Proseguì le sue battaglie in Pennsylvania, dove si dedicò all'apicoltura e alla coltivazione di ortaggi e canapa, impegnandosi anche a diffondere il vegetarianismo con gesti eclatanti. Lay non consumava cibi né indossava abiti che fossero costati la vita agli animali o che derivassero dal lavoro degli schiavi.[1]
I compagni quaccheri di Lay lo soprannominarono Irrepressible Prophet («profeta incontenibile»).[2]
Le efferatezze verso gli schiavi africani di cui era stato testimone nel periodo in cui viveva alle Barbados lo spinsero, nel 1738 – quarant’anni prima che nel mondo anglo-americano emergesse un vero movimento anti-schiavista – a pubblicare All Slave-keepers that keep the Innocent in Bondage, Apostates,[3] pamphlet in cui chiedeva la fine immediata e incondizionata della schiavitù in tutto il mondo.[4]