Nell'area di produzione del vino Capalbio DOC esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano, come testimoniano reperti rinvenuti; presso Marsiliana è stato rinvenuto un numero consistente di pithoi (recipienti per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura), probabilmente poiché la zona corrispondeva a un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle aree più interne.[2]
In epoca romana si ebbe un notevole miglioramento delle tecniche di vinificazione, tecniche in uso fino al medioevo; in questo periodo storico, la coltivazione della vite acquistò particolare, tanto che governanti e feudatari riconobbero la necessità di concedere terre adatte per questa coltura e apposite norme per la tutela.[2]
Tecniche di produzione
Nella coltivazione di uva destinata alla produzione di Capalbio DOC è ammessa l'irrigazione di soccorso; i nuovi impianti e reimpianti devono avere una densità di almeno 3.300 ceppi per ettaro.[3]
Il vino Capalbio DOC con menzione "Riserva" deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno 24 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno.[2]
Le uve destinate alla produzione del Vin Santo devono essere sottoposte ad appassimento naturale fino a raggiungere un grado zuccherino di almeno 26,6 %.[2]
Per la tipologia Vin Santo è previsto un affinamento di 24 mesi in recipienti di legno (max. 300 lt.) a partire dal 1 gennaio successivo alla vendemmia. Immissione al consumo non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve.[1]
Sulle etichette è obbligatorio riportare l'annata di produzione delle uve.[2]
Disciplinare
Il Capalbio DOC è stato istituito con DM 21 maggio 1999 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 127 del 2 giugno 1999.[1]
Successivamente è stato modificato con:
Rettifica G.U. 222 – 21.09.1999
DM 24.11.2011 G.U. 287 – 10.12.2011
DM 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011
DM 12.07.2013 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza - Vini DOP e IGP
La versione in vigore è stata approvata con DM 07.03.2014 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP.[1]
Tipologie
Capalbio bianco
uvaggio
Trebbiano toscano min.50 % Uve a bacca bianca provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione per la regione Toscana, con esclusione del Moscato bianco. max. 50 %
titolo alcolometrico minimo
10,50 % vol.
acidità totale minima
5,0 g/l.
estratto secco minimo
15,00 g/l
resa massima di uva per ettaro
115 q.
resa massima di uva in vino
70 %
È consentito l'uso della menzione "vigna".
Caratteri organolettici
Aspetto: giallo paglierino;
Olfatto: fresco, leggermente fruttato, con sentori erbacei;
Gusto: secco, abbastanza sapido e vivace.
Abbinamenti consigliati
Primi piatti a base di pesce. pesce al forno o arrosto, antipasti di pesce:
Trebbiano toscano min. 50 % Altre uve a bacca bianca provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione per la regione Toscana, con esclusione del Moscato bianco max 50 %