Nato a Piacenza, giunse a Cremona nel 1807 in veste di precettore di casa Sommi.[2]
Nel 1811 pubblicò l'opuscolo Sul metodo aritmetico degli antichi romani, contenente ricerche tratte dall'Aritmetica da lui scritta nel 1808 su richiesta delle sorelle Sommi-Biffi.[3] L'opera, basandosi sulle testimonianze di "antichi abbachi", formula ipotesi simili a quelle che Bartolomeo Veratti tratterà in seguito nelle sue Ricerche e congetture intorno all'aritmetica degli antichi romani.[4]