Il gambero di fiume[1] (Astacus astacus Linnaeus, 1758), noto anche come gambero d'acqua dolce,[2] è una specie un tempo diffusa in quasi tutt'Italia[3] fino all'epidemia che nel 1880 ne fece strage in buona parte dell'Europa. Era un animale molto diffuso ed era abitualmente consumato almeno una volta alla settimana.[3] È una specie molto sensibile all'inquinamento delle acque e pertanto anche se sono stati fatti numerosi tentativi di reinserimento non sono tornati, escluso poche eccezioni, ad occupare in modo stabile i corsi d'acqua dell'Europa occidentale[4].
È un animale tendenzialmente notturno, solitario e aggressivo. Carnivoro, si nutre di lumache, o carogne e raramente supera i 10 cm di lunghezza[5].
È nella lista rossa delle specie a rischio[6]
Note
- ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 20 febbraio 2018.
- ^ Gamberi d'acqua dolce, in Thesaurus del Nuovo soggettario, BNCF.
- ^ a b Firenze e la Toscana - Cucina regionale italiana, Fratelli Melita Editori, p. 156; ISBN 88-403-6719-5
- ^ Il gambero di fiume europeo, Astacus astacus (Linnaeus, 1758)
- ^ gàmbero - Sapere.it
- ^ (EN) L. Edsman, L. Füreder, F. Gherardi & C. Souty-Grosset, 2010, Astacus astacus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
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