Le Samoa Americane erano già state pesantemente sconfitte nei due precedenti incontri della fase a gruppi (0-13 contro le Isole Figi e 0-9 contro Samoa), mentre l'Australia si trovava al primo posto a pari merito con le Isole Figi ma con una differenza reti nettamente migliore (+22).
Per questo incontro il commissario tecnicoaustraliano, Frank Farina, decise di schierare una formazione composta prevalentemente da calciatori di riserva (alcuni titolari erano in panchina, mentre altri non erano stati nemmeno convocati). La nazionale delle Samoa Americane era invece ostacolata da problemi di passaporto e, per questo motivo, poteva schierare soltanto uno dei venti titolari, il portiereNicky Salapu; per di più la rosa non poteva includere calciatori Under-20 in quanto molti di essi erano impegnati con gli imminenti esami di maturità.[4]
Partita
Cronaca
Le Samoa Americane riuscirono a contenere l'Australia fino al decimo minuto di gioco, quando il centrocampistaCon Boutsianis siglò il primo gol della partita; seguirono otto reti di Archie Thompson, quattro di David Zdrilić, due di Tony Popović ed una di Aurelio Vidmar, per un totale di 16-0 alla fine del primo tempo. Nella ripresa Boutsianis aprì nuovamente le marcature con una doppietta, seguito da altri cinque gol di Thompson, quattro di Zdrilić, due di Colosimo ed uno ciascuno per Vidmar e De Amicis. La partita terminò con il clamoroso punteggio di 31-0.[5]
L'attaccante Archie Thompson, autore di tredici gol, scrisse il proprio nome nel Guinness dei primati per il maggior numero di reti segnate da un singolo calciatore in una partita ufficiale;[4] questo record fu poi battuto nel 2007 dal cipriotaPanagiōtīs Pontikos, che realizzò sedici gol nella gara tra Olympos Xylophagou e S.E.K. terminata con il punteggio di 24-3 in favore dei padroni di casa.[6]
Prima del match contro le Samoa Americane vennero sollevate alcune critiche riguardanti i componenti della formazione samoana, dato che la FIFA aveva obbligato la nazionale a convocare giocatori esclusivamente cittadini degli Stati Uniti, essendo il piccolo stato insulare territorio americano non incorporato ed esistendo già le Samoa indipendenti; questa situazione costrinse il commissario tecnico Tunoa Lui a far giocare anche degli adolescenti.[4]
(EN)
«We are asking the Lord to help keep the score down.»
(IT)
«Chiediamo al Signore di aiutarci a mantenere il punteggio basso.»
Dopo la gara tra Australia e Samoa Americane, Frank Farina accusò la federazione oceaniana (OFC) di organizzare partite senza senso, ma le sue lamentele furono respinte dal presidente Basil Scarsella.[4]
Conseguenze
L'Australia terminò il girone di qualificazione da capolista solitaria con dodici punti ed una differenza reti di +66; la squadra di Frank Farina vinse poi il play-off contro la prima classificata dell'altro raggruppamento, la Nuova Zelanda, ma non riuscì ad ottenere l'accesso al mondiale 2002 a causa della sconfitta nello spareggio contro l'Uruguay. Le Samoa Americane, invece, terminarono il girone di qualificazione all'ultimo posto con nessun punto ed una differenza reti di -57.
Il 13 marzo 2005, dopo molte pressioni da parte dei tifosi e delle istituzioni, venne espressa da John O'Neill la richiesta dell'affiliazione dell'Australia alla confederazione asiatica (AFC), con conseguente abbandono di quella oceaniana (OFC); la nazionale dei Socceroos si riteneva infatti relegata ad un ruolo marginale del calciomondiale poiché costretta a giocare incontri molto al di sotto del proprio livello. Dopo aver confermato la volontà di entrambe le parti, la FIFA ratificò la domanda di spostamento e, a partire dal 1º gennaio 2006, l'Australia entrò ufficialmente a far parte dell'AFC.[10]