Antonio León Ortega nasce nella provincia di Huelva il 7 dicembre 1907. Poco più che bambino dimostra una profonda passione e una naturale predisposizione per la scultura, realizzando le prime opere da autodidatta. Anni dopo, quando le mostra a Mariano Benlliure, il maestro le elogia come opere di uno scultore maturo.
Dal 1938 León Ortega lavora a Huelva nella sua prima bottega calle San Cristóbal, che divide con il pittorePedro Gómez. Questo laboratori diventa di fatto prima una semplice scuola d'arte, poi un vero e proprio ateneo umanistico frequentato da quasi tutti gli intellettuali che vivono o soggiornano a Huelva: poeti, medici, scrittori e giornalisti. La bottega diviene nota con il nome di Accademia di San Cristóbal.
Nel frattempo León Ortega studia la scultura sacra sivigliana attraverso l'altro suo maggior punto di riferimento, Juan Martínez Montañés. Nel 1964 trasloca in una nuova bottega in calle Medico Luís Buendía, dove resterà fino al 1985, allorché la malattia lo sottrae completamente al lavoro.
La mattina del 9 gennaio 1991, muore nella sua casa di Huelva. Viene esposto e vegliato nella Scuola d'Arte León Ortega.
Produzione
In cinquant'anni di intensa attività, Antonio León Ortega ha realizzato oltre quattrocento opere, di piccole e grandi dimensioni, lavorando il legno, la creta, la pietra, il bronzo e altri materiali. Le opere religiose sono sviluppate da un bozzetto iniziale in argilla e vengono poi scolpite direttamente nel legno con martello e scalpello, alla maniera tradizionale della scultura sacra spagnola appresa da Capuz e Adsuara nel periodo madrileno.
León Ortega ha realizzato gran parte delle immagini sacre della Settimana Santa di Huelva, di Ayamonte e di molti altri paesi delle province di Huelva e Badajoz. Ha poi creato opere a carattere religioso e civile custodite a Siviglia, Cadice, Malaga, Cáceres, Salamanca, Madrid, in Belgio e negli Stati Uniti d'America; e molte altre di piccolo formato possedute da collezionisti privati in Spagna e in America.
Nel periodo madrileno quella di León Ortega è una scultura modernista, propria degli anni venti; esempi ne sono, fra gli altri, il Ritratto di Luna conservato al Museo Manuel Bendito e il Ritratto di Trinidad Navarro custodito ad Ayamonte.
León Ortega dà vita a una delle sculture più serie, rigorose e personali del Novecento spagnolo, e a uno stile originale facilmente riconoscibile. Scultore puro prima che d'arte sacra, realizza le sue opere migliori con i gruppi scultorei e i crocifissi. La Deposizione di Huelva è la sua opera maestra: in essa, egli riesce a coniugare la forza espressiva di Berruguete alla dolcezza andalusa del suo stile. Il Cristo del Sangue è un'opera di rara eleganza e bellezza nella scultura sacra spagnola. Realizza anche un gran numero di Madonne, dai volti carichi di contenuto dolore, preferendo la figura intera alla talla de candelero.[1] La massima espressione di questo filone creativo si rinviene nella Madonna dell'Amore di Huelva.
Risaltano inoltre particolarmente nella produzione di León Ortega il Cristo Giacente, il Cristo del Perdono, l'Angelo della Preghiera nell'Orto, il Cristo sull'Asinello, il Gesù delle Tre Cadute, il Cristo della Vittoria, il Cristo della Chiesa della Concezione, il San Cristoforo, la Madonna delle Angosce e la Madonna degli Angeli di Huelva; la Passione, il Cristo Giacente delle Angosce, il Cristo Prigioniero, il Cristo delle Acque e la Madonna della Pace di Ayamonte; il Nazareno di Beas; il Nazareno di Moguer.
Parallelamente alla scultura, León Ortega si dedica anche all'insegnamento, impartendo lezioni di disegno e modellatura nella sua bottega, nel seminariodiocesano e in quello che è il primo germe dell'odierna Scuola d'Arte León Ortega.
