All'inizio del 1862 l'esercito nordista aveva ottenuto buoni successi sul teatro occidentali con una serie di importanti vittorie a Mill Springs, Fort Donelson e sull'isola numero 10 che avevano spezzato la linea difensiva sudista in vari punti chiave.
La battaglia
Nel marzo 1862 il brigadiere generale nordista George Washington Morgan inviò una brigata sotto il comando di Samuel Perry Carter contro le forze sudiste poste a difesa del lato orientale del Cumberland Gap ma le posizioni dei confederati erano ben fortificate e non permettevano un attacco diretto. Inoltre la brigata di Carter non aveva a disposizione sufficiente artiglieria per competere con le batterie nemiche.
In aprile Morgan decise di tentare una nuova sortita e, alla testa delle sue altre brigate, raggiunse Carter. Morgan propose inoltre al suo superiore, il maggiore generaleDon Carlos Buell di minacciare la vicina Chattanooga (in Tennessee) in modo tale da attrarre le forze confederate verso quella città alleggerendo la difesa del Cumberland Gap.
Kirby Smith ordinò a Stevenson di ritirarsi verso Chattanooga per contrastare l'attacco di Negley e le truppe nordiste poterono avanzare nel difficile terreno del Cumberland Gap. Dopo due settimane Morgan riuscì a raggiungere il controllo del passo di montagna senza perdere un solo uomo.
Conseguenze
Nonostante le difficoltà logistiche dovute alla lontananza dalla linee di rifornimento nordiste, Morgan era riuscito a prendere il controllo di un'area di importante valore strategico.
Nel settembre 1862 tuttavia Morgan fu costretto ad abbandonare il Cumberland Gap a seguito dell'invasione del Kentucky ad opera del generale confederato Braxton Bragg.
Note
^La campagna iniziò il 28 marzo e terminò con la conquistare del gap il 18 giugno [1]