Il suo repertorio comprendeva l'integrale dell'opera pianistica di Schönberg, Berg e Webern. Le sue interpretazioni delle opere della Seconda Scuola di Vienna, acclamate dalla critica, hanno dato un importante contributo alla diffusione di tale musica in Italia.[3][4][5] Come solista ha suonato con importanti orchestre in Italia e all'estero, sotto la guida di direttori d'orchestra come Carlo Maria Giulini, Paul Angerer e Carlos Kleiber.
Dal 1952 al 1960 fu docente al Conservatorio di Bolzano e successivamente ottenne una cattedra di pianoforte principale al Conservatorio di Trento (dove fu anche direttore fino al 1986). In ambito didattico, importante l'attività di editore e revisore di metodi per lo studio del pianoforte con varie pubblicazioni per le Edizioni musicali Bèrben in collaborazione con Nunzio Montanari.
Dal 1987 al 2012 è stato direttore e docente dei corsi di alto perfezionamento dell'Accademia Musicale Pescarese. Ha tenuto inoltre masterclass per Musica Riva Festival, Ticino Musica, al Campus Internazionale di Sermoneta, alla Oxford University, in Francia e in Giappone.
Ha trascorso a Taranto gli ultimi anni della sua vita, proseguendo l'attività didattica fino in tarda età .
Il compositore
Meno nota è l'attività di Mezzena come compositore. Si diplomò presso il Conservatorio di Bolzano nel 1953 in musica corale e nel 1961 in composizione, studiando sotto la guida di Alfredo Sangiorgi (a sua volta allievo di Arnold Schönberg) e Renato Dionisi.[6] Vinse il primo premio al Concorso di composizione di Freiburg con una sonata per violino e pianoforte, dove è evidente l'influenza di Sangiorgi e della dodecafonia.
Tra i suoi brani più significativi citiamo la Sonata per violino e pianoforte (1963), Musica per Maja[7], Variazioni e fuga per violino solo (1962) e Pagine per pianoforte (1965).
Da citare le prime registrazioni mondiali della versione per pianoforte solo di Totentanz di Liszt, della trascrizione della Sinfonia fantastica di Berlioz/Liszt e, con il Quintetto Italiano, dei quintetti di Webern e della trascrizione della Kammersymphonie op. 9 di Schönberg. Proprio quest'ultima registrazione ha vinto il Premio della critica discografica nel 1977.[9]
Solistica
1972 – Bach: Piano Concerto n. 5 (PDU)
1973 – Berg, Webern: Piano Works (EMI Electrola)
1975 – Liszt: Piano Sonata, Totentanz (PDU) prima registrazione mondiale
1976 – Berlioz-Liszt: Symphony Fantastique (Ricordi) prima registrazione mondiale
1978 – Chopin: The Mazurkas (PDU)
1979 – Casella: 11 Children Pieces, Prokofiev: 2 Sonatinas (PDU)
1980 – Chopin: The Ballades (PDU)
1980 – Rossini: Les Péchés De Ma Vieillesse (Ricordi)
1982 – Liszt, Moscheles, Gambini: Omaggi a Paganini (Dynamic) prime registrazioni
1985 – Rossini: 24 Rien (Dynamic)
1986 – Rossini: 6 Pieces from Album de Château (Dynamic)
1987 – Brahms: Piano Sonatas op. 1, 2 (Nuova Era)
Cameristica
1977 – Webern: Piano Quintet, Schönberg/Webern: Kammersymphonie op.9 - Quintetto Italiano (Ricordi) prima registrazione mondiale
1977 – Bartok: Piano Quintet- Quintetto Italiano (Ricordi)
1977 – Schumann: Piano Quintet, Mahler: Quartettsatz- Quintetto Italiano (Ricordi) prima registrazione mondiale
1978 – Boccherini: 12 Piano Quintets - Quintetto Italiano (Dischi Music collection) prima registrazione mondiale
^ Riccardo Insolia e Antonino Marcellino, Alfredo Sangiorgi, Libreria Musicale Italiana, 2004, p. 54, ISBN978-88-7096-376-2. URL consultato il 28 marzo 2021.