Per arte naïf (dal francesenaïf, ossia "ingenuo") si intende un certo tipo di produzione artistica priva di legami con la presente realtà culturale e accademica della società in cui è prodotta. Essa tende a rappresentare gli aspetti comuni della vita quotidiana in modo semplice, ingenuo ed istintivo.
Caratteristiche
L'artista naïf è di solito autodidatta, privo di specifica formazione artistica, di livello culturale ed estrazione sociale modesti; raramente, almeno in origine, era professionista. Le opere naïf, generalmente dipinti, sono caratterizzate da una notevole semplificazione concettuale e da una certa modestia tecnica ed esecutiva, sia nel disegno che nella stesura del colore e nell'impianto prospettico e compositivo d'insieme. Il tema predominante è la rappresentazione della realtà sociale più umile e quotidiana, generalmente in chiave favolistica, poetica o magica.
L'arte naïf possiede comunque una certa consapevolezza delle sue caratteristiche, distinguendosi in ciò dall'arte primitiva (anche se essa è talvolta indicata come «arte neoprimitiva»), oltre che serietà e rigore sufficienti a porla su un altro piano rispetto all'arte dilettantistica.
Storia
Questo particolare approccio all'arte assunse rilevanza storica a partire dalla fine del XIX secolo, quando Rousseau il Doganiere espose opere di tale impostazione al Salon des Indépendants del 1886, suscitando interesse ed ammirazione da parte dei letterati Alfred Jarry e Guillaume Apollinaire, oltre che, anni più tardi, del giovane Pablo Picasso, al pari di quanto avveniva in quegli stessi decenni per l'arte primitiva.
Tuttavia, l'avvento del professionismo tra gli artisti naïf e l'inevitabile influenza del mercato dell'arte e delle gallerie finirono con il pregiudicare le caratteristiche che furono alla base dell'iniziale successo, ossia la spontaneità e l'ingenuità.