Un banco in biologia corrisponde a un gruppo di pesci che vivono e nuotano insieme per ragioni sociali, muovendosi in maniera coordinata. Circa un quarto delle specie esistenti di pesci vive in banchi, mentre almeno la metà delle specie prevede un periodo più o meno lungo di vita in banco[1]. In lingua inglese vengono utilizzati due termini diversi per indicare un banco, a seconda del tipo di nuoto dei pesci:
I pesci traggono molti benefici da questo comportamento, come la difesa contro i predatori (una più facile rilevazione della presenza di un predatore e la riduzione delle possibilità di una cattura individuale), un maggior successo nella ricerca del cibo e un più alto successo nella ricerca di un partner sessuale, oltre a percettibili vantaggi nel nuoto, migliorando l'efficienza idrodinamica.
Alcuni esperimenti hanno dimostrato che i singoli pesci rimossi da un banco presentano una frequenza respiratoria superiore a quella riscontrata durante la loro presenza nel banco. Questo effetto è stato attribuito allo stress: essere parte di un banco con conspecifici risulta essere un calmante e quindi una potente motivazione sociale per rimanere nel gruppo[2]: è il caso delle Aringhe (Clupea harengus), che diventano molto agitate se isolate dalle conspecifiche [3]. A causa di questo istinto i pesci di banco sono raramente ospitati in acquario poiché poco adatti a uno stile di vita sempre in movimento: soltanto alcuni grandi acquari pubblici possono permettersi di ospitare piccole specie di banco in grosse vasche.
Risulta molto difficile osservare e descrivere la struttura tridimensionale dei banchi di pesci a causa del gran numero di esemplari coinvolti: gli studi sono effettuati grazie a recenti progressi nell'utilizzo di ecoscandagli e radar già utilizzati per la pesca[4]. I parametri che definiscono un banco di pesci sono:
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