Come scultore si vota di preferenza all'arte sacra, non solo perché questa specialità lo attrae da sempre, ma anche perché si sente fortemente motivato dalle sue intime e salde convinzioni religiose che, unite alla sensibilità sociale, lo collocano nell'area del Cristianesimo più umanamente coinvolto. Le sue prime opere religiose hanno un sapore barocco, ma in seguito modella uno stile personalissimo tramite la depurazione del classicismo iniziale verso forme sempre più alleggerite del tratto e della decorazione. Fugge volutamente dal barocchismo, cercando una fusione tra gli stili castigliani e andalusi, che per lui significa pervenire all'essenza della scultura con il minimo materiale espressivo possibile.
Nell'ultimo lustro (lavora fin quasi agli ottant'anni) la sua produzione perde parte della potenza scultorea che la caratterizza. Realizza infatti in questo periodo opere di minor formato che richiedono uno sforzo fisico inferiore, l'ultima delle quali (il busto di madame Cazenave), pure, è un'opera maestra fine ed essenziale.
Essendo un virtuoso della modellatura e della scultura in legno, le sue immagini si caratterizzano per forza, bellezza e dolcezza.
Deposizione di Huelva.
Cristo del Sangue di Huelva.
Cristo della Vittoria di Huelva.
Cristo Giacente di Huelva.
Cristo del Perdono di Huelva.
Angelo della Preghiera nell'Orto di Huelva.
Gesù delle Tre Cadute di Huelva.
Passione di Ayamonte.
Cristo delle Acque di Ayamonte.
Opere
Opere pubbliche
Monumento al beato Vicente Ramírez, Ayamonte, 1955
Platero, Casa Museo Zenobia y Juan Ramón Jiménez, Moguer, 1963
Juan Miguel González Gómez, Manuel Jesús Carrasco Terriza, Escultura Mariana Onubense, Instituto de Estudios Onubenses Padre Marchena / Diputación de Huelva, 1981, ISBN84-85268-87-3.
E. Gil Vázquez, J. Padilla Pons, R. Román Pantrigo, De la Historia de las Cofradías de Huelva, Delegación Cultura Huelva / Diputación de Huelva / Caja Provincial Ahorros Huelva, 1982.
Manuel Jesús Carrasco Terriza, Andalucia y América en el siglo XX: Una escultura de León Ortega en Stamford, USA, Universidad de Santa Maria de la Rábida, 1986, pp. 269-274, ISBN84-00-06794-0.
Eduardo J. Sugrañes Gómez, Historia de la Semana Santa de Huelva, C.E.C.A., 1992, ISBN84-606-0719-4.
Jesús Velasco Nevado, Historia de la Pintura Contemporánea en Huelva: 1892-1992, Diputación de Huelva / Fundación El Monte, 1993, ISBN84-86842-77-8.
AA.VV., A. León Ortega (1907-1991) Catálogo de la Exposición. Museo provincial de Huelva, Huelva, Fundación El Monte / Junta de Andalucía, Consejería de Cultura, aprile-maggio 1996.
Jesús Fernández Jurado, Federico García de la Concha Delgado, Joaquín Rodríguez Mateos, Huelva Cofrade. Historia de la Semana Santa de Huelva y su Provincia. 4 tomos., Ediciones Tartessos, S.L., 1997, ISBN84-7663-036-0.
Manuel Jesús Carrasco Terriza, La escultura del Crucificado en la tierra llana de Huelva, Diputación de Huelva, 2000, ISBN84-8163-217-1.
Pedro Jesús de la Lastra Buades, Agustín Cruzado García, Semana Santa en Huelva, Marsay Ediciones, S.L., 2003, ISBN84-85539-60-5.
AA.VV., El Pregón. Semana Santa en Ayamonte, Hermandad de El Salvador y Otras, 2003.
Manuel Garrido Palacios, Una mirada a Huelva, Fundación Caja Rural del Sur, 2004, ISBN84-609-2309-6.
Pedro Jesús de la Lastra Buades, Tesoros de la Semana Santa de Huelva, El Correo de Andalucía, S.L., 2004.
M. J. Carrasco Terriza, J. M. González Gómez, A. Oliver Carlos, A. Pleguezuelo Hernández, J. M. Sánchez Sánchez, Guía artística de Huelva y su Provincia, Fundación José Manuel Lara, 2006. ISBN 978-84-96556-19-5
Diccionario Biográfico Español, Real Academia de la Historia, Madrid, 2009.
(ES, EN) Fondazione Escultor León Ortega, su escultorleonortega.com. URL consultato il 19 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2007).