L'attuale territorio di Castelfidardo è stato occupato dall'uomo sin dal Paleolitico come dimostrano gli svariati strumenti in selce rinvenuti nella pianura del fiume Musone[5]. Alla fine dell'Età del rame-inizi Età del bronzo risale invece un insediamento scoperto in contrada Campograsso, nei pressi del fosso Vallato: si trattava probabilmente di una piccola comunità dedita all'agricoltura e all'allevamento, integrati da caccia e pesca, che abitava in un villaggio di capanne[6]. Per l'Età del ferro sono note alcune sepolture riferibili al popolo dei Piceni. In particolare risulta interessante una tomba, datata tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., scoperta in zona Figuretta, che testimonia i contatti commerciali tra gli abitanti dei colli fidardensi e le popolazioni picene del Conero[7].
In epoca romana, il territorio del Comune di Castelfidardo, apparteneva quasi interamente alla colonia di Auximum. A testimoniare tale lontano passato, restano sul terreno i segni di due grandi blocchi di centurie, uno localizzato nelle frazioni di Crocette e Villa Poticcio, l'altro a sud del centro abitato[8]. Il territorio fidardense era inoltre attraversato da strade che mettevano in comunicazione Auximum con le città di Numana e Potentia e dalla grande viabilità costiera che collegava il nord con il sud della penisola[9]. Tra le scoperte archeologiche di età romana, da segnalare una fattoria rinvenuta in contrada Quercia Bella e un'epigrafe, venuta alla luce tra le rovine dell'antica chiesa di S. Vittore, contenente una dedica a Numeriano Cesare (282-283 d.C.).
Età medievale
Verso l'anno mille, in prossimità di un'area occupata da un bosco, denominato vualdum de Fico, venne eretto il maniero che assunse la denominazione di Castrum Ficardi[10]. La prima notizia storica relativa al Castrum è in un documento, del 24 maggio 1139, nel quale papa Innocenzo II confermava all'eremo di Fonte Avellana i suoi diritti sulla chiesa di S. Silvestro posta nelle vicinanze del castello[11]. Negli stessi anni un fidardense, tale Guido, veniva nominato cardinale[12].
Alla fine del secolo XII, Castelfidardo, pur mantenendo una certa autonomia comunale, era costretto a giurare fedeltà al vescovo Gentile di Osimo (1196). In questo periodo numerosi furono i conflitti tra le comunità della Marca, legate alcune al Papato e altre all'Impero, che furono ricomposti con la pace di Polverigi del 1202 alla quale aderì anche il Comune fidardense. Contrasti con i Comuni limitrofi si ebbero comunque fino al XV secolo. Nel 1240 Castelfidardo veniva semidistrutto dalle milizie di re Enzo, mentre nel 1354 era saccheggiato dalla compagnia di ventura guidata da frà Moriale[13].
Nel 1357 Castelfidardo veniva citato come terra parva nelle Costituzioni Egidiane. Il centro abitato era diviso in tre parti (terzieri) denominati Cassero, Varugliano e Montebello ed era completamente circondato da mura dotate di torri[14]. Le porte di ingresso erano tre: porta del Sole, porta di Sasso e porta del Cassero. Alla fine del Trecento Castelfidardo era retto da un Consiglio generale, costituito da 60 uomini, al quale spettava le più importanti decisioni politiche ed amministrative. Nel Medioevo il Comune di Castelfidardo aveva degli statuti la cui edizione a stampa è del 1588[15].
Quando Alessandro Sforza cercò di appropriarsi di Castelfidardo, gli abitanti chiesero ed ottennero la protezione della Repubblica di Ancona; quando poi, nel 1445, anche il comune di Recanati mosse guerra per ampliare i suoi territori a spese dei fidardensi, Castelfidardo chiese di entrare nei territori della Repubblica di Ancona, nell'intento di trovare protezione. Il papa Eugenio IV appoggiò la richiesta e per nove anni Castelfidardo fu uno dei castelli di Ancona. Già nel 1454, su spinta del comune di Osimo, Castelfidardo si staccò da Ancona[16].
