Bernardino (o Berardino) Gentili era uno dei sei figlio di Jacovo (o Giacomo) d'Intino (Castelli, 1596-Noraresco, 1648)[1] e di Apollonia. Per primo, nella sua famiglia, Bernardino utilizzò il cognome Gentili che sembra derivare da un soprannome.[2] Sposò Giustina Cappelletti e da lei ebbe otto figli: i due maschi Giacomo e Carmine proseguirono l'attività nella bottega di famiglia. Bernardino Gentili abitava in una casa, nell'attuale via Carmine Gentile, a Castelli e aveva una bottega di proprietà.
Poche ceramiche istoriate, tra quelle da lui realizzate, sono oggi note: una grande targa, firmata e datata 10 febbraio 1672, con l'immagine della Madonna del Carmine con i santi Domenico e Francesco fa parte della collezione Acerbo e oggi si trova alla Galleria delle antiche ceramiche abruzzesi di Loreto Aprutino;[3] una targa con Cristo in croce è firmata ed è datata 1670.[4] Altre due targhe votive sono dovute alla sua mano; la prima, del 1683, con San Benedetto vestito del suo abito tradizionale - la cocolla - e con in mano il codice con la Regola, faceva parte della collezione Paparella Treccia di Pescara ed è stata donata all'Abbazia di Montecassino;[5] la seconda, con Madonna e Bambino, si trova nella collezione Bindi, al Museo capitolare di Atri e porta la data 1659. Una targa con la Madonna del Rosario e santi porta la data e la sua firma.[6]
Lo stile dei decori è analogo a quello di Francesco Grue, nella cui bottega forse Bernardino Gentili ha lavorato. Gli viene attribuita anche una targa con San Rocco, datata 1681.[7]
Note
^La dicitura magister figulo che appare nell'atto di morte di Javoco d'Intino indica che era stato un ceramista. Per altre notizie biografiche sulla famiglia Gentili vedi: Diego Troiano, Genealogia della famiglia Gentili di Castelli, su academia.edu. URL consultato il 15 gennaio 2018.
^Nei registri parrocchiali di Castelli, il 24 dicembre 1663 per la prima volta compare Bernardino col cognome Gentili.
Gian Carlo Polidori (a cura di), Mostra dell'antica maiolica abruzzese: catalogo: Napoli, Palazzo Reale, Teramo Museo civico, 1955, Cava dei Tirreni, : Tip. E. Di Mauro, 1955, SBNNAP0172308.
Luciana Arbace, Maioliche di Castelli: la raccolta Acerbo, Ferrara, Belriguardo, 1993, SBNBVE0167103.
Luciana Arbace, Nella bottega dei Gentili: Spolveri e disegni per le maioliche di Castelli, Teramo, Edigrafital, 1998, SBNNAP0207677.
Vincenzo De Pompeis (a cura di), Maioliche di Castelli nella collezione Acerbo in Loreto Aprutino Pescara, Pescara, CARSA, 2004, SBNAQ10071499. pp. 33-128.