Carl Icahn

Carl Icahn

Consigliere speciale del Presidente per la riforma della regolamentazione
Durata mandato20 gennaio 2017 –
18 agosto 2017
PresidenteDonald Trump

Dati generali
ProfessioneAzionista attivista
FirmaFirma di Carl Icahn

Carl Celian Icahn (AFI: /ˈaɪkɑːn/; New York, 16 febbraio 1936) è un imprenditore ed investitore statunitense noto nel mondo economico per la sua attività di corporate raider, spesso messa in discussione[1].

Le sue operazioni finanziarie negli anni lo hanno portato a diventare un multimiliardario. Nel 2017 è titolare di un patrimonio di 16,6 miliardi di dollari, cosa che lo rende il 26º uomo più ricco del mondo secondo la rivista Forbes e il quinto più ricco gestore di fondi speculativi (in inglese hedge fund).[2]

Nel 2017 è stato per un breve periodo consigliere dell'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul tema dei regolamenti finanziari, dimettendosi per conflitti di interesse.[3][4]

Biografia

Il Carl C. Icahn Laboratory nell'Università di Princeton, in New Jersey
Il Carl C. Icahn Center for Science nella Choate Rosemary Hall, in Connecticut

Cresciuto nel Queens di New York da una famiglia ebraica, frequentò l'Università di Princeton e la New York University School of Medicine, ma lasciò gli studi a metà non conseguendo la laurea.

Icahn cominciò la sua attività imprenditoriale a Wall Street nel 1961 come agente di cambio. Sette anni dopo fondò la Icahn & Co., una società specializzata in investimenti ad alto rischio e consulenze per investitori. Con questa compagnia Icahn iniziò a comprare titoli azionari per poi rivenderli entro brevi periodi conseguendo grandi profitti e posizioni importanti all'interno di alcune celebri aziende come: RJR Nabisco, TWA, Texaco, Phillips Petroleum, Western Union, Gulf & Western, Viacom, Uniroyal, Dan River, Marshall Field, E-II (Culligan e Samsonite), American Can, USX, Marvel Comics, Revlon, Imclone, Federal-Mogul, Fairmont Hotels, Kerr-McGee, Time Warner e Motorola. La sua strategia è sempre stata questa: rastrella azioni fino al punto da far sentire la sua presenza, quindi aumenta e aumenta gli acquisti fino al momento in cui non si può non trattare con lui.[5]

Nel 1985 fece scalpore il suo acquisto della TWA, quando riuscì a controllare la compagnia attraverso un'acquisizione (in inglese takeover) ostile, quindi nonostante il parere sfavorevole di tutto il consiglio di amministrazione. Poi cominciò a vendere pezzi pregiati della società (tra cui le rotte per Londra all'American Airlines per 445 milioni di dollari) per rimborsare i soldi avuti in prestito per rilevare la compagnia aerea. Nel 1988 la ritirò dalla Borsa con un profitto personale di 460 milioni e lasciando la TWA con un debito di 540 milioni di dollari. Sulla vicenda è stato in parte ispirato il film Wall Street con Michael Douglas.[6]

Per finanziare le sue operazioni fece frequentemente utilizzo di titoli spazzatura, ricorrendo ad ogni mezzo per poterli emettere ed in seguito onorare; negli ultimi anni tuttavia ha smesso di usare questo mezzo.

Da mezzo secolo terrorizza i consigli di amministrazione di Wall Street con le sue incursioni.[6] Nel 2008 Icahn rilevò una quota di Yahoo che aveva rifiutato un'offerta di Microsoft estromettendo il vertice, entrò in eBay costringendola a vendere PayPal, s'infilò nella Dell obbligando ad andarsene il fondatore Michael Dell, entrò in Xerox nel tentativo di evitare la fusione con Fuji.

