Tra l'11 e il 13 agosto 1942 prese parte alle operazioni di contrasto all'Operazione Pedestal, un tentativo delle forze alleate di rifornire via mare l'isola di Malta.
Durante un'azione di contrasto agli sbarchi anglo-americani in Africa del nord, svoltasi il 12 novembre 1942, prese parte ad un attacco portato da sei aerei Savoia-Marchetti S.79 Sparviero ad un convoglio alleato nella rada di Bougie. Gli altri aerei erano pilotati da Carlo Emanuele Buscaglia, Martino Aichner, Giuseppe Coci, Francesco Bargagna (Nato il 4 aprile 1915 e morto in azione il 23 maggio 1943) e Marino Marini. Gli aerosiluranti furono intercettati da alcuni caccia Supermarine Spitfire del No.249 Squadron della Royal Air Force, che abbatterono l'aereo di Buscaglia.
Il 27 novembre il 132º Gruppo si trasferì sull'aeroporto di Decimomannu, da cui il giorno successivo decollarono tre aerosiluranti per una missione di attacco ad un convoglio.[4] Oltre al suo, gli altri due velivoli erano al comando di Giulio Cesare Graziani e Martino Aichner, assieme ad altri tre del 131º Gruppo guidati dal capitano Giulio Marini. Attaccando separatamente da questi ultimi, Graziani mise a segno il siluro e in totale vennero colpiti tre mercantili, uno dei quali esplose mentre gli altri andarono in fiamme affondando in seguito.[4] Il suo aereo venne colpito dal fuoco della contraerea, che causò la fuoriuscita del carrello e perdite di carburante dai serbatoi. Rendendosi conto che egli non avrebbe avuto scampo in caso di attacco della caccia nemica, Graziani decise di scortarlo con Aichner ala contro ala, mantenendo le pericolose ridotte velocità e quota a cui questi era costretto, riuscendo quindi a ricondurlo in salvo fino alla base di partenza. Appena Graziani uscì dal suo aereo egli si precipitò ad abbracciarlo per manifestandogli la sua riconoscenza per non averlo abbandonato.[4]
Il 21 gennaio 1943 fu citato[N 1] all'Ordine del giorno sul Bollettino n.971 del Comando Supremo per l'azione di attacco a un convoglio nemico fortemente scortato.
Scomparve insieme a tutto il suo equipaggio il 19 febbraio[5] dello stesso anno, quando il suo aereo, un S.79 appena ritirato dalla SRA di Palermo,[2] precipitò nei pressi di Caltagirone. Decollato con il suo aereo da Trapani, insieme a quello dei colleghi Aichner e Faggioni, per raggiungere Catania, durante il volo effettuato a bassa quota il suo aereo impattò contro le montagne.[2] Con Decreto Luogotenenziale del 22 febbraio 1945 gli fu assegnata la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
«Intrepido pilota cinque volte decorato al Valor Militare, promosso per merito di guerra, impareggiabile combattente, sempre primo e sempre volontario per le missioni più ardue e rischiose, siluratore capace, entusiasta, calmo ed aggressivo, faceva rifulgere fra l'infuriare delle più violente reazioni nemiche e nelle più critiche condizioni di volo il suo grande valore, la sua eccezionale perizia e la sua incrollabile volontà di vittoria. In un volo di guerra, non vinto dal destino ma dall'insidia del destino, incontrava morte gloriosa in servizio della Patria e delle armi. Cielo del Mediterraneo, 12 settembre 1942-19 febbraio 1943.[5]»
«Ufficiale pilota di grande perizia dimostrava di possedere belle qualità di mente e di cuore. Capo equipaggio di velivolo da bombardamento notturno, in difficile ed avverse condizioni atmosferiche, con slancio ed ardire effettuava importanti missioni belliche. Colpito il proprio velivolo nel corso di un'azione, nonostante la minaccia incombente di incendio a bordo, rientrava felicemente nelle nostre linee dando prova di alta coscienza del proprio dovere e sereno sprezzo del pericolo. Cielo dell'Africa settentrionale, 11 dicembre 1940-25 marzo 1941-XIX.» — R.D. 2 dicembre 1941[6][7]
«Capo equipaggio di velivolo silurante, partecipava all'attacco di un importante convoglio nemico scortato da una potente formazione navale. Sfidando la forte reazione contraerea permaneva nel cielo dell'obiettivo fino al limite dell'autonomia, insistendo in ripetuti finti attacchi che costringevano le unità nemiche a manovrare sotto il fuoco di una nostra formazione navale. Contribuiva così al brillante esito dell'azione che si concludeva con l'affondamento di tre unità nemiche ed il danneggiamento di altre quattro. Cielo del Mediterraneo Centrale, 22 marzo 1942-XX.» — R.D. 24 luglio 1942[8]
«Capo equipaggio di un velivolo silurante, effettuava tre successivi attacchi contro un convoglio nemico potentemente scortato da unità da guerra. Incurante della violentissima reazione contraerea e dei reiterati attacchi della caccia avversaria, sganciava i siluri a breve distanza dagli obiettivi, contribuendo ad affondare un incrociatore pesante e a danneggiare un altro incrociatore e quattro piroscafi. Cielo del Mediterraneo Centrale, 12-13-14 agosto 1943-XX.»
«Partecipava come capo equipaggio di un velivolo aerosilurante alla luminosa vittoria dell'Ala d'Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo. Cielo del Mediterraneo, 14-15 giugno 1942-XX.»
«Intrepido pilota cinque volte decorato al valor militare, promosso per merito di guerra, sempre primo e sempre volontario per le missioni più ardue e rischiose, siluratore capace, calmo ed aggressivo, faceva rifulgere tra l'infuriare delle più violente reazioni nemiche e nelle più critiche condizioni di volo il suo grande valore, la sua eccezionale perizia e la sua incrollabile volontà di vittoria. In un volo di guerra, non vinto dal nemico ma dall'insidia del destino incontrava morte gloriosa in servizio della Patria in armi. Cielo del Mediterraneo, 12 settembre 1942-19 febbraio 1943.»
Note
Annotazioni
^Insieme a lui furono citati il capitano Franco Melley, e i tenenti Alessandro Setti e Francesco Cossu.
Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN978-88-6288-144-9.
Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1977.
Periodici
Fabio Bianchi e Antonio Marazziti, Gli aerosiluranti italiani 1940-1945. I reparti, le macchine, le imprese, in Storia Militare Dossier, n. 14, Parma, Ermanno Albertelli Editore, giugno 2014.