Considerato da molti uno dei più forti alpinisti italiani degli anni ottanta e novanta è stato protagonista di imprese alpinistiche in Himalaya e in Perù.
Nel 1991 con Leopold Sulovský conquista la parete Nord dell'Everest senza portatori e senza uso di ossigeno, modificando la via degli australiani Tim Macartney-Snape e Greg Mortimer. La via seguita si sviluppò lungo il Great Couloir (Norton), superato per la prima volta integralmente in quella occasione (fascia rocciosa di 80 metri a 8400 m con difficoltà di 5º grado).
Ha perso la vita nel 1993 sulla parete Nord del Huascarán a 200 metri dalla vetta, travolto da una scarica di ghiaccio e rocce, mentre con l'amico Giandomenico Ducoli cercava di ripercorrere la via Casarotto.