Poche e frammentarie sono le notizie sul vescovo milanese Ausano. Secondo un antico Catalogus archiepiscoporum Mediolanensium[1], il suo episcopato si colloca tra quelli di Vitale e di Onorato, poco dopo la metà del VI secolo. Il medesimo catalogus gli assegna 2 anni di governo e lo dice sepolto il 3 settembre nella chiesa di Santo Stefano ad Rotam. Tradizionalmente il suo episcopato è assegnato agli anni 566-567,[2] mentre studi più recenti lo anticipano di alcuni anni, collocandolo tra il 556 e il 559 oppure tra il 558 e il 561, durante il pontificato di papa Pelagio I.[3]
Si ritiene infatti che l'anonimo vescovo milanese menzionato in alcune lettere di papa Pelagio I (556-561) sia da identificare con Ausano. In una lettera, datata tra settembre 558 e marzo 560[4], il pontefice si lamenta con il patrizio Giovanni, perché Paolino I, patriarca di Aquileia, si è fatto consacrare vescovo non nella sua sede patriarcale, come d'abitudine, ma a Milano, ad opera di un "vescovo scismatico", che aveva rifiutato cioè di sottoscrivere la condanna dei Tre Capitoli sancita al concilio di Costantinopoli nel 553 e ratificata da papa Vigilio; in una seconda lettera, datata a primavera 559[5], Pelagio raccomanda addirittura al patrizio Valeriano di arrestare i due vescovi e di condurli dall'imperatore a Costantinopoli.
Una tradizione medievale, che non ha fondamenti storici[6], associa Ausano all'aristocratica famiglia milanese dei Crivelli.[7]
Culto
Malgrado le dure parole utilizzate da papa Pelagio I nei suoi confronti, Ausano è venerato come santo dalla Chiesa milanese. Alcuni autori hanno voluto spiegare questo duplice atteggiamento o con il fatto che il vescovo di cui parla Pelagio non sia Ausano o che il vescovo milanese si sia ad un certo punto pentito e sia ritornato in seno all'ortodossia.[8]