Età moderna
Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento nascevano a Castelfidardo i primi borghi fuori le mura: il borgo del sole e quello delle “cascine”. Nel 1602, lungo la via da Ancona per Loreto, presso la chiesa di Crocette, veniva istituita la fiera che tuttora si svolge nel mese di settembre[17]. Nel corso del Settecento il centro urbano subiva numerose trasformazioni con la ristrutturazione del palazzo comunale, la ricostruzione del convento di San Francesco e di quello di San Benedetto e l'edificazione della chiesa Collegiata. Nel XIX secolo da ricordare la battaglia di Castelfidardo, avvenuta il 18 settembre 1860, quando i piemontesi guidati dal generale Cialdini sconfissero le truppe del generale Lamoricière che difendevano lo Stato Pontificio.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR dell'8 settembre 2000.[18]
«Di rosso, al castello d'oro, merlato alla guelfa e torricellato di tre pezzi, aperto e finestrato del campo, posto sulla campagna di verde. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone è un drappo di verde con la bordatura di rosso.
Palazzo comunale: sito nella centrale piazza della Repubblica. È l'antico palazzo priorale, restaurato fin dalle fondamenta nel 1780, tuttora sede dell'organo amministrativo. All'ultimo piano spicca il Salone degli Stemmi, così denominato per la presenza degli stemmi dei Comuni che contribuirono all’erezione del Monumento nazionale delle Marche, completato nel 1912. All'interno è conservato un quadro del pittore Gallucci che riproduce l'ultima fase della battaglia. Al piano seminterrato ospita il museo internazionale della fisarmonica inaugurato il 9 maggio 1981, tra i più prestigiosi e visitati del settore. Raccoglie esemplari, partiture, testimonianze dell'arte artigiana e musicale che ha reso Castelfidardo nota in tutto il mondo per la produzione d'alta qualità dello strumento ad ancia avviata su scala industriale nel 1863 grazie all’ingegno di Paolo Soprani.
Museo del Risorgimento: le sale espositive trovano posto nello storico palazzo "Mordini". Un tempo un monastero, il palazzo fu restaurato a fine Ottocento dall'imprenditore Ciriaco Mordini e preposto ad ospizio per anziani; nel 1994 il palazzo cambiò destinazione d'uso a Museo del Risorgimento. L'allestimento comprende due esemplari della celebre Medaglia di Castelfidardo.
Piazzale Don Minzoni: tra i luoghi di ritrovo più frequentati, comunemente chiamato Porta Marina. Rappresenta il balcone della città che si affaccia sul mare Adriatico. Caratteristico il famoso arco, una delle principali vie d'accesso alla città e la pavimentazione sottostante recentemente riportata alla luce.
Torre dell'acquedotto in piazza Garibaldi: costruito in epoca fascista, è uno dei simboli identitari dell'orizzonte urbano e rappresenta il punto più alto della città.
Grotte di Sant'Anna: l'ingresso coincide con quello delle scuole paritarie Sant'Anna, sotto le quali si dipanano cunicoli che si stima risalenti ad un periodo compreso tra il 1300 ed il 1400.
Monumento nazionale delle Marche: collocato in prossimità del centro storico, posto all'interno del Parco delle Rimembranze, il monumento fu eretto nel 1912 in ricordo della battaglia di Castelfidardo del 18 settembre 1860; opera d'impatto 'cinematografico' in bronzo fuso a cera persa, alta circa 6 metri, essa poggia su una montagna di massi in travertino d'Ascoli, dove al suo interno è situata una cappella in stile assiro, oggi non visitabile. Lo scultore veneziano Vito Pardo ha reso un'efficace allegoria del sofferto percorso verso l'Unità d'Italia.
Sacrario-Ossario della Battaglia: eretto negli anni 1861-1870 ai margini meridionali della Selva di Castelfidardo, area ove si svolse l'omonima Battaglia, custodisce le vite spezzate dei caduti dei due opposti eserciti sabaudo e pontificio.
I ceppi storici: sparsi nell'area della battaglia e per il paese, raccontano le fasi dell'evento bellico e gli spostamenti dei contingenti in ordine cronologico.
