Figlio di Eumene II e Stratonice e nipote di Attalo II, nutriva scarso interesse per il governo di Pergamo; le sue attenzioni erano invece dedicate, tra le altre, allo studio della medicina, della botanica, del giardinaggio. Non ebbe figli o alcun tipo di eredi e nel suo testamento lasciò il suo regno alla repubblica di Roma. Tiberio Gracco richiese che il tesoro di Pergamo venisse aperto e reso disponibile alla cittadinanza di Roma, ma il senato rifiutò.
Non l'intera popolazione di Pergamo però era soddisfatta della cessione del regno a Roma: Aristonico, che dichiarava di essere fratello di Attalo e figlio di Eumene II, condusse una rivolta tra la classe povera, grazie anche all'aiuto di Blossio di Cuma. La rivolta fu soppressa nel 129 a.C. e il regno di Pergamo venne diviso tra Roma, Ponto e Cappadocia.
Curiosità
Nel Roman de la Rose (vv. 6687-88) Attalo III è citato quale inventore del gioco degli scacchi ("qui des esches controuva l'us"). Questo merito gli viene attribuito anche da Geoffrey Chaucer, che si basa sul Roman de la Rose[1], nel Libro della Duchessa (vv. 662-64).
Note
^Emilia di Rocco, Note [al Libro della Duchessa], in: G. Chaucer, Opere, a cura di Piero Boitani, Einaudi, 2000, vol. I, p. 740.