Le sue opere, principalmente romanzi d'avventura, sono in gran parte ambientate nel Bengala rurale, alcune a Bangaon, tra cui Pather Panchali, Adarsha Hindu Hotel, Ichamati e Bipiner Sansar, mentre Aranyak è ambientato in una foresta a Bhagalpur[8]. Chander Pahar, Hira Manik Jwale e Maraner Donka Baje sono ambientati nelle montagne del Richtersveldt, nel deserto del Kalahari, nelle isole indocinesi e tra le rovine di antiche città imperiali indù e in Cina durante la seconda guerra mondiale.
Pather Panchali è considerata una delle più grandi opere letterarie che descrivono la vita rurale e come uno dei migliori romanzi nella letteratura indiana del ventesimo secolo[5][9]. La traduzione del 1968 a opera di TW Clark e Tarapada Mukherji, pubblicata dall'Indiana University Press, è inserita nella collezione di opere rappresentative dell'UNESCO[10]. Una versione leggermente modificata del romanzo è stata introdotta dal 2013 nei corsi di bengalese nelle scuole secondarie indiane[11].
Parti dell'opera sono state tradotte e inserite nell'antologiaThe Picador Book of Modern Indian Literature di Amit Chaudhuri, che ha definito il romanzo come «unico per la sua tenerezza e poesia»[12]. Il critico Martin Seymour-Smith in Guide to Modern World Literature del 1975, descrive Bandyopadhyay come «forse il migliore di tutti i romanzieri indiani moderni»[9] e a proposito di Pather Panchali afferma che «probabilmente nulla nella letteratura indiana del ventesimo secolo, in prosa o poesia, arriva al suo livello»[9].
^abc(EN) Bibhutibhushan Bandopadhyay, su whereincity.com. URL consultato il 1º settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2009).
^(EN) Indranātha Caudhurī (a cura di), Bandyopadhyay Bibhutibhushan, in Issued on the Occasion of Frankfurt World Book Fair, Nuova Delhi, Sahitya Akademi, 1986, p. 11, OCLC214787431.
^(EN) Hidden battles, su telegraphindia.com. URL consultato il 2 settembre 2024.
^(EN) Baksa Badal (1970), su thedailystar.net. URL consultato il 2 settembre 2024.
^(EN) Ashani Sanket (Distant Thunder), su satyajitray.ucsc.edu. URL consultato il 2 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2009).