Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
Barbarea vulgaris R.Br. var. arcuata (Opiz ex J. & C. Presl) Fries. : le silique sono arcuate.
Barbarea vulgaris R.Br. var. brachycarpa Rouy & Foucaud (1893) (sinonimo della subsp. arcuata)
Barbarea vulgaris R.Br. var. gracilis DC. (1824)
Barbarea vulgaris R.Br. var. hirsuta Fernald (1909)
Barbarea vulgaris R.Br. var. longisiliquosa Carion (sinonimo della var. rivularis)
Barbarea vulgaris R.Br. var. orthoceras (Ledeb.) Regel
Barbarea vulgaris R.Br. var. pinnatifida Regel (1861)
Barbarea vulgaris R.Br. var. plantaginea (DC.) Regel (1861)
Barbarea vulgaris R.Br. var. rivularis (Martrin-Donos) P. Fourn. (1936)
Barbarea vulgaris R.Br. var. stricta (Andrz.) Coss.
Barbarea vulgaris R.Br. var. sibirica (Regel) Kom. (1904)
Barbarea vulgaris R.Br. var. sicula (C. Presl) Hook. f. & T. Anderson (1872)
Barbarea vulgaris R.Br. var. sylvestris Fries
Barbarea vulgaris R.Br. var. taurica (DC.) Hook. f. & T. Anderson (1872)
Barbarea vulgaris R.Br. var. tenella Regel (1861)
Barbarea vulgaris R.Br. var. transiens Pau & Font Quer (1931)
Barbarea vulgaris R.Br. var. vulgaris
Nel gruppo della specie di questa scheda viene inclusa anche la specieBarbarea arcuata Rchb[3].
Ibridi
Nell'elenco che segue sono indicati alcuni ibridi interspecifici:
Barbarea × abortiva Hausskn. (1886) – Ibrido fra: B. vulgaris subsp. arcuata e B. vulgaris subsp. vulgaris
Barbarea × krausei P. Fourn. (1936) – Ibrido fra: B. intermedia e B. vulgaris subsp. vulgaris
Barbarea × schulzeana Hausskn. (1886) – Ibrido fra: B. stricta e B. vulgaris
Barbarea × subarcuata P. Fourn. (1936) – Ibrido fra: B. intermedia e B. vulgaris subsp. arcuata
Sinonimi
La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Barbaraea vulgaris
Barbarea arcuata (Opiz ex J. & C. Presl) Rchb (sinonimo della var. arcuata)
Barbarea australis Hooker fil. (1867), non Jordan
Barbarea barbarea (L.) MacMill.
Barbarea hirsuta Weihe (1830)
Barbarea iberica (Willd.) DC. (1821)
Barbarea kayseri Schur (1853)
Barbarea lyrata Ascherson (1866)
Barbarea macrophylla Halácsy
Barbarea pseudostricta Brendes (sinonimo della var. rivularis)
Barbarea rivularis Martrin-Donos (1864), non Loret (sinonimo della var. rivularis)
Barbarea stricta auct. non Andrz.
Barbarea silvestris Jordan (1860)
Barbarea stolonifera Pomel (1875)
Barbarea taurica DC. (1821) (sinonimo della subsp. arcuata)
Campe barbarea (L.) W. Wight ex Piper.
Campe stricta auct. non (Andrz.) W. Wight Ex Piper
Crucifera barbarea (L.) E.H.L. Krause
Erysimum arcuatum Opiz ex J. & C. Presl
Erysimum barbarea L.
Specie simili
Tutte le specie del genereBarbarea sono abbastanza simili, specialmente nella forma dei fiori tutti gialli. In particolare la specie di questa scheda può essere confusa con:
Barbarea stricta Andrz. - Erba di Santa Barbara stretta: si distingue per le foglie cauline che sono decisamente abbraccianti, quasi avvolgenti il caule.
Barbarea verna (Miller) Asch. - Erba di Santa Barbara invernale: i lobi laterali delle foglie sono più numerosi, più distanziati e lanceolati (quasi filiformi).
Barbarea intermedia Boreau - Erba di Santa Barbara di Aosta: il lobo apicale è più simile a quelli laterali e i racemi floreali sono privi di foglie.
Etimologia
Il nome generico (Barbarea) è stato assegnato dal botanico scozzese Robert Brown (21 dicembre 1773 – 10 giugno 1858) in una pubblicazione del 1812, probabilmente in onore di Santa Barbara. Mentre L'epiteto specifico (vulgaris) indica che si tratta di una specie comune.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Gewöhnliche Winterkresse oppure Gewöhnliches Barbarakraut; in francese si chiama Barbarée vulgaire oppure Herbe de Sainte-Barbe; in inglese si chiama: Winter-cress oppure Yellow rocket
Descrizione
La Barbarea vulgaris è una specie bienne o perenne. Tutta la panta emana un odore nauseabondo ed è glabra (o al massimo scarsamente pelosa). L'altezza varia da 30 a 60 cm (minimo 20 cm; massimo 90 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia è una pianta erbacea con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotata di un asse fiorale più o meno eretto e con poche foglie.
Il fusto si presenta eretto e ramoso alla base con brevi steli angolosi e striati.
Foglie
Foglie basali: le foglie radicali sono riunite in una rosetta e sono disposte in modo patente (quasi eretto). Sono abbinate a due a due e picciolate. La forma è pennatosetta (completamente divise) in 4 - 6 segmenti laterali e con un lobo terminale più grande degli altri a forma ovale e margine intero. Lunghezza del picciolo 2 – 8 cm. Dimensioni dei lobi laterali: larghezza 1 – 8 mm; lunghezza 0,3 – 20 mm. Dimensione del lobo terminale: larghezza 30 mm; lunghezza 35 mm.
Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono a disposizione alterna, sessili; quelle inferiori sono abbraccianti il fusto (amplessicauli); sono lobate (2 - 4 segmenti piccoli più uno grande terminale); il segmento terminale è a forma ovale e margine crenulato. Quelle superiori sono indivise e grossolanamente dentate. Sono inoltre auricolate. Dimensione del lobo terminale: larghezza 20 mm; lunghezza 25 mm.
Il colore delle foglie è verde gaio.
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da grappoli di piccoli fiori gialli su terminali eretti (struttura di un racemo allungato a pannocchia). In questo tipo di infiorescenza non esiste un singolo fiore apicale. I fiori sono inoltre privi di brattee e sono brevemente peduncolati. I boccioli sono completamente glabri.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, dialipetali, attinomorfi (in realtà sono fiori dissimmetrici – a due piani di simmetria) e tetrameri (calice e corolla composti da 4 parti). Dimensione dei fiori 5 – 8 mm.
Calice: i sepali (di tipo dialisepali) sono 4, riuniti a 2 a 2. Hanno un portamento eretto. I margini sono scariosi. Dimensione dei sepali: larghezza 1 - 1,5 mm; lunghezza 2 - 4 mm.
Corolla: i petali (di tipo dialipetali) sono 4 lungamente unguicolati (eretti nella parte basale, a contatto con il calice; patenti nella parte apicale); la forma è spatolata, sono alternati ai sepali e lunghi il doppio di questi ultimi: lunghezza 4 – 7 mm (larghezza 1,5 – 2 mm).
Androceo: gli stami sono 6 e sono liberi; sono inoltre di tipo “tetradinamo” in quanto sono 2 esterni più corti e 4 interni più lunghi. I filamenti sono gialli con antere allungate. I nettari sono “intrastaminali” (= disposti fra gli stami). Lunghezza dei filamenti : 3 – 4,5 mm; lunghezza delle antere : 0,7 – 1,2 mm.
Gineceo: lo stilo è unico e semplice con stimmacapitato su un ovariosupero peduncolato e sincarpico bicarpellare (formato cioè da due carpelli saldati tra di loro) con un falso setto divisorio o parete divisoria chiamata “replum”[2][4]. Lunghezza dello stilo : 2 – 3 mm.
Il frutto è una siliqua lineare a 4 spigoli ottusi e senza becco. Le valve sono carenate (il nervo mediano è più marcato). I semi (più o meno di colore marrone scuro) all'interno della siliqua sono disposti in un'unica fila ed hanno una forma appiattita. Il peduncolo del frutto in genere è più corto della siliqua stessa. La disposizione dei frutti è divergente rispetto all'asse del racemo. I semi sono sprovvisti di endosperma. Lunghezza dei peduncoli 3 – 5 mm. Dimensione delle silique: larghezza 1 – 1,5 mm; lunghezza 20 – 25 mm. Dimensione dei semi: larghezza 1 – 1,2 mm; lunghezza 1,2 – 1,5 mm.
Diffusione: è una pianta comune in tutta Italia (non è presente in Sardegna e in qualche zona può essere rara). È inoltre abbastanza presente sui rilievi europei. È comune anche in Asia. Questa pianta è presente anche nel Nord America ma probabilmente è naturalizzata.
Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono i fanghi umidi, le zone incolte e i bordi dei ruscelli e fiumi; ma anche gli ambienti umidi e temporaneamente inondati e ambienti ruderali. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro e alti valori nutrizionali del terreno che può essere mediamente umido.
Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1600 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[5]:
Formazione : delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe : Molinio-Arrhenatheretea
Ordine : Potentillo-Polygonetalia
Alleanza : Potentillion anserinae
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Proprietà curative: antiscorbutica, vulneraria e diuretica. Alcuni testi sconsigliano un uso prolungato delle foglie in quanto potrebbero essere dannose per i reni[6]
Parti usate: le foglie, ma anche i fiori.
Cucina
In diverse parti dell'Europa (ad esempio in Inghilterra e Svezia) vengono raccolte le foglie dell'“Erba di Santa Barbara”, bollite in acqua e quindi mangiate come ortaggio. Alcune specie possiedono un gusto molto amaro e sgradevole, mentre altre come la barbarea praecox (nota come crescione americano o erba barbara o rucola palustre) risultano essere di sapore simile al crescione d'acqua. In effetti non tutti gli animali si cibano di questa pianta (mentre i bovini la brucano regolarmente, i cavalli la rifiutano)[7].
Giardinaggio
Non è una pianta di grande decorazione, ma ugualmente viene usata nel giardinaggio soprattutto come pianta da mosaico e bordure. Esistono delle varietà da coltivazione (o cultivar) con più ordini di petali. È una pianta di facile coltivazione; si moltiplica per seme o per “divisione del piede” nelle varietà a petali doppi.
Galleria d'immagini
Località: Pasa, Sedico (BL), 356 m s.l.m. - 14/05/2008
Località: Praloran, Limana (BL), 319 m s.l.m. - 16/04/2007
Località: Pasa, Sedico (BL), 356 m s.l.m. - 14/05/2008
Note
^(EN) Barbarea vulgaris W.T.Aiton, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 3 febbraio 2021.