen der Rekonstruktion. Eigenverlag 1980.
Alfred Maurer: Die Baugeschichte des Saarbrücker Schlosses und deren Erforschung. In: Jürgen Karbach, Paul Thomes (Hrsg.): Beiträge zum Stengel-Symposion anläßlich des 300. Geburtstages von Friedrich Joachim Stengel am 29./30.9.1994 im Saarbrücker Schloß. (= Zeitschrift für die Geschichte der Saargegend. 43,1995). Historischer Verein für die Saargegend, Saarbrücken 1995, ISSN 05139058 (WC ·ACNP), S. 177–217.
Reinhard Schneider: Das Saarbrücker Schloss. In: Rheinische Heimatpflege. Jg. 22, Nr. 2, 1996, ISSN 0342-1805 (WC ·ACNP), S. 81–90.
Alfred Maurer: Nachholbedarf an Tradition In: Baumeister – Zeitschrift für Architektur, Planung, Umwelt Jg. 77, Nr. 2, 1980, ISSN 0005-674X (WC ·ACNP), S. 124–125.
Alfred Werner Maurer: Der künstlerische u. stilgeschichtliche Einfluss der architekturtheoretischen Schriften von Nicolaus Goldmann und Leonhard Christoph Sturm auf die Bauwerke F.J. Stengel, Philologus Verlag, 2006
Alfred Werner Maurer: Friedrich Joachim Stengel, seine Bauwerke und das Verhältnis zur Architekturtheorie, Philologus-Dokumente Basel (CH) 2009.
Stefanie Marsch: Vom Glanz eines Prunkbaus. Baumeister Stengels Barockschloss hat eine wechselhafte Geschichte. In: Saarbrücker Zeitung (Momente) v. 4./5. Juli 2009, S. E8