Il castello, la cui storia è pressoché ignota,[2] secondo alcune ipotesi fu costruito dai conti Rossi, feudatari della zona fino alla seconda metà del XV secolo, e poi fu alienato alle famiglie Fascinati e Polli,[3] ma l'assenza degli elementi tipici delle strutture difensive fa propendere per un'origine successiva, entro il XVII secolo, forse per volere dei conti Cantelli, feudatari di Panocchia[4][1] e già proprietari di un edificio nel borgo almeno dal 1422.[5]
In seguito alla scomparsa nel 1736 dell'ultimo conte Paolo Cantelli, l'edificio fu ereditato dal marchese Alfonso Bevilacqua, suo pronipote, che aggiunse al proprio il cognome del prozio.[6]
La struttura, più volte modificata, divenne residenza estiva della famiglia, che vi ospitò vari personaggi illustri,[1] tra i quali il poeta Carlo Innocenzo Frugoni, che ricordò il soggiorno in uno dei suoi componimenti.[7]
Nel corso del XX secolo l'edificio fu destinato a sede di un'attività artigianale.[3]
Nel 1974 fu comprato dai fratelli della famiglia piacentina Nicelli, che in seguito lo trasmisero ai loro discendenti.[senza fonte]
Descrizione
L'edificio, frutto di modifiche nei secoli, si sviluppa su una pianta a L, con due torrioni dalle forme quattrocentesche a base rettangolare posti alle estremità del lato più lungo, parallelo alla strada, e una più alta ed esile torre, nello stesso stile, collocata al centro del corpo principale meridionale.[8][1]
I prospetti, rivestiti in pietra e laterizio, sono caratterizzati dall'andamento a scarpa della muratura inferiore e dalla presenza di due cornici marcapiano in aggetto nei due primi livelli; alla base delle torri si aprono ampi portali d'ingresso ad arco a tutto sesto, mentre in sommità si sviluppano fasce di alti beccatelli, ripresi anche nella torretta meridionale. Il lato est sul retro presenta un loggiato ad arcate a tutto sesto, in alternanza chiuse da vetrate e murate.[9]
All'estremità sud il massiccio corpo principale, probabilmente più antico, è caratterizzato dalla presenza di piccoli oculi ovali in corrispondenza del sottotetto.[9]
Note
^abcdCosa Fare, su ciato.it. URL consultato il 18 febbraio 2017.
^Pannocchia, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2017).