L'origine del nome del genere (aquilegia) non è chiaro. Potrebbe derivare da Aquilegium (cisterna) o Acquam legere (raccoglitore d'acqua) per la forma particolare che ha la foglia nel raccogliere l'acqua piovana; come anche da aquilina (piccola aquila) a somiglianza dei rostri dell'aquila.
Resta comunque il fatto che il primo ad usare tale nome sia stato il Tragus (altro botanico del 1600), e quindi il Tournefort (Joseph Pitton de Tournefort 1656 - 1708, botanico francese) e definitivamente Linneo che nel 1735 sistemò il genere nella sua Polyandria pentagyna.
L'epiteto specificoformosa si rifà alle particolari e notevoli infiorescenze che questa pianta produce.
Descrizione
La pianta cresce per 20–80 cm in altezza, per una media di circa 60 cm. I fiori, che si possono trovare da aprile fino ad agosto (con delle differenze tra regioni), sono lunghi circa 5 cm ed hanno sepali rossi o arancioni e petali gialli; sono dotati di speroni all'interno dei quali si trova il nettare.
All'interno di quest'area la si può trovare nella maggior parte di tipi di habitat (boschi di querce, di arbusti, di sempreverdi misti o foreste di conifere). Non si trova in terreni desertici, e neppure ad una altitudine superiore a 3300 metri. Preferisce luoghi umidi come sponde di corsi d'acqua.
^Aquilegia formosa, su Germplasm Resources Information Network - (GRIN). URL consultato il 23 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2012).