Carsulae era un'antica città di epoca romana (sebbene i primi insediamenti si siano registrati in epoca pre-romana) posta lungo la futura via Flaminia, in Umbria, al confine tra i territori comunali di Interamna Nahars (Terni) e Casventum (San Gemini).
Abbandonata già in epoca remota a seguito di gravi smottamenti del terreno, è ancora in parte sepolta sotto alcuni metri di terreno.
Storia
I primi insediamenti silvo-pastoriali ed agricoli si verificarono nel IX secolo a.C. e si svilupparono fino al V secolo a.C.. Dal IV secolo a.C. si incominciarono a intravedere le prime trasformazioni della città con la costruzione di una cinta muraria.[2]
Con la costruzione della Via Flaminia a cura del console Caio Flaminio e cominciando nel 221 a.C. la città crebbe notevolmente grazie anche alle immigrazioni delle comunità montane limitrofe che vedevano un'ottima opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita.[3]
Dal III secolo d. C. non si saprà più niente a riguardo della città. La distruzione di Carsulae è strettamente connessa, come la propria nascita, alla Via Flaminia. Infatti la perdita di importanza del ramo occidentale della via a favore di quello orientale comportò il declino della città che dopo tentativi di conquista di popolazioni barbariche venne distrutta da un evento sismico e definitivamente abbandonata in età medievale.[1][5]
Accanto al foro è situata la chiesa di San Damiano, edificata in epoca medievale con materiali prelevati dalle rovine carsulane.
Scavi
Scavi saltuari e disordinati avvennero nel XVI secolo sotto la direzione del duca Federico Cesi, il quale possedeva un palazzo nella vicina Acquasparta, ed anche nel XVII secolo sotto Papa Pio VI. Solo nel 1951 cominciano le prime metodiche esplorazioni archeologiche e documentazioni fatte da Umberto Ciotti, allora Soprintendente all’archeologia per l'Umbria. Significativo lavoro aggiuntivo fu svolto anche nel 1972.[senza fonte]
Nel 2006, dopo una trentennale pausa di scavo, una nuova campagna di scavi è stata riaperta alle Terme Romane diretta dalla prof.ssa Jane Whitehead dell'Università Statale Valdosta con la collaborazione dell'Associazione per la Valorizzazione del Patrimonio Storico San Gemini. Nel 2020 la prof.ssa Elizabeth Collantoni dell'Università di Rochester dovrebbe riprendere gli scavi delle terme iniziati dalla prof.ssa Whitehead, che è andata in pensione nel 2018. [senza fonte]
A partire dal 2017, si sono fatti vari scavi guidati da Massimiliano Gasperini e Luca Donnini, con il coinvolgimento del progetto australiano di archeologia Carsulae dell'Università di Macquarie a Sydney, in Australia.[senza fonte]
Struttura della città
Dagli scavi sono emerse quattordici strutture:
Via Flaminia: il ramo occidentale della strada romana che attraversa Carsulae. La via Flaminia era la "strada principale" della città, fungendone da cardo maximus, e il tratto cittadino dispone di marciapiedi e cunette.
Terme: si tratta di un ambiente absidato a pianta rettangolare, con pavimenti a suspensurae, interpretato come impianto termale, forse privato.
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano: costruita probabilmente nel VI secolo sui resti di un edificio romano, forse il macellum. I resti di questo edificio sono ancora visibili sul lato sud della chiesa. La chiesa iniziale era uno spazio rettangolare con abside. Un portico e due colonnati interni sono stati aggiunti nel corso dell'XI secolo utilizzando materiali raccolti dal sito, inclusi gli elementi che probabilmente decoravano la basilica o hanno elementi architettonici dal foro.
Basilica: la sala riunione pubblica per i cittadini di Carsulae. La sala interna, che è rettangolare, ha una navata centrale e due navate laterali separate da file di colonne. L'abside in fondo ospitava la cattedra di un magistrato, usata per arbitrare o giudicare le controversie e amministrare la giustizia.
Forum: la principale "piazza" della città antica, costruita su una struttura a terrazze dentro e intorno alla basilica ed ai templi gemelli. La linea di strutture voltate, o tabernae, nei pressi del Forum potevano essere allestite bancarelle del mercato o negozi.
Cisterna Antiquarium: raccoglieva l'acqua per l'utilizzo da parte del popolo della città.
Arco di Traiano o Arco di San Damiano: l'arco segnava l'ingresso settentrionale in città della via Flaminia, nei pressi di un'area funeraria ed era a tre fornici, di cui si conserva solo quello centrale. Venne costruito in opera quadrata di blocchi in calcare, anticamente coperti da un rivestimento in marmo, del quale resta traccia in fori per grappe di fissaggio e nella mancata rifinitura delle superfici[6].
Monumenti funerari: il primo è conosciuto come il tumulo; molto decorato di una nobile famiglia, forse la famiglia Furia. Una lapide ora conservata al museo del Palazzo Cesi ad Acquasparta può essere stata presa da questo monumento. Il secondo, meno distinto, si trova nella necropoli di Carsulae.
Anfiteatro: posizionato in una depressione naturale a est della via Flaminia, fu probabilmente costruito durante la dinastia dei Flavi. Costruito principalmente da strati di blocchi di pietra calcarea e mattoni.
Teatro: probabilmente costruito al tempo di Augusto, prima della costruzione dell'anfiteatro. Il materiale da costruzione principale per il teatro era l'opus reticulatum.
Templi gemelli: due templi che sono stati dedicati a due divinità romane sconosciute.
Edifici Pubblici: utilizzati per scopi sconosciuti, probabilmente ospitavano gli uffici amministrativi per il governo locale, o servivano come palazzi per le famiglie aristocratiche. Ci sono quattro camere sontuosamente decorate con absidi rettangolari, con pareti in marmo e pavimenti in marmo.
Collegium Iuvenum: scuola per i giovani.
Due archi quadrifronti di piccole proporzioni: segnavano i limiti foro cittadino sulla via Flaminia. Uno di essi è stato parzialmente ricostruito.[7]
^Carsulae, su carsulae.hochfeiler.it. URL consultato il 23 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
^U. Ciotti, "Carsulae", in San Gemini e Carsulae, Roma 1976, p.26 e nota 118; Silvio De Maria, Gli archi onorari di Roma e dell'Italia romana, Roma 1988, pp.237 e seguenti.
^Scheda sul foro di Carsoli, su carsulae.it. URL consultato l'8 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Bibliografia
Umberto Ciotti, Carsulae, in San Gemini e Carsulae, Milano-Roma, 1976, pp. 11-80
Alessia Morigi, Carsulae. Topografia e monumenti, Roma, 1997