Dopo la laurea in Giurisprudenza, fu attivo in Italia come segretario di settore della Federazione dei Lavoratori Italiani nelle Ferrovie ed editore del quotidianoIl Germe. Si trasferì negli Stati Uniti nel 1904, per sfuggire a una condanna al carcere inflittagli per la sua attività politica in Italia. Si stabilì a Filadelfia, dove divenne editore de Il Proletario, pubblicazione ufficiale della Italian Socialist Federation (I.S.F.), la Federazione locale dei Socialisti. Qui appoggiò lo spostamento dell'orientamento politico della I.S.F. verso il sindacalismo rivoluzionario.
La sua visione politica divenne sempre più radicale e presto giunse a identificarsi come anarchica. Si licenziò quindi dalla redazione del Proletario e si dedicò alla pubblicazione di un proprio giornale, La Plebe. Più tardi trasferì la sede della Plebe a Pittsburgh e si prodigò per la diffusione delle idee anarchiche presso i minatori e i lavoratori dei mulini della Pennsylvania. Si associò all'Industrial Workers of the World nel 1912, quando venne invitato da questa unione sindacale a Lawrence (Massachusetts) per aiutarli a mobilitare i lavoratori italiani durante una campagna per la liberazione dei leader dello scioperoJoseph Ettor e Arturo Giovannitti, che erano stati incarcerati con false accuse di omicidio. Dopo il successo dello sciopero di Lawrence, fu attivo in molti altri scioperi in tutti gli Stati Uniti come lo sciopero dei lavoratori tessili a Little Falls, New York (1912), lo sciopero dei lavoratori degli alberghi di New York (1913), il grande Sciopero della seta di Paterson (1913), e lo sciopero dei minatori di Mesabi Range, Minnesota (1916).
Divenne quindi una figura importante tra gli italoamericani nel suo tentativo di fermare i tentativi da parte di Benito Mussolini di organizzare gli immigrati italiani in gruppi di appoggio al Fascismo. A quel tempo, Tresca dirigeva un giornale antifascista, Il Martello, stampato alla de Pamphilis Press di New York, in cui insieme ad altri giovani giornalisti antifascisti come Vincent Massari, bollava Mussolini come un nemico di classe e traditore (questa accusa faceva riferimento alle origini sindacali del movimento fascista). Egli faceva parte del comitato di difesa di Sacco e Vanzetti, accusati di omicidio, e interveniva spesso in loro difesa attraverso comizi ed articoli.
All'inizio del 1938 accusò pubblicamente i sovietici del rapimento di Juliet Poyntz per prevenire la sua defezione dall'apparato segreto del Partito Comunista statunitense. Tresca rivelò che, prima che sparisse, la Poyntz gli aveva parlato del suo disgusto per il Terrore instaurato da Stalin.
Nel 1941 confidò a Max Eastman che Nicola Sacco era colpevole del crimine di cui era stato accusato, mentre Bartolomeo Vanzetti era innocente.[1]
A New York, Tresca iniziò anche una campagna pubblica di opposizione alla mafia nel suo settimanale Il Martello. Tresca era consapevole del rischio che correva per la propria vita. In conclusione di un articolo pubblicato poco prima della sua morte, Tresca dichiarò: «Morris Ernst, il mio avvocato, sa tutto. Sa che se un antifascista viene aggredito o ucciso, l'istigatore è Genrose Pope» (questa era evidentemente un'accusa a Generoso Pope, un potente uomo politico di New York, di origine italiana, apertamente filofascista e con contatti con il boss Frank Costello, che già controllava i periodici italo-americani Il Corriere d'America e Il Progresso Italo-Americano).
Nel 1943 Tresca, a quel tempo in libertà vigilata, era sotto la sorveglianza della polizia. Il 9 gennaio 1943, la sua squadra di sorveglianza fu testimone di un incidente in cui una macchina accelerò tentando di investirlo.
Due giorni dopo Tresca, mentre usciva dall'ufficio del giudice di sorveglianza, riuscì a eludere gli agenti che lo controllavano, saltando a bordo di un'auto che lo stava aspettando. Due ore più tardi attraversava la Fifth Avenue a piedi quando una Ford nera si fermò di fianco a lui. Un uomo armato scese dall'auto e gli sparò nella schiena con una pistola, uccidendolo sul colpo. L'auto venne poi trovata abbandonata nelle vicinanze con tutte e quattro le portiere aperte. Ci si convinse che l'assassino era stato Carmine Galante, che avrebbe agito su ordine di Vito Genovese. Galante fu arrestato ed interrogato sull'omicidio, ma non fu mai incriminato.
«I responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo e Carmine Galante, latitanti da anni[2]»
Oggi a Carlo Tresca è intitolata, a Sulmona, la piazza in cui si erge il monumento Caduti delle due Guerre Mondiali realizzato nel 1920. Detta piazza, nota precedentemente come Largo Vittorio Emanuele e dove si affaccia la sede della curia vescovile di Sulmona-Valva, è posta all'ingresso di corso Ovidio.
Poco distante, presso l'ingresso della confinane villa comunale, è posto un cippo a memoria del sindacalista.
Opere
Saggi
Carlo Tresca, L'attentato a Mussolini: ovvero, Il segreto di Pulcinella, New York, 4 edizioni, l'ultimo per tempo, editore Alexandria, Va., Chadwyck-Healey Inc, 1987.
Opere teatrali
L'attentato a Mussolini, scritta da Carlo Tresca, prima rappresentazione il 30 gennaio 1926 a New Haven
Il vendicatore. Dramma sociale antifascista in quattro atti, scritta da Carlo Tresca, prima rappresentazione, il 7 aprile 1934 a New York
Note
^La felicità in America
Storie, ballate, leggende degli Stati Uniti a uso di giovani, vecchi, ostili ed entusiasti
di Enrico Deaglio
Carlo Tresca, L'attentato a Mussolini ovvero Il segreto di Pulcinella, introduzione di Niccolò Baldari, Milano, Edizioni Unicopli, giugno 2019 ISBN 978-88-400-2075-4
Stefano Di Berardo, La poesia dell'azione. Vita e morte di Carlo Tresca, Franco Angeli, 2013
Italia Gualtieri e Carlo Tresca, Vita e morte di un anarchico italiano in America, 1999 - 71 pagine
Regione Abruzzo, Centro servizi culturali di Sulmona, Circolo cultura & società, Giornata della memoria, 20 maggio 1994"
Gabriella Facondo, Socialismo italiano esule negli USA (1930-1942), Federazione italiana delle associazioni partigiane, Federazione italiana delle associazioni partigiane, 1993 Bastogi
Mauro Canali, Tutta la verità sul caso Tresca, «Fondazione liberal», 4, 2001
Edoardo Puglielli, Dizionario degli anarchici abruzzesi, CSL Camillo Di Sciullo, Chieti 2010.
Edoardo Puglielli, Il movimento anarchico abruzzese 1907-1957, Textus, L'Aquila, 2010
(EN) Rose D. Scherini, "Carlo Tresca." In The Italian American Experience: An Encyclopedia, ed. S.J. LaGumina, et al. (New York: Garland, 2000), pp. 640-641
Nunzio Pernicone, Carlo Tresca. Portrait of a Rebel, AK Press, Oakland-Edinburgh-Baltimore, 2010.