Palazzo Palombarone: posto all'esterno del centro storico, antica residenza dell'arcivescovo, oggi proprietà privata.
Villa Pace: situata nella contrada Fossaccio; costruita nel 1830, un tempo dimora dei Conti Mei Gentilucci, oggi abbandonata.
Vista panoramica del centro cittadino dalla zona sud-ovest del paese
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 1 503 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Nel territorio comunale hanno sede 4 parrocchie: Santo Stefano, Sant'Agostino, Sant'Antonio da Padova e Santissima Annunziata; appartenenti all'arcidiocesi di Ancona-Osimo.
Cultura
Istruzione
A Castelfidardo ha sede l'Istituto di Istruzione Superiore "Antonio Meucci", sede associata dell'I.I.S. Laeng-Meucci, con corsi di liceo delle scienze applicate, elettronica ed elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni.
Altre numerose industrie di vario tipo sono dislocate intorno alla città, in differenti zone, tanto da farne un importante polo produttivo del centro Italia.
La principale squadra di calcio della città è il G.s.d. Castelfidardo, nato nel 1944, che attualmente milita in Serie D.
La squadra disputa le sue partite allo stadio Comunale Galileo Mancini.
Pallacanestro
La principale squadra di basket della città è la Vis Basket Castelfidardo che milita in Serie D.
Ciclismo
Castelfidardo è stata per due volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia: 13ª tappa del 1961 e 11ª tappa del 2011.
^P. Peola, Il Paleolitico nella valle del Musone (Marche), Atti della Società di Scienze e Lettere di Genova, Volume V, fascicolo III, 1940. Istituto Comprensivo "Mazzini" Castelfidardo, Piccoli tesori di un castello, Recanati 2004, pp. 69-74.
^M. Silvestrini Lavagnoli, Marche. Campograsso (Castelfidardo - AN), Rivista di Scienze Preistoriche, XL (1985-86), p. 408.
^M. Landolfi, Castelfidardo (Picenum, Ancona), Fasti archeol., XXXVI-XXXVII, (1981), p. 442-443. M. Landolfi, Castelfidardo (AN), Picus 16-17, 1996-1997, p. 291-296.
^N. Alfieri, E. Forlani, F. Grimaldi, Ricerche paleogeografiche e topografico-storiche sul territorio di Loreto, Studia Picena, 33-34, 1965-66. M. Destro, Le centuriazioni della valle del Musone (Marche centrali), Atti del IV Congresso di Topografia Antica, Insediamenti e strutture rurali nell'Italia Romana, Rivista di Topografia Antica, XIII 2003, pp. 101-116.
^R. Sampaolesi, Le strade di Castelfidardo, Osimo Stazione 2010, pp. 30-43.
^Codex Traditionum Ecclesiae Ravennatis (Codice bavaro), Territorio Ausimano, reg. nº 126 (Spacium terre). E. Baldetti, Il moggio altomedioevale nelle Marche centrali, Proposte e ricerche, nº 13, 1984, pp. 7-17.
^M. Moroni, Castelfidardo nell'età moderna: politica, economia e vita quotidiana dal Medioevo all'Ottocento, Jesi, 1985, pp. 16-18.
^R. Sampaolesi, L'enigmatica figura del cardinale Guido de Castro Ficardo, in AA.VV., Castello è segreto, Osimo Stazione, 2010, pp. 13-16.
^P. Bugiolacchi, Storia di Castelfidardo e dintorni, Loreto, 2003, pp. 28-29.
^P. Pigini e P. Bontempi, Vita e statuti di Castelfidardo antica, Bergamo, 1972, pp. 85-90.
^D. Cecchi, M. Moroni e M. Landolfi, Castelfidardo dagli statuti comunali all'elevazione a città. 1588-1988, Recanati, 1989.
^Mario Natalucci, Ancona attraverso i secoli, I volume, Unione arti grafiche, 1960.
^D. Gabrielloni, La Fiera delle Corocette e altri ricordi, Recanati, 2004.
^abCastelfidardo, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 20 ottobre 2024.