Il Caffè Bardi è stato un locale storico di Livorno situato all'angolo tra piazza Cavour e via Cairoli. Attivo tra il 1908 e il 1921 fu punto di incontro degli artisti labronici dell'epoca, soprattutto pittori, ma anche scultori, scrittori, autori teatrali e musicisti. Il Caffè è ricordato anche perché fu il luogo dove nel 1920 si concretizzò l'idea del Gruppo Labronico.[1]
Al Caffè Bardi è legata la leggenda secondo cui Amedeo Modigliani avrebbe gettato alcune sue opere scultoree nell'adiacente Fosso Reale. Secondo la versione più accreditata della vicenda, il pittore, di ritorno da Parigi nel 1909, avrebbe mostrato le sue sculture agli amici del Caffè, senza riscuotere alcun apprezzamento: anzi, deriso, avrebbe deciso di liberarsene immediatamente, buttandole nel vicino fosso. Secondo una variante, le avrebbe invece caricate su un carretto e gettate nottetempo nello stesso fosso a poche centinaia di metri di distanza, in prossimità del Mercato delle vettovaglie.[3]
Dopo la chiusura
Dopo la chiusura intervenuta nel 1921, gli affreschi originali vennero rimossi e solo parte di essi, per la precisione i pannelli, furono salvati dalla famiglia Bardi.[2] I locali, ricostruiti, dopo aver ospitato una banca per numerosi anni, oggi sono la sede di un negozio di prodotti per la casa.
La presenza del Caffè è ricordata da un'epigrafe apposta nel 2003 sulla facciata del palazzo prospiciente piazza Cavour.
^ab Luciano Bonetti, Caffè Bardi a Livorno, "ritrovo" dei post-Macchiaioli, in CN - Comune Notizie, n. 32, Livorno, Comune di Livorno, ottobre-dicembre 2000. URL consultato il 15 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
Gianfranco Magonzi, Michele Pierleoni e Luigi Cavallo, Il Caffè Bardi di Livorno, 1909-1921: le arti all'incontro, Livorno, Galleria d'arte Athena, 2008, ISBN9788883414091.