Si presenta come una fortificazionemerlata inserita nella cinta urbica perugina del XIV secolo. Anticamente rappresentava un completamento della seconda cerchia delle mura, che si cominciarono a edificare nel 1321. L'opera ha subito varie modifiche nel corso dei secoli: realizzato nel 1325 da Lorenzo Maitani, venne successivamente ingrandito nel 1327 su commissione dell'Abate di Monmaggiore, adibendolo a caserma; dal 1416 al 1424, Braccio Fortebraccio vì compì nuovi restauri su disegno di Fioravante Fioravanti da Bologna; infine nel 1479 fu trasformata in fortino e munita di porta caditoia, botole e feritoie. Nelle vicinanze della porta, sino a tutto il XVIII secolo[1] era visibile anche il Cassero di San Matteo, opera di Matteo Gattaponi.[1]
Più che una porta, si tratta di una torre con funzione di vedetta:
«Cospicua e ben munita è l'alta sua torre quadrata che nei trapassati secoli ebbe continuamente un presidio. Fu la porta restaurata e chiusa con nuove imposte nel 1797, ma nel luglio del 1799 dalle truppe così dette austro-aretine, che si fecero forti nel prossimo convento del Monte, fu battuta la torre, onde à impressi i frequenti colpi di cannone contro di lei vibranti, e rimasero conquassate le imposte rinnovate nel 1820.»
(S. Siepi, 1822)
Fu restaurato nel 1930 dal Comune di Perugia, e nuovamente nel 1988. Attualmente è sede della mostra che anticipa la nascita del museo degli strumenti musicali, che ospita rari pezzi di rarità tra cui partiture originali di Carlo Dardocci (seconda metà del XVIII secolo) e Angelo Galimberti (seconda metà del XIX secolo), oltre a numerosi fortepiani a tavolo, flauti barocchi e ottocenteschi, liuti e chitarre del XIX secolo; la gestione è affidata all'Associazione Arte & Musica nelle terre del Perugino.