Arco a mensola

Arco a mensola
Struttura base di un arco a mensola. Raffronto tra un normale arco (a sinistra) e un arco a mensola (a destra)

L'arco a mensola (o falso arco) è un arco che sfrutta la tecnica architettonica dello sbalzo per riempire uno spazio vuoto in una struttura, come il passaggio in una parete o l'arco di un ponte.

Tecnica costruttiva

Un arco a mensola è costruito con l'aggiunta di successivi strati di pietra ammorsati nelle pareti in modo che l'arco avanzi progressivamente verso il centro, fino a quando le due porzioni si incontrano al centro. Per questo tipo di arco si possono utilizzare pietre piatte e quindi più facilmente reperibili in natura, rispetto ai conci sagomati che un arco classico richiede.

La tecnica dell'arco a mensola si può utilizzare anche per realizzare volte tra due pareti opposte.

Nonostante un miglioramento della capacità di carico, l'arco a mensola non è una struttura completamente autoportante e per questo motivo è definito un "falso arco". A differenza del "vero" arco, non tutta la struttura dell'arco lavora a compressione. Le mensole richiedono un notevole ispessimento delle pareti e della spalla per contrastare gli effetti della gravità, che tende a comprimere ciascun lato dell'arco verso l'interno.

Volta di pietre a secco

Una volta circolare realizzata con il sistema dell'arco a mensola
Una volta circolare realizzata con il sistema dell'arco a mensola
Lo spaccato di un trullo di Alberobello

La volta con pietre a secco inclinate verso l'esterno è utilizzata nell'architettura rurale. Vi sono vari esempi in Italia (i famosi trulli della Puglia o le caciare, tipi di rifugi realizzati dai pastori sui monti abruzzesi) e nelle isole (dai nuraghe ai sesi nella preistoria, fino ai cubburi e ai pagghiari di età indefinibile).

In Francia o in altri paesi europei, la tecnica costruttiva è stata sistematicamente usata dai contadini auto-produttori o dai muratori delle pietre a secco dei due o ultimi tre secoli per coprire lo spazio al minor costo in costruzioni che fungono da piccoli fabbricati annessi all'azienda agricola.

Uso nelle culture antiche

L'antica Ugarit

Ugarit, entrata del palazzo
Nuraghe Santu Antine, corridoi di collegamento tra le torri

L'arco a mensola era già in uso a Ugarit, la capitale dell'omonimo regno, ritenuta (insieme a Ur e a Eridu) come una delle più antiche città del mondo, con antecedenti preistorici che risalgono a periodi addirittura precedenti al VI millennio a.C.

Cultura Nuragica

L'arco a mensola è testimoniato in diverse strutture Nuragiche durante la seconda metà del secondo millennio a.c, tra le più notevoli testimonianze vi sono i lunghi corridoi del Nuraghe Santu Antine, sovrapposti l'uno sull'altro su due piani e che collegavano le torri, e quelli delle tombe dei giganti a blocchi isodomi di Madau, o i corridoi d'ingresso di Nuraghi come l'Is Paras.

Micenei

Le rovine dell'antica Micene testimoniano l'uso della mensola in molti archi e volte. Il Tesoro di Atreo è un esempio di rilievo.

Cultura greca

L'arco a mensola era particolarmente diffuso per l'apertura delle postierle lungo le possenti mura urbiche, preferito all'apertura trabeata. Lungo le mura dionigiane a Siracusa si trova la più alta concentrazione nota di questo tipo di arco. Le mura timoleontee di Gela invece conservano un precocissimo arco a mensola dal sesto acuto, ricavato anch'esso nello spessore murario.

Cultura italica

Una delle testimonianze più eloquenti in Italia è l'arco a mensola che dà ingresso all'Acropoli di Arpino, impropriamente denominato "arco a sesto acuto"; tale arco a mensola costituisce anche un tipico esempio di quelle porte delle cinte murarie che sono note con la denominazione di porte scee.

Arco a sesto acuto e tratto di mura poligonali della seconda maniera nell'Acropoli di Arpino

Maya

Gli archi a mensola erano una caratteristica costruttiva utilizzata da alcuni popoli americani precolombiani, in particolare in quello della civiltà Maya. La prevalenza di questo arco nella costruzione degli ingressi e delle volte nell'architettura maya è attestata da un gran numero di siti archeologici.

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