Ha dal 2012 una quota del 10% in Netflix,[7] nel 2013 eccolo entrare in Apple per poi vendere tre anni più tardi.[8] Nel febbraio del 2018 ha ceduto le sue quote in Manitowoc, una società siderurgica, pochi giorni prima che Trump decidesse lo scoppio della guerra sui dazi, evitando così una perdita di oltre 31 milioni di dollari.[6][9] Attivo anche nel ramo del gioco d'azzardo, nel 2008 ha rilevato il Tropicana Entertainment, uno dei più importanti casinò di Atlantic City all'epoca in bancarotta. Dopo averne risollevato le sorti, nel 2018 ha ceduto la struttura, per un valore di 1.85 miliardi di dollari, alla Gaming and Leisure Properties e alla Eldorado Resorts.[10]

Vita privata

Nel marzo 1979 Icahn, che all'epoca aveva 41 anni, si è sposato con Liba Trejbal, una ballerina cecoslovacca di 28 anni. I due si sono separati nel 1993 e hanno divorziato nel 1999 dopo un lungo contenzioso.[11][12][13][14][15] Dal matrimonio sono nati due figli, Brett Icahn e Michelle Celia Icahn Nevin.[12] Suo nipote è Rick Schnall.[16]

Nel 1999 Icahn ha sposato la sua assistente da lunga data ed ex broker Gail Golden[14] (lei ha due figli da un precedente matrimonio).[12]

Note

  1. ^ (EN) Barbara Kiviat, 10 Questions for Carl Icahn, su content.time.com, Time, 15 febbraio 2007. URL consultato il 1º giugno 2014.
  2. ^ (EN) Carl Icahn, Forbes. URL consultato il 19 febbraio 2017.
  3. ^ (EN) Trump adviser resigned ahead of negative magazine story, su washingtonpost.com, 19 agosto 2017. URL consultato il 23 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2017).
  4. ^ (EN) Patrick Radden Keefe, Carl Icahn’s Failed Raid on Washington; Was President Trump’s richest adviser focused on helping the country—or his own bottom line?, Newyorker.com, 28 agosto 2017. URL consultato il 28 agosto 2017.
  5. ^ Dove ha comprato Carl Ichan, su panorama.it. URL consultato il 23 marzo 2018.
  6. ^ a b c La "zampata" sull'acciaio del padre di tutti i raider, su ricerca.repubblica.it, 19 marzo 2018. URL consultato il 23 marzo 2018.
  7. ^ (EN) Julia Boorstin, Icahn Netflix Play Sends Stock Soaring, CNBC, 31 ottobre 2012. URL consultato il 23 marzo 2018.
  8. ^ Icahn vende la sua quota in Apple, addio miliardario a Cupertino, su repubblica.it, 29 aprile 2016. URL consultato il 23 marzo 2018.
  9. ^ (EN) Dominic Rushe, Ex-Trump adviser sold $31m in shares days before president announced steel tariffs, The Guardian, 2 marzo 2018. URL consultato il 3 marzo 2018.
  10. ^ Atlantic City, il Tropicana passa di mano per 1,85 miliardi di dollari, in AGIMEG, Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco, 17 aprile 2018. URL consultato il 20 aprile 2018.
  11. ^ (EN) Icahn v. Todtman – H2O, in United States District Court for the Southern District of New York, 1º febbraio 2001. URL consultato l'8 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2021).
  12. ^ a b c (EN) Ken Auletta, The Raid, in The New Yorker, 20 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
  13. ^ (EN) Robert Slater, The Titans of Takeover, Beard Books, 1999, p. 83, ISBN 9781893122505 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2017).
  14. ^ a b (EN) Icahn: The Once And Future Dealmaker, in Bloomberg News, 11 giugno 2000 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2012).
  15. ^ (EN) Dareh Gregorian, ICAHN DIVORCE FINALLY A DONE DEAL, in New York Post, 22 luglio 1999.
  16. ^ (EN) Lawrence G. McDonald, A Colossal Failure of Common Sense: The Inside Story of the Collapse of Lehman Brothers, Crown Publishing Group, 12 ottobre 2010, p. 26, ISBN 9780307588340 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2020).

Bibliografia

  • Mark Stevens, Carol Bloom Stevens, King Icahn: the biography of a renegade capitalist, New York, Dutton, 1993. ISBN 978-0525936138.

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Collegamenti esterni

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