Militante delle Juventudes Comunistas de Chile, ala giovanile del Partito Comunista del Cile, Camila Vallejo ha ricoperto la presidenza della Federación de Estudiantes de la Universidad de Chile (FECh). È stata la seconda donna chiamata a occupare questa posizione nei primi 105 anni di vita dell'organizzazione, dopo Marisol Prado, che ne detenne la presidenza dal 1997 al 1998.[1]
Figlia di Reinaldo Vallejo e Mariela Dowling, piccoli imprenditori, loro stessi ex militanti del Partido Comunista de Chile negli anni 1970, Camila Vallejo ha vissuto la sua infanzia nella provincia di Santiago, tra i comuni di Macul e La Florida e ha studiato nel Colegio Raimapu, un istituto scolastico privato nel comune di La Florida.[2][3]
Nel 2012 viene eletta dalla rivista statunitense Newsweek tra le "150 Fearless Women" (150 donne senza paura)[4].
Nel 2006, Camila Vallejo si è iscritta all'Università del Cile per studiare geografia presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica e nella quale poi otterrà la laurea col massimo dei voti nel giugno 2013[7]. Entrata in contatto con circoli studenteschi di sinistra, ha cominciato a impegnarsi attivamente in politica, diventando, l'anno seguente, una militante della Juventudes Comunistas de Chile.[8] È stata consigliera della FECh nel 2008 e vicepresidente del Centro de Estudiantes de Geografía,[9] organismo alla cui fondazione ella stessa aveva partecipato.
Nel novembre 2010 è stata eletta presidente della FECh, in rappresentanza della lista E del Colectivo Estudiantes de Izquierda, che faceva riferimento alla Juventudes Comunistas, alla Nueva Izquierda Universitaria e a liste indipendenti; ha ricevuto 2.918 voti, lasciando il secondo posto alla lista che raggruppava Izquierda Autónoma, Izquierda Construye, Colectivo Arrebol e altri indipendenti, che ha raccolto 2.839 preferenze.[1]
Nelle elezioni 2011 per il rinnovo della FECh Vallejo viene superata dal candidato dell'estrema sinistra, Gabriel Boric, ma risulta comunque eletta alla vicepresidenza[10].
Durante la presidenza della federazione studentesca, ha acquisito una significativa notorietà pubblica fino a imporsi come una delle figure di punta (portavoce e leader) della mobilitazione studentesca cilena del 2011[11], insieme a Giorgio Jackson, suo omologo nella cattolica Federación de Estudiantes de la Universidad Católica de Chile, e a Camilo Ballesteros, della Federación de Estudiantes de la Universidad de Santiago de Chile.
La notorietà di Vallejo ha travalicato i confini nazionali: la personalità esibita ne ha fatto una «star mediatica», una circostanza che ha messo la mobilitazione studentesca cilena sotto i riflettori dei mass media internazionali, garantendo una notevole visibilità alla protesta anche all'estero[2].
Minacce e scorta
Nell'agosto 2011 la Corte suprema cilena ha disposto l'assegnazione di una scorta di protezione, a seguito delle molte minacce ricevute[12][13].
Ha generato scalpore il fatto che una delle minacce subite provenisse proprio da ambienti istituzionali e governativi, nella persona di un'alta funzionaria del Ministero cileno della Cultura, Tatiana Acuña Selles, segretaria esecutiva del Consejo del Libro y la Lectura, che in un post su Twitter, riferendosi proprio a Vallejo, ha ripescato una frase sinistra pronunciata da Augusto Pinochet, nel golpe cileno del 1973, all'indirizzo di Salvador Allende: «se mata la perra y se acaba la leva».[14][15][16] («si ammazza la cagna e ci si sbarazza della figliata»).
Il deputato dell'UDI Iván Moreira, dopo nuovi scontri nel giugno 2012 tra studenti e polizia, accusa Vallejo di essere co-responsabile delle violenze messe in atto dai manifestanti[17].
Il 22 gennaio 2022 è stata nominata Ministra Segretaria Generale del Governo (corrisponde al ruolo di Portavoce) guidato da Gabriel Boric, carica che ha assunto ufficialmente a partire dall'11 marzo 2022.
Vita privata
È madre di una bimba, Adela, nata a Santiago nel 2013, figlia del suo ex compagno Julio Sarmiento.
^(ES) Sofia Aldea, Compañera Camila, su paula.cl, Revista Paula, 16 maggio 2011. URL consultato il 3 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2012).
^Ximena Valdés, (ES) Se mata la perra, se acaba la leva, su lanacion.cl, La Nación, 5 agosto 2011. URL consultato il 30 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2011).