L'armamento principale era costituito da quattro cannoniAnsaldo da 120/50 mm,[1] in due torrette binate, che, a partire dagli anni trenta, ha equipaggiato tutte le classi di cacciatorpediniere costruiti per la Regia Marina.
L'armamento antiaereo era costituito da otto mitragliere da 20/65 mm Mod. 1935,[2] in quattro impianti binati, ed era inoltre presente un obice illuminante da 120/15 mm posizionato sulla tuga centrale.
Il 19 giugno salpò da Augusta insieme alle altre tre navi della XI Squadriglia per trasportare rifornimenti a Bengasi, ove arrivò l'indomani[5].
Il 7 luglio, alle 15:45, lasciò Messina insieme alle unità sezionarie ed alla III Divisione (Trento e Bolzano), congiungendosi poi con il resto della II Squadra Navale (incrociatore pesante Pola, Divisioni incrociatori I, II e VII per un totale di 9 unità e squadriglie cacciatorpediniere IX, X, XII e XIII) che, dopo aver funto da forza di appoggio a un'operazione di convogliamento per la Libia, si unì alla I Squadra e partecipò alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio: durante il ripiegamento della flotta italiana in tale scontro, la XI Squadriglia avvistò ed attaccò le navi britanniche alle 16.15; in particolare, l’Artigliere stese una cortina fumogena, quindi aprì il fuoco da 13.200 metri di distanza ed alle 16:20, portatosi a 3000 metri, lanciò infruttuosamente i siluri insieme alle altre tre unità (che lanciarono in tutto 10 armi, 7 contro una corazzata e 3 contro un incrociatore)[6][7].
Nella notte tra l'11 ed il 12 ottobre 1940 fu inviato – al comando del capitano di vascelloCarlo Margottini – a pattugliare, insieme alle tre unità della sua squadriglia ed alle torpediniere della I Squadriglia (Alcione, Airone, Ariel) l'area ad est di Malta, alla ricerca di navi britanniche che avrebbero dovuto trovarsi in quella zona[8][9]. Nelle prime ore della notte del 12 ottobre le tre torpediniere della I Squadriglia attaccarono l'incrociatore leggero HMS Ajax, che faceva parte di un più ampio schieramento navale britannico che stava tornando ad Alessandria d'Egitto dopo aver scortato un convoglio navale per Malta: ne derivò un violento e confuso scontro in seguito al quale vennero affondate l’Airone e l’Ariel, mentre l’Ajax ebbe danni non gravi[8][9].
Prima di attaccare, all'1:37, le torpediniere avevano lanciato un segnale di scoperta, che fu ricevuto in tempi diversi dai cacciatorpediniere della XI Squadriglia: l’Artigliere lo ricevette all'1:50 e, dopo aver virato verso nord, si portò all'attacco avvistando l'incrociatore britannico alle 2:29; aprì il fuoco con i cannoni, colpendo l’Ajax quattro volte (ne risultarono la distruzione di un pezzo da 102 mm e del radar ed altri danni non importanti, oltre ad alcune vittime e feriti), ma mentre si preparava a lanciare i siluri (ne poté poi lanciare solo uno, contro il fianco di dritta dell’Ajax, ma mancò il bersaglio), alle 2:31, fu ripetutamente centrato dalla reazione dell'incrociatore: le riservette di munizioni del complesso prodiero da 120 mm esplosero causando un violento incendio, altri due colpi caddero in coperta causando altri danni e molte vittime, uno centrò la sala caldaie centrale ed un altro la sala macchine prodiera[8][9][10]. Alle 2:32 l’Artigliere si trovava immobilizzato ed in fiamme, ormai fuori combattimento; oltre metà dell'equipaggio, tra cui tutti gli ufficiali di vascello, era morta o ferita[8][9]. Anche il comandante Margottini e l'assistente di squadriglia, tenente di vascelloCorrado Del Greco, rimasero uccisi nel combattimento: alla loro memoria fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare[11].
Terminato lo scontro, l'equipaggio superstite, diretto dal maggiore del Genio Navale Mario Giannettini, cercò di domare gli incendi e riparare alla meglio i danni per salvare la nave, riuscendo, verso le 3, a rimettere in moto grazie all'unica caldaia rimasta intatta, ma alle 4 del mattino anche l'ultima caldaia risultò inutilizzabile perché non alimentabile[8][9]. Il Camicia Nera (l'Aviere, colpito, ed il Geniere, illeso, si erano allontanati) lo prese a rimorchio, ma contro le due navi l'ammiraglioCunningham, comandante della flotta inglese, inviò gruppi di bombardieri ed aerosiluranti ed anche alcuni incrociatori: alle 8:10 il Camicia Nera, sotto continui attacchi aerei e con due unità avversarie in vista, dovette lasciare i cavi e abbandonare l’Artigliere[8][9]. L'incrociatore pesante HMS York sparò un colpo davanti alla prua con il quale ordinava di abbandonare la nave: l'equipaggio, sull'attenti, ammainò la bandiera, la chiuse in un sacco piombato e quindi abbandonò la nave[12]. Abbandonato dall'equipaggio, cannoneggiato ed incendiato dallo York e colpito anche da un siluro, l’Artigliere s'inabissò alle 9:05 (9:15 secondo altre fonti)[8][9], in posizione 36°30' N e 16°07' E[13]. L'incrociatore inglese non recuperò superstiti, ma gettò in acqua alcuni zatterini e segnalò in chiaro la posizione dei naufraghi al comando italiano[12][14].
Le perdite umane furono piuttosto pesanti: su un equipaggio di 254 uomini, solo 122 sopravvissero (22 recuperati e fatti prigionieri dal cacciatorpediniere HMS Vampire[14] ed i rimanenti 100 da unità italiane)[12].
In seguito alla caduta del fascismo, il 30 luglio 1943, il gemello Camicia Nera venne ribattezzato Artigliere[12] in onore del cacciatorpedineiere affondato nello scontro di Capo Passero.
Nel 2017, dopo quasi 77 anni dal suo inabbissamento, ne è stato annunciato il ritrovamento. Questo è avvenuto nel mese di marzo, da parte del team oceanico di Paul Allen, cofondatore di Microsoft, appassionato di esplorazioni sottomarine. Lo Artigliere è stato individuato dal team di ricerca della nave Petrel ad una profondita di circa 3600m sotto la superficie del mare tra la Sicilia e Malta.[15]
Comandanti
Capitano di vascello Francesco Baldizzone (nato a Genova il 21 agosto 1891) (14 novembre 1938 - 2 novembre 1939)
Capitano di vascello Carlo Daviso di Charvensod(nato a Pinerolo il 22 settembre 1890) (3 novembre 1939 - 26 aprile 1940)
Capitano di vascello Carlo Margottini(nato a Roma il 19 gennaio 1899) (+) (27 aprile - 12 ottobre 1940)
Giuseppe Fioravanzo, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. IV: La Guerra nel Mediterraneo – Le azioni navali: dal 10 giugno 1940 al 31 marzo 1941, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1959.
Luis de la Sierra, La guerra navale nel Mediterraneo: 1940-1943, Milano, Mursia, 1998, ISBN88-425-2377-1.
Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale