Noto principalmente per la sua collaborazione con il giornale satirico Charlie Hebdo, è stato assassinato, insieme ad altri suoi colleghi, durante l'attentato alla sede di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015.[1]
Cabu completò gli studi d'arte all'École Estienne, a Parigi, e i suoi disegni furono inizialmente pubblicati nel 1954 su un quotidiano locale. La guerra d'Algeria lo obbligò ad entrare nell'Esercito francese, in cui rimase per più di due anni e dove il suo talento venne impiegato per il giornale dell'esercito Bled ed in Paris Match. Il periodo nelle forze armate lo fece diventare un fervente antimilitarista e lo portò ad avere una visione della società leggermente anarchica.[2]
Nel 1960, dopo aver lasciato l'esercito, divenne uno dei fondatori della rivista Hara-Kiri e, tra gli anni settanta e ottanta, divenne un artista popolare, collaborando per un certo periodo con il programma televisivo per bambini, Récré A2. Continuò poi a lavorare in caricature satiriche per Charlie Hebdo e Le Canard enchaîné.
Il 7 gennaio 2015 Cabu è stato ucciso, insieme ad altre undici persone, durante l'attentato terroristico alla sede di Charlie Hebdo a Parigi, durante il quale due uomini armati e dal volto coperto hanno fatto irruzione negli uffici del giornale durante una riunione di redazione inneggiando ad Allah e massacrando i presenti.[3][4][5]
Véronique Cabut è la sola ed unica detentrice dei diritti d'autore di Cabu, nessuna pubblicazione è permessa senza la sua autorizzazione (Cabu, 2024).
«Le directeur de la publication et dessinateur satirique Charb (Stéphane Charbonnier) et Cabu seraient morts selon les informations du Point (via un tweet). Charb avait été annoncé gravement blessé selon plusieurs sources, que relayaient Le Monde et Le Figaro.»