Elenco delle autostrade in Italia.
Con la sigla "A" seguita da un numero progressivo a partire da 1 sono elencati i rami principali della rete autostradale italiana. Fa eccezione l'autostrada Catania-Siracusa, che l'Anas, l'ente gestore, identifica con la sigla "A" non seguita da alcun numero.
Concessione del Tirreno (ASTM)
Con la sigla "A" seguita dal numero progressivo a partire da 50, sono elencate le autostrade tangenziali e le autostrade a carattere suburbano. Fa eccezione l'autostrada Sistiana-Rabuiese, che l'Anas, l'ente gestore, identifica con la sigla "A" non seguita da alcun numero.
Esistono inoltre autostrade definite diramazioni, bretelle, varianti o raccordi.
Sono identificate dalla sigla "A" e da un numero che può essere lo stesso dell'autostrada da cui si diramano (talvolta con l'aggiunta del suffisso dir, racc o var) o con una combinazione dei numeri delle autostrade collegate.
Con la sigla "T" seguita da un numero progressivo a partire da 1 sono classificati i trafori autostradali a pedaggio che non fanno già parte di alcun tracciato autostradale.
Il traforo T3 collegava Bargagli con Ferriere, in provincia di Genova, per una lunghezza di 4,250 metri[5]. Fu inizialmente classificato come autostrada, ma a seguito del decreto del 22 luglio 1989 fu effettuato il passaggio di competenze all'Anas, che inserì il tracciato nell'itinerario della statale 225 della Val Fontanabuona. La strada però conserva tutte le regole autostradali riguardo agli accessi.
Esistono 14 raccordi autostradali identificati con la sigla "RA" seguita da un numero progressivo a partire da 1 che sono classificati come autostrada. Oltre a questi 14, vanno menzionati il RA 7 e il RA 17, che in seguito a lavori di adeguamento agli odierni standard autostradali sono stati ridenominati rispettivamente A53 e A34, e il RA 16, che è stato declassato a strada extraurbana principale.
Tutti i raccordi sono gestiti da Anas ad eccezione del RA1 e del suo Ramo Verde gestiti da Autostrade per l'Italia.
Esiste infine una strada a pedaggio in concessione dalla regione Veneto classificata con la sigla SPV, con caratteristiche in parte rispondenti ad una strada di categoria A (autostrada) ed in parte di categoria B (strada extraurbana principale), che viene definita superstrada (Superstrada Pedemontana Veneta).
Oltre alle autostrade in costruzione elencate, va citata la tratta Parma Ovest - Sissa Trecasali dell'Autostrada Tirreno-Brennero, i cui lavori sono stati dichiarati conclusi nel 2022, ma che non è mai stata aperta al traffico.[9]
classificazione
La norma vigente (D. Lgs. n. 50/2016) dispone che il rischio operativo sia trasferito dalle amministrazioni aggiudicatrici all'operatore economico privato. Esso comprende anche il rischio-traffico, vale a dire la manifestazione di una domanda dei servizi autostradali inferiore alle previsioni di mercato e di entità tale da non garantire la coperture degli investimenti e dei costi di gestione dei lavori e del servizio. Restano in capo alle pubbliche amministrazioni i rischi sul lato dell'offerta e della domanda ascrivibili al di fuori del perimetro delle normali condizioni operative per la sussistenza di eventi non previsti e non prevedibili.[11]
Sono esempi di quest'ultima fattispecie l'indisponibilità dell'infrastruttura per la mancata esecuzione della manutenzione programmata e a guasto da parte del concessionario, qualora essa sia stata privata delle necessarie autorizzazioni amministrative e, in particolare, delle varianti di costo a carico dello Stato italiano, le quali comunque avrebbero potuto essere anticipate dall'operatore economico privato, salvo poi esercitare diritto di rivalsa nei confronti della pubblica amministrazione. Un secondo esempio, dal lato della domanda, deriva dall'imprevedibilità della domanda a causa della pandemia da COVID-19 e dell'aleatorietà delle scelte restrittive della libertà di movimento dei cittadini compiute dalla pubblica amministrazione.
Unica eccezione a questo schema finanziario è rappresentata dallo strumento contrattuale del partenariato pubblico-privato.[11] Esso, tuttavia, ordinariamente - ma non obbligatoriamente in via esclusiva - identifica con la pubblica amministrazione stessa, e non i cittadini, il principale fruitore-cliente del servizio erogato dall'infrastruttura del concessionario e l'utilizzatore dell'opera concessa. Purtuttavia, esso contempla la concessione in proprietà o in diritto di godimento di un'opera che sia[12]:
Altri progetti
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